Sabato 10 novembre - Ore 21:00
Domenica 11 novembre - Ore 16:00 e 21:00
E se un giorno un politico cominciasse a dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità? Il politico in questione si chiama Michele Spagnolo, un nome forte, di quelli che comandano, ed ha tre figli: Riccardo, medico integerrimo e socialmente impegnato; Susanna, attrice di fiction senza alcun talento; Valerio, un buonannulla in carriera che deve tutto al padre. In oltre trent'anni di onorata carriera Michele ha sempre anteposto i suoi interessi personali a quelli della collettività ed è passato indenne attraverso i mille scandali che hanno flagellato il nostro paese. L'ultima cosa al mondo che dovrebbe succedere ad un uomo del genere è dire la verità...Eppure, dopo una notte trascorsa con una “promettente” soubrette televisiva, Michele viene colto da un malore, si salva, ma non senza conseguenze. L'apoplessia ha colpito proprio la parte del cervello che controlla i freni inibitori ed ora il politico dice tutto ciò che gli passa per la testa, fa tutto quello che gli va e non ha la minima cognizione della gravità delle sue azioni.
Regia: Massimiliano Bruno
Interpreti: Raoul Bova, Michele Placido, Rocco Papaleo, Ambra Angiolini, Alessandro Gassman, Edoardo Leo, Maurizio Mattioli, Sarah Felberbaum, Isa Barzizza, Rolando Ravello, Imma Piro, Camilla Filippi, Barbara Folchitto, Nicola Pistoia, Valerio Aprea, Ninni Bruschetta, Stefano Fresi, Sergio Fiorentini, Remo Remotti
Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone
Fotografia: Alessandro Pesci
Montaggio: Patrizio Marone
Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Durata: 1 ora e 51 minuti
Ma quanto è nazional-popolare Massimiliano Bruno? Con attori super e tanta ambizione, ecco il nostro Bel Paese...
A Massimiliano Bruno piace vincere facile. Il suo Viva l’Italia è nazional popolare come la Carrà, la lasagna e la Monna Lisa. Cavalca l’onda del malcontento generale dell’era Monti e l’indignazione per la malapolitica, qui incarnata dall’onorevole Michele Spagnolo (Michele Placido), uno squalo di Montecitorio, un potente corrotto da mille vizi, che mentre si trova in compagnia di una escort aspirante Velina, viene colto da un’apoplessia che gli intacca la parte del cervello che controlla i freni inibitori e gli impedisce di mentire, facendolo diventare una mina vagante per il partito e la famiglia. Il compito di arginare la parabola discendente di Spagnolo spetta ai tre figli, Valerio (Alessandro Gassman), un bamboccione che ha fatto carriera grazie a “papà”, Susanna (Ambra Angiolini) cagna senza talento e con la zeppola aspirante attrice e Riccardo (Raoul Bova) medico integerrimo.
Bruno condensa le chiacchiere da bar, i commenti pseudopolitici da social network, i “Basta” che si alzano all’unisono appena viene smascherato lo scandalo e quelli contro i privilegi della classe dirigente e c’è puzza di qualunquismo. Fa un passo in più rispetto al precedente Nessuno mi può giudicare, non è la solita becera commedia da panettone, anche se la grande ambizione penalizza il tono, eccessivo e sopra le righe. Dalla sua però ha un cast azzeccato di attori che offrono una grande prova (da Placido a Gassman passando per Edoardo Leo e Sarah Felberbaum) e la fotografia di Alessandro Pesci (Habemus Papam). Rocco Papaleo ritrova il ruolo di Tony, il nome è lo stesso, l’agente dell’attricetta raccomandata, che fece per D’Alatri qualche anno fa in Commediasexy (che aveva anticipato Rubygate e casi di attici vista Colosseo).
Nulla è lasciato all’intuizione, Bruno ci imbocca con una verità amara che conosciamo già - a che pro? - commenta sarcastico la Costituzione come già avevano fatto Benigni e Crozza, Fazio e Saviano, il monologo finale dell’onorevole Spagnolo sembra scritto da Travaglio e anche la colonna sonora è didascalica, non manca Frankie Hi-NRG con Quelli che benpensano, pezzo di quindici anni fa che ultimamente in molti amano citare “perché fotografa il Paese”. Forse tra vent’anni servirà a ricordarci come eravamo. Ma oggi “la proposta politica” di Bruno suona alla Celentano: “e se noi tutti insieme, in un clan, ci uniremo, cambierà questo mondo...” (Mondo in Mi 7°, 1969). E allora Viva l’Utopia! Viva l’Italia! (Giulia Iselle)