Giovedì 5 marzo 2020 - Ore 21:00
Ingresso unico: 4.00 €
La vera storia di Richard Jewell, che nel 1996 fu vittima di una tragica disavventura che ne avrebbe segnato per sempre l'esistenza: avendo scoperto una bomba all'Olympic Park di Atlanta, durante le Olimpiadi estive, prese l'iniziativa di far evacuare l'intera zona, incassando i complimenti di tutti. Pochi giorni dopo però gli venne intentato un vergognoso processo mediatico in cui veniva accusato di essere stato lui stesso ad aver piazzato la bomba, con tutte le ricadute del caso sulla sua vita personale e professionale. Nemmeno la scoperta del vero colpevole, Robert Rudolph, e la caduta di ogni accusa a suo carico avrebbero riparato al danno che Jewell subì. Morì nel 2007 a soli 45 anni.
Regia: Clint Eastwood
Interpreti: Sam Rockwell, Olivia Wilde, Jon Hamm, Kathy Bates, Paul Walter Hauser, Nina Arianda, Ian Gomez, Deja Dee, Wayne Duvall, Mike Pniewski, Mitchell Hoog, Niko Nicotera, Billy Slaughter, Dylan Kussman
Sceneggiatura: Billy Ray
Fotografia: Yves Bélanger
Montaggio: Joel Cox
Durata: due ore e nove minuti
Se la vicenda di Chesley Sullenberger, detto Sully, il pilota che nel 2009 decise il destino di 155 persone, ci era sembrata la chiusura ideale dell’opera che Clint Eastwood sta componendo da anni, Richard Jewell è forse l’ultimo, spiazzante, protagonista del Pantheon che il regista americano ha dedicato agli eroi invisibili.
Quelli pronti a morire per il proprio Paese senza battere ciglio, che camminano nella folla, senza che nessuno lo sappia o possa riconoscerli. Ecco quindi un uomo sovrappeso e malato, che sogna di diventare poliziotto. Il volto e la fisionomia non lo aiutano (il bravissimo Paul Walter Hauser), eppure la sua missione è salvare e proteggere la gente.
È la ragione di vita di questo ragazzone che abita ancora con la madre (ottima anche Kathy Bates). Richard Jewell, in uscita per la Warner Bros. dal 16 gennaio, è ispirato a una storia vera.
Un fatto di cronaca rispolverato dal quasi 89enne Clint, che stavolta punta la pistola contro le storture dei media e l’incapacità dell’FBI. Dopo vari lavoretti, Richard diventa l’addetto alla sicurezza dei Giochi Olimpici estivi di Atlanta. È il 27 luglio 1996. Scopre uno zaino nascosto sotto una panchina.
Lancia l’allarme e la polizia cerca di allontanare le migliaia di persone, non abbastanza in fretta, perché la bomba esplode ma grazie a Richard si salvano in molti e i danni collaterali sono ridotti. Eroe per un giorno, anzi tre. Acclamato da ogni tv, forse un libro sulle sue memorabili gesta. Poi, l’inferno. In mancanza di altre piste da seguire, un agente del Bureau (Jon Hamm) si convince della sua colpevolezza.
Per tre lunghi mesi Richard sarà considerato un terrorista. E la madre paralizzata dalla beffa. Quando le accuse cadranno, anche per la bravura dell’amico e avvocato Watson (Sam Rockwell, sempre sorprendente), per lui non sarà più lo stesso.
L’infamia, il sospetto, gli resteranno appesi, come l’uniforme da poliziotto, infine conquistata. Un film potente, efficace e molto amaro (Marina Sanna)