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Andrea è un trentottenne, bello e sicuro di sé. Single, ‘sciupafemmine’ e superficiale, con un'avviatissima carriera in un'importante agenzia che si occupa di product placement. Nella sua vita, fatta di avventure di una sola notte, sembra andare tutto a gonfie vele: nessuna responsabilità, tutto lavoro e divertimento. Finché un giorno, al suo ritorno a casa, dove vive con Paolo - un curioso amico disoccupato - trova... Layla. La ragazzina, decisamente stravagante, ha diciassette anni e dice di essere sua figlia. E non è sola... Con lei c'è suo nonno Enzo, un improbabile ex rockettaro e padre della sua prima fugace e dimenticata conquista... E sono venuti per restare!
Regia: Edoardo Leo
Interpreti: Raoul Bova, Marco Giallini, Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Rosabell Laurenti Sellers, Paola Tiziana Cruciani, Mattia Sbragia, Ninni Bruschetta
Sceneggiatura: Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Herbert Simone Paragnani
Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Patrizio Marone
Musiche:
Durata: 1 ora e 42 minuti
Il difficile mestiere del genitore per Raoul Bova e il regista-interprete Edoardo Leo: commedia scontata
Il difficile mestiere di essere padre è quello che deve imparare un quarantenne “lampadato, camicia perfettamente stirata e pantalone bianco” che non perde una serata in discoteca e lavora nell’industria cinematografica. L’immaturo Andrea (Raoul Bova) scopre di avere una figlia diciassettenne, Layla (Rosabell Laurenti Sellers), cresciuta con il nonno hippie Enzo (Marco Giallini), che, cliché tra i cliché, è un po’ anarchica ma più matura delle coetanee. L’ “amico stupido” Paolo (Edoardo Leo) e una professoressa di educazione fisica (Nicole Grimaudo) aiuteranno l’egoista Andrea a fare il papà e ad imparare a prendersi cura degli altri, e Layla a fare la figlia e a capire l’importanza del perdono.
La seconda prova da regista (18 anni dopo è del 2010) dell’attore Edoardo Leo, scritta insieme a Massimiliano Bruno (Nessuno mi può giudicare; Viva l’Italia), è la metamorfosi, già vista, dello sciupafemmine che scopre di essere padre di un’adolescente problematica. L’iniziale rifiuto di paternità dell’eterno Peter Pan di turno lascia il posto all’instaurarsi di un rapporto sincero e ad una presa di coscienza come individuo. Insomma, alla fine le donne, le macchine e la carriera non fanno la felicità, quello che conta sono gli affetti e la sostanza. Superficialità vs Consapevolezza per un film ben confezionato (il product placement magistralmente risolto nella sceneggiatura) che tenta di andare in profondità e intrattiene con una serie di gag dell’ottimo Giallini pur rimanendo una commedia scontata, a volte troppo sdolcinata e buonista (Giulia Iselle)
"'Buongiorno papà' porta diverse conferme. L' irruzione di una generazione quarantenne nella commedia. La perdita di confini trai ruoli attoriali e quelli autorali: tutti fanno tutto. Infine la conferma che la serie tv derivata da 'Romanzo criminale' film e libro si è rivelata una fortunata occasione di lancio. Regista e coprotagonista è Edoardo Leo (ma il soggetto è di Massimiliano Bruno), alla sua opera seconda dopo 'Diciotto anni dopo'. Ritaglia su di sé qui in modo ancor più accentuatamente e intelligentemente defilato un ruolo per certi versi analogo. Lì era il fratello succube e meno fortunato, qui convivente di Raul Bova che fa il quasi quarantenne innamorato di sé e della vita senza responsabilità (cui capita però la tegola della scoperta di una figlia adolescente nata da una dimenticata avventura), è l'amico fedele e leale quanto imbranato ma portatore di valori positivi. Altri elementi di spicco sono Nicole Grimaudo e il richiestissimo Marco Giallini nei panni anagraficamente un po' incongrui del nonno della ragazzina, hippie invecchiato ma saggio." (Paolo D'Agostino, 'La Repubblica', 14 marzo 2013)
"La commedia italiana è viva. Attenzione, non rinata: viva. È un genere che nel nostro cinema non muore mai, che spesso declina sull'attualità (...) ma a volte riesce a sollevarsi dalle secche della cronaca e della satira per parlare, più semplicemente, della vita. Massimiliano Bruno è un regista-sceneggiatore che riesce a fare entrambe le cose: nei suoi film da regista ('Nessuno mi può giudicare' e 'Viva l'Italia') ha cavalcato il primo genere con risultati alterni, come scrittore riesce a volare più alto. (...) (Siamo sul terreno della commedia di costume, e il risultato è davvero convincente. Si ride con la sensazione di osservare dei vicini di casa, appena un po' squinternati. Edoardo Leo è un talento da tener d'occhio. Ottimo attore (...), al secondo film diretto in prima persona si assicura con lode la laurea in regia. (...) 'Buongiorno papà' è un film forse meno ardito, che gioca consapevolmente su un paio di cliché mettendoci però dentro, quasi a forza, la verità della vita vissuta. Marco Giallini (attore enorme, ormai è ufficiale) rifà il coatto romano aggressivo ma «de core» già sperimentato con Carlo Verdone in 'Posti in piedi in Paradiso', Raoul Bova scherza sulla propria immagine di bello immaturo (ma assai più umano che, appunto, in 'Immaturi'), lo stesso Leo si diverte a ritagliarsi il ruolo da «spalla» dell'amico imbranato. Il tutto partendo da uno schema eterno che, in commedia, funziona sempre: l'improvviso arrivo, nella vita di un «maschio cacciatore», di una figlia della quale si ignorava l'esistenza. (...) I tipi del fanfarone, del coatto e dell'imbranato sono come le maschere della commedia dell'arte: non muoiono mai. Leo e soci le riportano d'attualità calandole nell'Italia post-berlusconiana attanagliata dalla crisi. 'Buongiorno papà' parla di noi, e del poco (pochissimo!) che gli italiani di mezza età hanno da offrire ai propri figli. Meglio un nonno ex Giaguaro, e per niente smacchiato." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 14 marzo 2013)
"Scritto e diretto da Edoardo Leo, il film si avvale di attori accattivanti come Raoul Bova e Marco Giallini, però fra gag e risvolti sentimentali l'andamento è quello della sitcom." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 14 marzo 2013)
"La miglior prova di Bova (alla Hugh Grant di 'About a Boy', stravolto anche dal look super-piacione) unita alla potenza comica di Giallini (ogni sua entrata è esilarante) rendono il film scoppiettante. C'è anche commozione familiare, dramma amicale (l'amico perdente di Bova è un dolcissimo Leo) e storia d'amore. Fin troppa carne al fuoco ma per essere un'opera seconda, il 40enne Leo conferma e migliora il suo cinema di famiglie in ricostruzione dopo traumi disgregativi." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 14 marzo 2013)
"Questa sì che è una sorpresa. Una commedia italiana frizzante e spiritosa. Nonostante il protagonista sia Raoul Bova, che è invece ammirevole per autoironia, in mutande e senza. La trama è semplice, quasi banale (...). Decisamente alto il tasso di umorismo, sopportabile quello del tenerume." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 marzo 2013)
"Che piacere ritrovare una commedia all'italiana che sa far ridere senza volgarità. Pur con un plot non propriamente originale (...), Edoardo Leo dirige (e interpreta), con brio, un cast particolarmente ispirato, con menzione per il bravissimo Marco Giallini (...)." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 21 marzo 2013)