Sabato 9 aprile | Ore 21:00 |
Domenica 10 aprile | Ore 16:00 e 21:00 |
Da quando vengono indelicatamente avvertiti che i genitori sono morti in un incendio, i tre fratelli Baudelaire sono tre decisamente sfortunati... Alle loro ricchezze punta un diabolico furfante che li perseguita senza tregua. Tutta l'intelligenza, l'irriverenza, l'ironia della serie "Lemony Snicket", best seller che insidia il primato di Harry Potter.
Jim Carrey | Meryl Streep |
Jude Law | Emily Browning |
Liam Aiken | Billy Connolly |
Regia | Brad Silberling |
Sceneggiatura | Robert Gordon |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Accettabile/poetico
Tematiche: Adolescenza; Avventura; Famiglia; Film per ragazzi;
Dietro Lemony Snicket c'é Daniel Handler, 34enne autore di una serie di undici libri raccontati in prima persona da questo misterioso narratore: tutti 'best seller', i primi a scalzare dalla vetta della classifica l'invincibile Harry Potter. Siamo dunque dalle parti della letteratura per ragazzi, e, di conseguenza, di un cinema che privilegia lo stesso 'target'. In un clima di favola gotica, con il ricorso ad immagini molto accattivanti e ad una suggestiva ambientazione un po' Primi Novecento un po' fuori dalla storia, il regista costruisce un convincente apologo sulle difficoltà e insieme sulla necessità della crescita, tra paura, disperazione, coraggio, speranza. Di fronte alla malvagità del mondo, resta valida la difesa affidata alla fantasia, alla forza interiore, alla memoria degli affetti cari. Si potrebbe parlare di contenuti filosofico-morali, ma l'aspetto prevalente resta quello di un lieto fine conquistato e non banalizzato, anzi impreziosito da aspetti formali che travalicano lo spazio e il tempo. Film per tutti dunque che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e nell'insieme poetico.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come spettacolo di elevato livello per bambini, ragazzi e famiglie.
"Tratto da una serie per bambini di pervasivo e smodato successo, 'Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi' viene lanciato come una specie di anti- Harry Potter , e si capisce perché: tutto in questa tumultuosa saga giunta al nono volume (Salani) sembra rovesciare lo spirito positivo del maghetto inglese. Con tutti i loro misteri e riti di passaggio, i romanzi festosi e cupi della Rowling sono infatti un'abile quanto colorita allegoria dell'infanzia e della crescita. Lo statunitense Daniel Handler, in arte Lemony Snicket, allestisce invece intorno ai tre piccoli orfani Baudelaire, nome che è tutto un programma, un mondo ironicamente desolato che sta fra Roald Dahl e i fratelli Grimm, con echi sarcastici di Dickens e un occhio puntato sulle illustrazioni macabre del grande Edward Gorey. (...) Come animare un universo così bizzarro, monolitico e intimamente letterario? Un buon regista avrebbe cominciato col porsi due o tre domandine: chi sono davvero i tre piccoli Baudelaire e i loro sciagurati parenti? Cosa definisce le loro personalità e quella del perfido zio Olaf, l'attore fallito con pastrano alla Nosferatu cui vengono affidati dopo la morte accidentale dei genitori? E soprattutto: da quale punto di vista raccontare la loro storia? Nessuno però chiede tanto agli yesmen di Hollywood, così Silberling si contenta di giocare sull'accumulo. Di trucchi, di costumi, di scenografie, di numeri d'attore. Ma il tutto, fatto salvo il divertimento per l'ironico sussiego della voce narrante e l'ammirazione per il repertorio di un irriconoscibile Jim Carrey (che qui peraltro gira a vuoto), genera presto saturazione e soffocamento. Anche perché il film affastella toni e spunti contraddittori. Paure e disgusto infantile, strizzate d'occhio destinate a un pubblico non solo adulto ma colto; dialoghi incerti fra nonsense e doppi sensi osceni. E via dissipando risorse, scenografie, attori (non basta Jim Carrey, c'è anche la zia fobica Meryl Streep e una comparsata a sorpresa di Dustin Hoffman). I nuovi film d'animazione hanno fatto fortuna catturando insieme adulti e bambini. Lemony Snicket gioca la stessa carta. Ma rischia di non sedurre né gli uni né gli altri. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 marzo 2005)
"Lemony Snicket Una serie di sfortunati eventi adatta i primi tre episodi immergendoli in un universo gotico espressionista dall'atmosfera visiva e totalmente fuori dal comune: forse - è l'unica obiezione - fin tropo nera per un film destinato anche ai bambini più piccoli. Meno visionaria la regia di Brad Silberling ('Casper'). Imperdibile, nella parte del ripugnante Olaf, Jim Carrey: palesemente estasiato di poter dare sfogo al proprio istinto trasformistico come ai tempo di 'Mask', dell'Esorcista e del Grinch." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 25 marzo 2005)
"Il tuttofare e molto variopinto Jim Carrey si diverte un sacco a fare il viscido, perfido conte Olaf che raggira en travesti tre danarosi orfanelli: buio, salti nel buio, incendi, serpenti, sanguisughe: ogni riferimento freudiano non è puramente casuale. Gotico, tenebroso, sadico, visivamente fascinoso racconto per bambini (!) abituati agli incubi, con zia Meryl Streep che sembra Loretta Goggi. Esempio della classica crudele letteratura per l'infanzia che il cinema amplifica con effetti specialissimi e una cinica voce off (in originale di Jude Law, che non si nega nulla). Finisce bene, gloria teatrale della pantomima e pena del contrappasso, ma chissà. Qualche sbadiglio ma anche bei titoli di coda da lanterna magica." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 marzo 2005)