Sotto le spoglie dell'Uomo-ragno si nasconde Peter Parker, un giovane insicuro che deve i suoi poteri straordinari ad un morso accidentale di un ragno mutato geneticamente. Pensando che grandi poteri comportino grandi responsabilità, si assume l'incarico di combattere il crimine.
Tobey Maguire | Peter Parker - Spiderman |
Kirsten Dunst | Mary Jane Watson |
Ted Raimi | Hoffman |
Willem Dafoe | Norman Osborn |
Cliff Robertson | Zio Ben |
Rosemary Harris | Zia May |
J.K. Simmons | J. Jonah Jameson |
Regia | Sam Raimi |
Montaggio | Arthur Coburn |
Bob Murawski | |
Scenografia | Scott P. Murphy |
Tony Fanning | |
Fotografia | Don Burgess |
Costumi | James Acheson |
Musiche | Danny Elfman |
Sceneggiatura | David Koepp |
Alvin Sargent | |
Scott Rosenberg |
In prima visione nazionale |
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Venerdì 7 giugno | Ore 21:00 |
Sabato 8 giugno | Ore 21:00 |
Domenica 9 giugno | Ore 16:00 e 21:00 |
Venerdì 14 giugno | Ore 21:00 |
Sabato 15 giugno | Ore 21:00 |
Domenica 16 giugno | Ore 16:00 e 21:00 |
Sabato 22 giugno | Ore 21:00 |
Domenica 23 giugno | Ore 16:00 e 21:00 |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: accettabile, riserve, crudezze
Tematiche: amicizia, avventura, fumetti;
Ispirato ai fumetti Marvel creati da Stan Lee e Steve Ditko, il film è un altro esempio delle infinte possibilità che si instaurano tra la pagina disegnata ed un cinema al quale le nuove tecnologie assegnano soluzioni visive praticamente illimitate. Lo schema è semplice e riconoscibile: da un lato Peter, ragazzo timido e riservato, acquista imprevisti poteri che la sua indole sostanzialmente onesta gli fa mettere al servizio di nobili cause di giustizia; dall'altro Norman, uomo d'affari senza scrupoli, acquista a sua volta potere che vuole usare in maniera cattiva per eliminare nemici e avversari e dominare su tutto. Lo scontro nitido tra bene e male diventa tutta via meno leggibile, quando Peter dà a vedere di avere un carattere meno semplice del previsto. Orfano, privato anche dello zio, incapace di dichiararsi, Peter, quando ha poteri speciali, li usa bene ma sembra non ricavarne una vera gioia. Qualche ombra resta su di lui, qualche zona oscura gli impedisce di abbracciare Mary Jane nel finale e di lasciarsi andare ad un autentico lieto fine, che non arriva. Si avverte allora la 'presenza' in regia di Sam Raimi, regista di storie tra il 'dark' e l'horror', e qui portato ancora una volta ad evitare le facili illusioni a vantaggio di un copione che, specie nella parte conclusiva, lascia largo spazio a scontri duri e molto crudi, ad una cattiveria per niente favolistica ma più 'nera' e brutale. Se è indubbio che il Bene trionfa sul Male, il volto malinconico di Peter resta a dirci che altri scontri ci aspettano in futuro. E Spider resta nell'immaginario come il prototipo della possibilità per tutti di essere diversi da se stessi ma senza che questo risolva i nostri singoli problemi. Film sfaccettato dunque, a più letture, da valutare, dal punto di vista pastorale, come accettabile, ma adatto con riserve ad un pubblico di piccoli a motivo delle crudezze presenti sul piano visivo.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con le avvertenze sopra accennate. Da proporre nell'ambito del rapporto, ormai ampio e interessante, tra cinema e fumetti.
"L'insieme suona così sovrabbondante, standardizzato e premeditatamente kitsch da non fare nemmeno simpatia. E non parlateci d'autore: stavolta il trasgressivo Raimi suona la grancassa del conformismo più ecumenico e regressivo (ritroviamoci tutti sotto la tela di 'Spider-Man'). Gli incassi gli daranno ragione. Noi ci teniamo la nostra noia". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 giugno 2002)
"Potrebbe annoiare per alcune prevedibili, obbligate, stazioni affabulatorie. Ma perfino l'inevitabile cattivone mascherato, che Dafoe ricerca nel rito di Jekyll-Hyde, ha una ferocia techno che aggiorna i personaggi. Effetti speciali adeguati, ma il look è il mondo reale. Per tutti". (Silvio Danese, 'Il giorno', 7 giugno 2002)
"L'uomo ragno, ideato come fumetto nel 1962 da Stan Lee e Steve Dikto della Marvel americana, è esistito per quasi quarant'anni senza che nessuno pensasse mai di portarlo sul grande schermo. Arriva adesso nei cinema in un film ben fatto, carino, puerile e divertente diretto dall'ammirato Sam Raimi". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 7 giugno 2002)
"Di un film come 'Spider-Man' si può dire quel che si vuole (...). Da qualche parte del 'fenomeno', però, c'è anche il film, un film riuscito, realizzato con intelligenza spettacolare, un 'kolossal d'autore' che porta le tracce del lavoro di un visionario dello schermo come Raimi. A differenza di un visionario quanto e più di lui, il Tim Burton di 'Batman', Raimi ha però preferito elaborare la materia prima, ovvero la saga a fumetti della Marvel, senza trasformarla in qualcosa d'altro". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9 giugno 2002)
"Se il fumetto è immobilità, il cinema è movimento. Molto difficile, quindi, trasferire un racconto dall'esposizione folgorante e congelata della pagina alle fantasmagorie dello schermo. Bisogna dire che il regista Raimi, anche grazie all'operatore Don Burgess, che si avvale di effetti speciali estremamente raffinati, ci riesce bene: sicché la New York tetra e gotica del film, attraversata dalle parabole incrociate del protagonista con l'arcinemico Green Goblin e terrorizzato dai loro conflitti, è un'immagine da 11 settembre 2001. (....) Lo spettacolo si rivela vincente soprattutto sul piano dell'interpretazione. Se Willem Dafoe, attore intellettuale e evidentemente passato attraverso la lettura di 'Jekill e Hyde' riesce a dare al supercattivo una sbalorditiva dimensione tragica, Tobey Maguire sposa l'ardimento acrobatico alla malinconia di un paladino al crepuscolo della nostra civiltà. Ed è da ritagliare per le future antologie la scena dell'unico bacio che Mary Jane concede a uno Spider-Man appeso alla parete a testa in giù, ignorando che si tratta del ragazzo vicino di casa". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 8 giugno 2002)