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Come ogni mattina Maurizio, spingendo sulla sedia a rotelle la madre Valeria, arriva ad aprire il proprio locale sul litorale romano. C'è il bar, ci sono sdraio e ombrelloni e c'è anche un ristorante con il pesce appena arrivato dalla barca del pescatore Alfredo. Comincia la giornata e alla spicciolata arrivano i clienti, alcuni abituali, altri occasionali. Alcuni riescono a rilassarsi, altri invece girano intorno a problemi familiari e lavorativi che si portano da casa. Gli incroci sono inevitabili, qualcuno interviene su discussioni estranee, altri raccontano fatti propri, altri pensano al futuro. Al calar del sole, tutti vanno via e il locale si apre a serate elegante e esclusive. Ma la tranquillità non é assicurata.
Regia: Matteo Cerami
Sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Matteo Cerami
Fotografia: Maurizio Calvesi
Montaggio: Anna Napoli e Patrizio Marone
Musiche: Nicola Piovani
Interpreti: Marco Giallini (Maurizio), Ilaria Occhini (Valeria), Vincenzo Cerami (Gianni), Anna Bonaiuto (Adalgisa), Libero De Rienzo (Nando), Francesco Montanari (Gigi), Ambra Angiolini (Giovanna), Claudia Zanella (Sara), Franco Pistoni (Geroboamo), Sergio Fiorentini (il nonno), Elena Radonovich (Alina), Giorgio Gobbi (Cerquetti), Luigi Proietti, Ennio Fantastichini, Rodolfo Laganà, Ninetto Davoli, Lele Vannoli, Clarita Ziniti Gatto.
Durata: 1 ora e 35 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Complesso, superficialità
Tematiche: Amicizia; Mare; Matrimonio - coppia; Omosessualità
Il regista esordiente Matteo Cerami è il figlio di Vincenzo. Insieme hanno scritto il copione, mentre il padre aveva collaborato nel 1977 anche a quello di "Casotto" (diretto da Sergio Citti) che qui viene esplicitamente richiamato. Un luogo unico, una giornata vista dalla mattina alla sera: sono le premesse per quella che Matteo definisce "una commedia amara, corale, ultracorale nella quale il mare é onnipresente, accogliente, languido e incombente...". Quando c'è l'unità del luogo, le storie che vi si svolgono sono per contrasto tante, difficili da ricordare e riferire. Conta l'affresco complessivo, la capacità di catturare caratteri e psicologie anche con una semplice espressione. In più momenti lo sguardo del regista sembra cogliere la verità dei personaggi, il loro amaro muoversi tra felicità e infelicità, sogni e bisogni. In altri invece la collusione col prevedibile sottrae autenticità alle situazioni. E arriva una non esaltante banalità. Ne esce il ritratto di un'Italia frammentata e dispersiva, individualista, cinica, un po' pavida e incapace di scelte coraggiose. Forse i valori non abitano quella spiaggia. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e caratterizzato da superficialità.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendo conto di quanto detto sopra. Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
"Il vecchio 'Casotto' di Sergio Citti, oltre ad essere allora il primo film pasoliniano dopo la morte del maestro, proponeva un tipo di comicità mai più riproposta fatta di contrasti ruvidi, realistica e surreale, con personaggi divertenti e romani ma poi così sgradevoli. Il tutto ambientato in un unico set, appunto il casotto, dove, come in un reality o in una sit-com di oggi si muovono e si incontrano i vari protagonisti. (...) Una giornata al mare, un unico luogo, cioè uno di questi capannoni-bar di Ostia, una serie di personaggi grandi e piccoli dell'Italia di oggi che si incastrano fra loro, coi loro problemi, e proprio incontrandosi, cambiano e mostrano debolezze e insicurezza. Ovvio che 'Tutti al mare' non può avere la forza del primo 'Casotto', ma molte delle figurine che incontriamo sono ben costruite e ben recitate. Oltre a Proietti e a Giallini, finalmente protagonista nella parte del padrone del bar, pensiamo a Ilaria Occhini come sua madre, una vecchia cattiva alla Paolo Stoppa, o alla coppia di amici Francesco Montanari - Libero De Rienzo, ottusi e poco sinceri, o al surreale Valerio Mastandrea, fantino in cerca di un cavallo. C'è perfino un Pippo Baudo un po' sprecato (ha un'unica battuta). Ma più che dal funzionamento dei singoli personaggi, il film prende forza dal funzionamento della vecchia struttura di Casotto, che i due Cerami gestiscono bene e rinforzano con qualche novità, e dal recupero di quel tipo di commedia alla Citti così sgradevole, così politica, e così poco praticata in questi ultimi vent'anni." (Marco Giusti, 'Il Manifesto', 11 marzo 2011)
"Parente di 'Casotto' di Citti, scritto da Cerami senior che ora sceneggia il film diretto con bel piglio malinconico dal figlio, 'Tutti al mare' è un finto cine panettone che termina con la canzoncina del titolo. In mezzo, un'Italia in allegro disfacimento, puzzle di tipi da spiaggia, cast di soliti noti e ignoti amalgamati in un racconto frastagliato dove, oltre qualche inutile metafora (il cavallo) e moralità (il barcone), vive la mediocrità di una domenica d'agosto aggiornata alla volgarità di oggi." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 11 marzo 2011)
"Riecco trentacinque anni dopo il 'Casotto' di Citti, riaggiornato dal figlio d'arte Matteo Cerami. Che non riesce a peggiorarlo, nonostante la buona volontà e l'aiuto di papà Vincenzo, presente anche in scena. Allora i bagnanti si alternavano in una cabina di Ostia, oggi si ritrovano in un chiosco sulla spiaggia di Castelporziano, gestito dal bravo Marco Giallini. Tra le tante macchiette spicca per inutilità il matto Ennio Fantastichini e per simpatia lo smemorato Gigi Proietti. Spiritoso l'omaggio a Sergio Citti, nominato sesto re di Roma, al posto di Servio Tullio." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 11 marzo 2011)
Quello che... non abbiamo fatto - I film della stagione 2010 / 2011