Sabato 10 febbraio | Ore 21:00 |
Domenica 11 febbraio | Ore 16:00 e 21:00 |
Film vietato ai minori di 14 anni
Ambientato sullo sfondo del caos e della guerra civile che ha colpito la Sierra Leone negli anni ’90, “Blood Diamond” è la storia di Danny Archer (Leonardo DiCaprio), un ex mercenario dello Zimbabwe, e di Solomon Vandy (Djimon Hounsou), un pescatore di Mende. Entrambi gli uomini sono africani, ma le loro storie e le loro situazioni sono le più diverse possibili, fino a quando i loro destini si incrociano nell’impresa di ritrovare un raro diamante rosa, il tipo di pietra che può trasformare una vita.... oppure farla finire.
Solomon, portato via dalla sua famiglia e costretto a lavorare nelle miniere di diamanti, trova una gemma straordinaria e la nasconde a suo grande rischio, sapendo che se verrà scoperto, sarà ucciso all’istante. Ma sapendo anche che il diamante non solo gli fornirà il modo di salvare sua moglie e le sue figlie dal condurre una vita come rifugiate, ma lo aiuterà anche a salvare suo figlio, Dia, da un destino ben più crudele, quello di diventare un bambino-soldato. Archer, che si guadagna da vivere scambiando diamanti in cambio di armi, viene a sapere della storia segreta di Solomon mentre si trova in prigione per contrabbando. Sa che un diamante di questo genere può rappresentare l’occasione della vita: un valore sufficiente per permettergli di andar via dall’Africa e dal ciclo di violenza e corruzione del quale è stato volutamente un interprete. Entra in gioco Maddy Bowen (Jennifer Connelly), un’idealistica giornalista Americana che si trova in Sierra Leone per scoprire la verità che si nasconde dietro ai “diamanti insanguinati”, un giro che vede la complicità dei leader dell’industria dei diamanti che hanno scelto gli utili al posto dei principi. Maddy cerca Archer come fonte di notizie per il suo articolo, ma si accorge in breve tempo che è lui ad avere bisogno di lei.
Regia | Edward Zwick |
Sceneggiatura | Charles Leavitt |
Leonardo Di Caprio | Djimon Hounsou |
Jennifer Connelly | Kagiso Kuypers |
Arnold Vosloo | Antony Coleman |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC))
Giudizio: accettabile, crudezze
Thriller sul traffico di preziosi in Africa (e le colpe dell’Occidente). Bravo Leonardo Di Caprio, candidato all'Oscar
Dopo L’ultimo samurai il regista Edward Zwick torna al presente con Blood Diamond incentrato sulle implicazioni storico - politiche del contrabbando illegale di diamanti e ambientato durante la guerra civile in Sierra Leone del 1999. Un conflitto che ha provocato migliaia di morti e più di un milione di sfollati in nome del controllo del traffico di preziosi. Sullo sfondo di questa situazione drammatica si muovono l’ex mercenario sudafricano divenuto contrabbandiere Danny Archer (Leonardo Di Caprio) e Solomon Vandy, un pescatore di etnia Mende (Djimon Hounsou). Quest’ultimo ha trovato e nascosto un diamante rosa preziosissimo. Venuto in contatto con Archer, gli chiede, in cambio della localizzazione della pietra, di potere riabbracciare la sua famiglia scomparsa. Tra bambini-soldati e buoni samaritani che si dedicano alla loro rieducazione, campi profughi e distese di foreste, il viaggio intrapreso dai due uomini, diversi, ma genuinamente africani, conduce lo spettatore nel cuore della drammatica situazione del Continente Nero. Le immagini di guerriglia, sopraffazione e disperazione in questo thriller dal rilevante impatto politico colpiscono e commuovono. Zwick coinvolge emotivamente il pubblico evidenziando come l’Occidente sia indifferente e colpevole dinanzi alla spirale di violenza del contrabbando di diamanti. Puntando il dito contro le responsabilità degli occidentali, il film descrive le fatiche dei due uomini per recuperare la pietra e cercare forme differenti di salvezza personale. Notevole la presenza di Jennifer Connelly nei panni di un’affascinante giornalista americana che aiuta Archer e gli chiede di denunciare i suoi capi per mostrarne le responsabilità davanti al mondo intero. Intenso ed emozionante, Blood Diamond combina denuncia politica ed entertainment in una miscela interessante e spettacolare, sebbene mitigata in parte da una dose eccessiva di buonismo che emerge in una sorta di lieto fine, forse, troppo consolatorio rispetto all’amara realtà dei fatti. (Marco Spagnoli)
"Allestito nei luoghi pressoché veri con la valida consulenza di un documentarista di Freetown di nome Sorius Samura, il film intreccia a scene d'azione di allucinante verosimiglianza un melò in tipica chiave hollywoodiana, che ovviamente risulta meno credibile del contesto di guerra. Ma le quasi due ore e mezza scorrono senza inciampi e il carattere romanzesco non toglie efficacia alla denuncia, che infatti ha provocato sdegnate proteste da parte dei potenti del commercio diamantifero e precisazioni in punta di penna da qualche fonte ministeriale in Sudafrica. Preoccupa un film che induca eventuali acquirenti a pretendere il certificato a garanzia dell'origine 'pulita' del diamante. Resta il problema che, pur assunti da interpreti impegnati e convincenti, i personaggi rimangono ancorati allo stereotipo, con la conseguente facile prefigurazione dei rispettivi destini. Tuttavia questo ennesimo ruolo di bello, cinico e dannato ha procurato al bravo Di Caprio la candidatura all'Oscar per il miglior protagonista; mentre Hounsou è giustamente entrato nella cinquina per l'attore secondario." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 26 gennaio 2007)
"A conferma che il mito va oltre la morte, in perfetto sincrono con il cinquantenario della scomparsa di Humphrey Bogart arriva in 'Blood Diamond - Diamanti di sangue' l'ennesima incarnazione del suo tradizionale personaggio: l'idealista finto cinico, ovvero un Leonardo Di Caprio maturato e indurito. (...) Il film si concede un epilogo dove la cattiveria è punita e la bontà premiata (nella figura di Hounsou, candidato all'Oscar come non protagonista); mentre il personaggio di Danny, il cui fato si compie in una sintesi tra i finali de Il tesoro della Sierra Madre e Per chi suona la campana, ha assicurato a Di Caprio la nomination per il miglior attore." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 26 gennaio 2007)
Che bel film sarebbe 'Blood Diamond', se Edward Zwick avesse potuto dargli un finale completamente amaro, come aveva fatto con 'L'ultimo samurai'. Pazienza: sono comunque assicurate due ore d'ottimo cinema, dopo le quali si può uscire, evitando i sette minuti di arduo compromesso fra verosimiglianza e speranza. A questo difetto corrispondono varie qualità: ampi mezzi, dialoghi secchi e lucidi, specie all'inizio; recitazione essenziale; un soggetto quasi insolito, una delle varie guerre civili africane. Al cinema esse avevano avuto un certo splendore dalla metà degli anni Sessanta ('I quattro dell'oca selvaggia', ecc.), cioè quando da un pezzo ci si scannava in Katanga, proprio per i diamanti; poi nel Biafra, per il petrolio; poi in Ciad, per l'uranio..." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 26 gennaio 2007)