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Sabato 8 febbraio | Ore 21:00 |
Domenica 9 febbraio | Ore 15:00 e 21:00 |
New York 1863. Prima di diventare la città che conosciamo oggi, la metropoli del benessere, del potere e dei sogni sconfinati, New York era un luogo assai diverso, una città nascente dove il desiderio di una vita migliore aleggiava sulle strade piagate dal crimine. Proprio in queste strade, mentre la sopravvivenza della nazione stessa era in gioco sui campi di battaglia della Guerra Civile, stava nascendo un vasto e pericoloso sottobosco criminale. Erano le Gangs of New York, specializzati nel contrabbando, nel racket, nella prostituzione, nel gioco d'azzardo e negli omicidi al punto da diventare leggendari - e la loro capacità di corrompere avrebbe minacciato l'esistenza stessa della classe operaia americana. In una città ancora giovane e tutta da costruire, era un'epoca di ferocia, intolleranza e paura. Ma era anche un'epoca di coraggio straordinario, allorché quanti si trovavano ai margini della società lottavano per la libertà delle future generazioni.
Leonardo Di Caprio | Regia | Martin Scorsese |
Daniel Day-Lewis | Sceneggiatura | Jay Cocks |
Cameron Diaz | Steven Zaillian | |
Jim Broadbent | Kenneth Lonergan | |
John C. Reilly | ||
Henry Thomas | ||
Brendan Gleeson |
"La definizione più giusta l'ha trovata Tullio Kezich e gliene rendiamo merito: 'film imponente, ma non ispirato'. Lame, mazze, bande feroci, coltellacci, ratti, cagnacci e battaglie peggio che ne 'Il Signore degli Anelli' (...) Scorsese corona il sogno di sempre: girare una pellicola di tremenda efficacia, senza bravi ragazzi e in balia di tori scatenati. Tremende anche le imperfezioni (tagli ottusi e forzati, scarsa introspezione, eccesso di eventi fuori orario). Ma che graffio, che grinta, che disperato bisogno di Assoluto!". (Alessio Guzzano, 'City', 24 gennaio 2003)
"Scorsese è un grande scrittore: onore e sfida, coraggio e paura, deferenza e oltraggio escono dalle pagine di Dickens come di Shakespeare diventando carne, azione, passione e cronaca, nonostante qualche inadeguatezza del cast. E' da discutere se la frequente impressione di trovarsi in un set-affresco, anziché nel near-west 'vero' di New York 1850, sia un limite e non invece la metafora stilizzata della catastrofe nostra contemporanea. Da vedere". (Silvio Danese', Il Giorno', 24 gennaio 2003)
"La storia comincia con uno scontro di massa sanguinoso e termina con i tumulti contro la legge sulla coscrizione obbligatoria, girati magnificamente, ed ha bravi interpreti. Il film, sempre grandioso e a volte tedioso, testimonia la capacità di Scorsese di pensare in grande". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 24 gennaio 2003)
"No, 'Gangs of New York' non è capolavoro annunciato; o meglio, lo è solo in parte. Capolavoro a metà è un concetto che non regge? Sia pure: resta il fatto che il film, dopo aver mescolato per due terzi cose belle (la nervosa sequenza iniziale) con altre meno riuscite, nell'ultima parte decolla vertiginosamente offrendo allo spettatore un'ora di cinema memorabile". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 gennaio 2003)