Sabato 22 novembre | Ore 21:00 |
Domenica 23 novembre | Ore 16:00 e 21:00 |
Cresciuti insieme nei dintorni di Boston, Jimmy, Dave e Sean passano le loro giornate giocando a baseball e mettendosi nei guai: fino a quando qualcosa di terribile accade a Dave. I tre si perdono di vista per ritrovarsi 25 anni dopo in un'occasione luttuosa, l'uccisione della figlia di Jimmy. Ad indagare sarà Sean, ora poliziotto, che deve riuscire a trovare l'assassino prima di Jimmy: l'uomo infatti ha deciso di vendicare personalmente la morte della ragazza...
Tratto dal romanzo omonimo di Dennis Lehane.
Miglior attore protagonista a Sean Penn
Miglior
attore non protagonista a Tim Robbins
Sean Penn | Jimmy |
Tim Robbins | Dave |
Kevin Bacon | Sean |
Laura Linney | Annabeth Markum |
Marcia Gay Harden | Celeste |
Laurence Fishburne | Whitey |
Val Savage | Kevin |
Brendan Harris | Thomas |
Kevin Savage | Robert |
Regia | Clint Eastwood |
Scenografia | Henry Bumstead |
Costumi | Deborah Hopper |
Sceneggiatura | Brian Helgeland |
Musiche | Clint Eastwood |
Lennie Niehaus | |
Montaggio | Joel Cox |
Trucco | Carol A. O'Connell |
Effetti speciali | Steve Riley |
Fotografia | Tom Stern |
Durata: | 2h e 17' |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)
Giudizio: Discutibile/problematico/dibattiti
Tematiche: adolescenza, amicizia, famiglia - genitori figli, giustizia, letteratura, male
'Una tragedia americana' potrebbe essere il sottotitolo di questa storia dai forti risvolti drammaturgici e psicologici. Il tema della 'violenza' così frequente e quasi connaturato alla vita americana attraversa il copione come un inquietante filo conduttore, accompagnando i tre protagonisti dall'infanzia all'età matura lungo un percorso che diventa snodo esistenziale, spinta non rinviabile verso scelte morali, atteggiamenti etici, cambiamenti difficili. Il 'non uccidere' aleggia sullo svolgersi dei fatti nel contrasto quasi primordiale ma centrale tra la coscienza della legge impersonata da Sean e l'istinto del malavitoso impersonato da Jimmy. Dave, in mezzo, è quello che ha subito la violenza da piccolo e ora si rassegna a subirne una da adulto. Il passato trascolora nel presente, il perdono si arrende di fronte alle difficoltà del comunicare, la famiglia non basta a coprire i vuoti del dolore profondo. Così la giustizia, intesa come legge regolatrice della società, quando ormai è troppo tardi, e la cattiva coscienza ha prevalso sul desiderio di pietà. Diretto con tensione narrativa e con immagini di commozione da Clint Eastwood, il film è un amaro apologo sull'America contemporanea, sulle ferite della follia che la ragione non è capace di rimarginare. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, certamente problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: in programmazione ordinaria il film si rivolge ad un pubblico adulto. I temi che propone possono poi essere approfonditi in occasioni mirate, entrando meglio nelle molte suggestioni della storia. Attenzione per i minori è da tenere anche in vista dell'utilizzo di VHS e DVD.
"Tratto da un romanzo di Dennis Lehane, 'Mystic River' riporta Clint Eastwood al respiro classico e ai grandi temi delle sue opere maggiori, in testa 'Gli spietati': le catene della colpa, il passato che non passa, la rete di errori e sospetti che propaga ineluttabilmente il male. Nessuno è del tutto innocente, ognuno nasconde segreti e zone d'ombra. Tutti, perfino il padre, hanno contribuito in qualche modo alla morte della ragazza. Come dice a un certo punto il poliziotto Kevin Bacon, 'è come se quel maledetto giorno fossimo saliti tutti e tre su quell'auto'. Il passato non si cancella, scorrerà altro sangue innocente o quasi. Fino al disperato e per certi versi sconcertante finale, che vede le vittime, condannate dalle loro stesse debolezze, punite due volte. Mentre a chi magari si è fatto giustizia da sé vengono riconosciute tutte le attenuanti. Non da un tribunale, ma dai protagonisti stessi e dalle loro famiglie. Morale ambigua che scatenerà il dibattito su questo film trascinante e imperfetto, dominato dal cast e dalla magnifica ambientazione più che da una regia netta e vigorosa ma a tratti come soggiogata dal carico di violenza e di pietà all'opera in questa 'tragedia americana'." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 24 maggio 2003)
"Film lungo e avvincente , che si colloca fra le migliori riuscite di Eastwood. Ambientazione perfetta, ritmo implacabile, attori magnifici. Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon si confermano campioni della recitazione naturalistica, il sergente Laurence Fishburne è un grande centro sostegno e le donne non sono da meno. C'è poi la sorpresa di un cammeo non accreditato del grande Eli Wallach, in una testimonianza da antologia". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 24 maggio 2003)
"Con interpreti del calibro di Sean Penn e Tim Robbins, dell'ala più anti-Bush, diretti dal già reaganiano Clint Eastwood, 'Mystic River' incuriosisce per la stima professionale che sottintende questa 'coalizione'. Esteticamente, se il film conquista dall'inizio, alla fine stupisce non per il modo - preciso, meticoloso e tradizionale - in cui è girato, ma per la disperazione che lo percorre. Produttore, regista, compositore della colonna sonora, un Eastwood davvero autore sceglie la coerenza, come avrebbe fatto Marcel Carné, regista francese con cui in comune, finora, aveva solo la professione. (...) Chapeau per il coraggio e la bravura: 'Mystic River' è infatti uno dei rari film da vedere." (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 24 ottobre 2003)
"America nera. Raccontata, con il suo abituale pessimismo d'autore, da Clint Eastwood tramite un thriller di Dennis Lehane, 'La morte non dimentica'. Due momenti. (...) La soluzione non attenua il 'nero' da cui si era partiti, anzi lo porta addirittura al diapason, con le tensioni del thriller che, intenzionalmente, sconfinano nell'orrore. Eastwood, che si è scritto il testo, ha lavorato di fino attorno ai caratteri dei tre protagonisti, dosandone con asciutto rigore tutti i processi psicologici. Senza mai note di troppo. Mentre la sua regia, con una distanza di ghiaccio, tende quasi soltanto a esporre i fatti, pur scavando nelle loro origini e nelle loro evoluzioni. Con uno stile che, visivamente e come cadenze narrative, si affida sempre ai moduli del cinema americano classico quando affronta le tragedie di casa. Meriti eguali nei protagonisti, specialmente Tim Robbins, la vittima, e Sean Penn, il vendicatore." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 24 ottobre 2003)
"Malgrado la storia di delitto e castigo, 'Mystic River' non è un giallo, ma piuttosto un racconto morale. Ciascuno è colpevole e contemporaneamente vittima, mentre la legge e la Chiesa sono troppo rigide per capire i motivi dei comportamenti umani. Ultimo fra i registi classici, Eastwood tira le fila con sicurezza e guida lo spettatore attraverso lo spazio dello schermo permettendogli di orientarsi nelle situazioni più complicate e d'identificarsi con le motivazioni di una folla di personaggi. Però non resiste alla tentazione di sovrasignificare; così manca il capolavoro per eccesso di zelo. In un film solo apparentemente declinato al maschile Marcia Gay Harden e Laura Linney tratteggiano due intensi caratteri di donna: il che, per un regista considerato (a torto) misogino, non è affatto male." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 ottobre 2003)