Sabato 6 dicembre - Ore 21:00
Domenica 7 dicembre - Ore 21:00
Il tenente di vascello A.K. Waters viene inviato, in una delle solite missioni d recupero, in Nigeria dove dopo il crollo del governo il paese cade nelle mani di una feroce dittatura. La dottoressa Lena Kendricks del reparto dei medici senza frontiere soccorre le vittime della guerra civile in corso. Quando Waters giunge al villaggio, la dottoressa accetta di ripartire alla sola condizione che lui aiuti gli abitanti del villaggio a raggiungere la vicina frontiera per consegnarli in asilo politico...
Bruce Willis | Monica Bellucci |
Cole Hauser | Tom Skerritt |
Regia di Antoine Fuqua | |
Sceneggiatura di Alex Lasker e Patrick Cirillo |
Giudizio: Discutibile/crudezze
Tematiche: Guerra; Politica-Società; Povertà-Emarginazione;
Si tratta di una storia molto modesta, tutta incentrata su un salvataggio individuale che diventa paradigma di un esercito americano pronto ad accorrere in ogni parte del mondo per soccorrere il malcapitato di turno. Il racconto infatti si muove lungo gli stereotipi dell'Africa selvaggia da un lato e del sacrificio dall'altro, senza aggiungere né togliere a tante altre storie simili viste in decine di altri titoli. Una buona dose di patriottismo è evidentemente necessaria per ridare fiato agli Stati Uniti del dopo 11 settembre. C'è spettacolo, c'é retorica, ci sono comunque alcuni valori giusti di cui si proclama la difesa. Ma sopratutto ci sono eccessi visivi negli scontri a fuoco, che offrono la possibilità di creare uno spettacolo come al solito rapido e incalzante ma non sempre sembrano necessari. Tra alti e bassi, un film d'azione abbastanza di routine che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, e segnato da crudezze.
Utilizzazione: Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Stessa preoccupazione é da tenere per i minori in previsione di passaggi televisivi, o di utilizzo dei supporti in VHS e in DVD.
"'L'ultima alba' è un exploit di retorica umanitaria, un inno all' America che difende le democrazie, un interminabile film bellico che non approda a nulla, non emoziona e non commuove perché non è mai sincero e credibile, neppure negli stereotipi del vecchio cinema. Mancano al secondo film di Fuqua, i pregi del primo, 'Training Day': non c' è ritmo interno, è psicologicamente labile quando non ridicolo, manda il cast in tilt." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera, 22 novembre 2003)