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Andrea Campi è un giovane avvocato che lavora in un prestigioso studio legale internazionale, specializzato in importanti operazioni societarie. Per fare carriera Andrea ha rinunciato ad avere una vita sociale. Le giornate scorrono tra contratti e riunioni interminabili., fino al giorno in cui Andrea si trova coinvolto in un nuovo progetto particolarmente delicato. E' l'inizio di un turbine di eventi e incontri che sconvolgerà per sempre la sua vita.
Regia: Umberto Carteni
Interpreti: Fabio Volo, Zoé Felix, Ennio Fantastichini, Nicola Nocella, Marina Rocco, Adriano Braidotti, Jean-Michel Dupuis, Ahmed Hafiene, Pino Micol, Federico Baccomo, Isa Barzizza, Erika Blanc, Luisella Boni
Sceneggiatura: Federico Baccomo, Francesco Bruni, Umberto Carteni, Alfredo Covelli
Fotografia: Vladan Radovic
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musiche:
Durata: 3 ore e 10 minuti
Tra aridità personale e cinismo da lavoro, Carteni sceglie la maturazione sentimentale "alla Fabio Volo". Ripetuto, con brio
Dopo averlo visto ne Il giorno in più, tratto dal suo omonimo romanzo,
Fabio Volo torna al cinema per dare vita a un altro personaggio
refrattario alle relazioni sentimentali. In Studio illegale è Andrea
Campi, avvocato rampante che lavora in uno studio milanese molto
rinomato, dal quale si separa solo per concedersi brevi incontri
sessuali.
Sarà il suicidio di un collega, l'affidamento di un
incarico importante come l'acquisizione di una ditta farmaceutica di
Treviso da parte di una multinazionale di Dubai e soprattutto l'incontro
con la bella avvocatessa francese della controparte (interpretata da Zoé
Felix) a fargli cambiare vita.
Nello "Studio (il)legale" insieme al protagonista ci sono gli ottimi Ennio Fantastichini, nel ruolo dello spietato capo-ufficio, e Nicola Nocella, giovane praticante un po' impacciato innamorato della segretaria svampita (Marina Rocco).
Tratto dall'omonimo libro di Federico Baccomo, che è anche autore della sceneggiatura insieme al regista Umberto Carteni, Francesco Bruni e Alfredo Covelli, la seconda prova in regia dell'autore di Diverso da chi? racconta con leggerezza il cinismo di un mondo - la Milano dei grandi uffici - dove non c'è più spazio per la vita personale.
Nulla di nuovo, ma la regia spigliata di Carteni, la fotografia di Vladan Radovic, lo humour sottile e le musiche accattivanti (c'è anche James Brown nello score) assicurano al film un look che non dispiace. (Giulia Lucchini)
"II film di Umberto Carteni pare uscito dalla Milano da bere di anni fa. Stile piacione da spot e troppa colonna troppo sonora; ma soprattutto il bravo Fabio Volo cerca di diventare spregevole, ma resta un simpatico ragazzo che si prende una cotta per Zoè Fèlix, attorniato da caratteristi legali vecchio stampo, dal grassone timido al «mostro» barzellettaro golfista. Manca la materia del contendere, le accuse sono superficiali e il cinismo verso i suicidi è un patrimonio acquisito da tempo in città." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 febbraio 2013)
"Mentre il cinema italiano si affanna a rappresentare la crisi quasi a recuperare il tempo perduto, una commedia come quella di Carteni emana un sentore di anacronismo. Sembra (già) appartenere al passato quella Milano popolata di omini di Magritte, tutti con valigetta portadocumenti e auricolare; per non dire di un protagonista che si dibatte tra carrierismo e scrupoli morali. E l'impressione s'installa fino dalla gag macabra che apre il film, quando un collega di Andrea si suicida per stress da troppo lavoro." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 7 febbraio 2013)
"Fabio Volo ama fare tante cose (libri, tv), ma quella che gli viene meglio è recitare. Possiede un'accattivante personalità giocata sul doppio registro di un'egocentrica protervia e una smarrita malinconia che lo rende adatto anche ai ruoli romantici, gli ci vorrebbe solo il film giusto. Qui è buono lo spunto, un avvocato rampante che comincia a prendere coscienza del vuoto di una vita in carriera; ed è simpatico il cast che attinge a bei nomi di teatro, però regia e copione (basato sul romanzo di F. Baccomo) risultano fiacchi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 7 febbraio 2013)
"'Studio illegale' di Umberto Carteni interpretato da Fabio Volo denuncia spietatezze e menzogne del mestiere di avvocato, ma senza trovare un ritmo e uno sguardo capace di coinvolgere davvero, fino in fondo, lo spettatore." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 7 febbraio 2013)
"Seconda commedia sentimentale di seguito dopo 'Il giorno in più' costruita sulla persona, e personaggio, Fabio Volo (c'è un cruciale sguardo in camera platealmente ammiccante ai suoi tanti fan). L'ambiente poteva essere interessante (soggetto tratto da un blog poi diventato libro), il decor della pellicola è tutto un 2013 visto come fossero gli anni 60 (perché?) mentre la storia d'amore è insipida, finta e prevedibile. Volo è sempre uguale a se stesso, solo più stempiato." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 7 febbraio 2013)
"Dal bestseller di Federico Baccomo, 'Studio illegale' conferma l'esistenza dei 'Fabio Volo movies'. Da anni, ormai, showman/scrittore/attore - che compare in ogni scena dei film di cui è protagonista - recita se stesso, in un ritrito copione scolpito sul 35/40enne italiano medio alla ricerca d'identità e d'amore. Poco si ride e ci si sorprende nella commedia prodotta dallo star agent Beppe Caschetto, che comunque non tradirà il botteghino." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 7 febbraio 2013)
"Ahi, l'amore. Disastrosa commedia sentimentale, imbarazzante per banalità e mancanza di umorismo. Fabio Volo, che con quei baffetti sta da cani, è simpatico, ma non basta, anche perché è attorniato da insopportabili macchiette, primo Ennio Fantastichini." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 7 febbraio 2013)