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Tony Stark, ricchissimo industriale e geniale inventore, viene catturato in Afghanistan e costretto a costruire un’arma micidiale: un’armatura potenziata con capacità offensive. Sviluppando però quel prototipo, Stark costruisce per sé un’altra armatura che gli permette di fuggire. Tornato negli Stati Uniti, perfeziona la sua invenzione e, venuto a conoscenza di un piano ordito da un personaggio misterioso noto come Iron Monger, decide di proteggere il mondo con l’alter ego di Iron Man.
Regia | Jon Favreau |
Sceneggiatura | Arthur Marcum |
Matt Holloway | |
Mark Fergus | |
Hawk Ostby | |
Robert Downey Jr. | Terrence Howard |
Gwyneth Paltrow | Jeff Bridges |
Samuel L. Jackson | Hilary Swank |
Leslie Bibb | Shaun Toub |
Bill Smitrovich | Faran Tahir |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Accettabile, problematico
Tematiche: avventura, fumetti, guerra
Anche questo ulteriore personaggio creato da Stan Lee e diventato famoso nei giornali a fumetti della Marvel trova la via del grande schermo. L'operazione risulta azzeccata e molto ben condotta. Nello scontro tra il bene e il male, il copione evita un percorso prevedibile e consolatorio a favore di un atteggiamento del protagonista più sfaccettato e consapevole. Gli abbondanti effetti speciali si innestano su una trama che non disdegna elementi di realismo e di attualità. Mentre si denunciano le nefaste conseguenze dell'industria delle armi, Stark si propone come un eroe non per forza, ma suo malgrado. Grande spettacolo per tutti e film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in successive occasioni come passatempo di immediata fruizione e coinvolgimento.
'Iron man' è l'anno zero del cinefumetto riesploso a Hollywood da dieci anni. La Marvel, ora indipendente dagli studios, cambia musica per il suo storico fumetto firmato Stan Lee. L'Afghanistan è un paese fuori controllo, l'eroe all'inizio 'Garante degli interessi dell'America nel mondo' decide di non costruire più armi ed entra in conflitto con l'esercito avendo come alleati un militare che è la bella copia di Colin Powell (epurato da Bush) e una segretaria liberal (incantevole Gwyneth Paltrow). Il vero asse del male è guidato da un affarista amico di Stark. Film divertente, leggero e pensante. La parola "hippie" ricorre spesso nel copione. L'ex alcolizzato e drogato Downey Jr. sa incarnare come nessun altro l'ironia di Iron Man, supereroe della contestazione." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 30 aprile 2008)
"L'avventura è divertente perché non si basa solo su effetti speciali digitali, certo portentosi con le stimmate da robot nella scatenata parte finale, ma lavora anche con una buona sceneggiatura collettiva di cui l'autore Jon Favreau, valorizza i lati ingenui da Jekyll, senza tralasciare qualche messaggio di Obama contro il bellicismo di Bush e armi di distruzione paralizzanti. Non è il puro intrattenimento Marvel come vorrebbe il marketing: difatti muta ed evolve il rozzo anticomunismo del fumetto anni '60, facendone un playboy di garbo e di dubbio che Downey non più tanto jr. recita con una vigorosa ironia, avendo assicurato che nessuno meglio di lui, senza cercare negli istituti psichiatrici, poteva fare Iron man, questo robot rosso ed oro al titanio che se la prende con micidiali armi e micidiali bugie. Lui può: yes, he can." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 1 maggio 2008)
"Stavolta è scesa in campo direttamente la Marvel Comics in veste di produttore cinematografico per reinventare sullo schermo uno dei supereroi creati dal suo autore di punta, il geniale Stan Lee. (...) Il fumetto creato da Lee negli anni Sessanta viene sottoposto a un ruffiano aggiornamento politicamente corretto innestando uno degli scenari bellici di maggiore drammatica attualità. Il risultato è un film noioso nella prima parte e un action movie fantascientifico come tanti nella seconda. Il regista e sceneggiatore Jon Favreau si preoccupa più di nobilitare un prototipo della cultura di massa con messaggi pacifisti anti-Bush che di sperimentare le potenzialità visive del personaggio di carta. A poco servono gli effetti digitali che culminano nella sfida tra i due robot rivali e l'ironia di Robert Downey jr." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 3 maggio 2008)