Sabato 21 novembre | Ore 21:00 |
Domenica 22 novembre | Ore 16:00 e 21:00 |
Julie Powell, una giovane trentenne, ha bisogno di qualcosa che spezzi la monotonia della sua esistenza così decide di cucinare nell'arco di un anno tutte le 524 ricette del libro "Mastering the art of French Cooking", scritto da Julia Child.
Il soggetto è tratto dal romanzo "Julie&Julia" di Julie Powell e "My life
in France" di Julia Child con Alex Prud'homme.
Regia | Nora Ephron |
Sceneggiatura | Nora Ephron |
Fotografia | Stephen Goldblatt |
Montaggio | Richard Marks |
Musiche | Alexandre Desplat |
Amy Adams | Meryl Streep |
Jane Lynch | Stanley Tucci |
Mary Lynn Rajskub | Vanessa Ferlito |
Dave Annable | Chris Messina |
Casey Rose Wilson | Marceline Hugot |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Consigliabile, brillante
Tematiche: Donna
Si tratta di una commedia dove il duetto tra la Streep e la Adams muove le situazioni che, in modo pressoché sinottico, vengono presentate allo spettatore con autentici momenti esilaranti. Se Meryl gigioneggia sapientemente e coscientemente, la Adams non le è da meno, come pure i personaggi di contorno, fra cui l’impareggiabile marito di Julia, recitato da Stanley Tucci con signorile eleganza. Il ritmo brillante, le gags misurate condiscono la storiella di un umorismo piacevole e gaio, né nascondono la morale che, sotto sotto, occhieggia, anche se prevedibile: solo chi ha il coraggio del rischio e di accettare le sfide della vita riesce ad imporsi e ad essere qualcuno, negli anni Cinquanta come oggi. Vero? La commedia ci crede e fa credere di sì. Divertente al punto giusto, il film può essere valutato come consigliabile, brillante.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria
La solita ricetta made Nora Ephron, Fuori Concorso. Guarnita da una Meryl Streep (come sempre) straordinaria, nei panni di Julia Child
Per sbloccarsi da una situazione di stallo, la trentenne Julie Powell (Amy Adams), aspirante scrittrice, decide di darsi una scadenza: nell'arco di un anno dovrà realizzare tutte le 524 ricette presenti su "Mastering the Art of French Cooking" di Julia Child e riportare su un blog appositamente creato ogni dettaglio della sua esperienza. Più di cinquant'anni prima, nel 1948, Julia Child (Meryl Streep) era semplicemente una donna americana che viveva a Parigi, al fianco del marito Paul (Stanley Tucci), diplomatico. La sua gioia di vivere, la voglia di dedicarsi a qualcosa con impegno e dedizione, la portarono nel giro di un decennio a trasformarsi nella "cuoca d'America", colei che permise "agli americani senza servitù" di assaporare il gusto della cucina francese.
Partendo da due romanzi (quello di Julie Powell, che dà il titolo al film, e quello della stessa Julia Child, "My life in France"), Nora Ephron costruisce l'intreccio ideale tra due donne che, pur non incontrandosi mai, segnarono a loro modo una piccola rivoluzione: da una parte, entrando anche nelle case dei telespettatori americani con i programmi di cucina (imperdibile lo sketch di Dan Aykroyd nel '70 al Saturday Night Live, in cui il comico faceva il verso alla Child finendo per svenire dissanguato dopo il taglio di una falange), dall'altra dando vita a quello che, nel 2002, ancora non era un fenomeno così diffuso quanto oggi, il blog su internet, strumento che fece balzare agli onori della cronaca la Powell, finita su tutti i giornali e poi autrice del romanzo sopra citato. Brillante e divertente nella prima parte, il film della Ephron (che i più ricorderanno per Insonnia d'amore e C'è posta per te) non riesce a mantenersi costante, succube - com'era del resto prevedibile - della straordinaria performance della solita Meryl Streep (fantastica nel non caricaturizzare oltre misura la Child, alta 1 metro e 85 e dalla voce acutissima...), tanto da non lasciare più, minuto dopo minuto (123 in tutto, decisamente troppi), alcun margine di interesse a quella che, di fatto, sarebbe dovuta essere la vicenda portante dell'intero racconto. Amy Adams, del resto, non è la Streep: e se alla fine ne esce solamente con qualche livido e nulla di più, lo si deve semplicemente al fatto che le due attrici, agendo su piani temporali differenti, non hanno mai dovuto condividere un'inquadratura. (Valerio Sammarc)