Venerdì 31 ottobre - Ore 21:00
sabato 1 novembre - Ore 16:00 e 21:00
Domenica 2 novembre - Ore 16:00 e 21:00
Domenica 9 novembre - Ore 16:00 e 21:00
Attenzione! Sabato 8 novembre: Progetto legalità - Ospite: Pif
Anche gli psicanalisti possono cadere in depressione! Lo sa bene Marcello, psicanalista cialtrone e cinico, che un giorno decide di chiudersi in casa e mollare tutto. Questo gesto "estremo" non viene accolto bene da Silvia, segretaria di Marcello, che decide di radunare i suoi pazienti per cercare, tutti insieme, di farlo uscire dalla crisi. Un'idea bellissima se non fosse che, ad aiutare Silvia, ci saranno uno spacciatore affetto da attacchi di panico, Nazareno, un quarantenne mammome cronico, Pasquale, una ninfomane decisamente invadente, Vitaliana, una coppia in crisi sessuale, Enrico e Betta e Michelangelo, telecronista in crisi per il tradimento della moglie. Strampalati ma affettuosi e divertenti, i pazienti di Marcello cercheranno in ogni modo di tirargli su il morale riuscendo a farlo aprire alla vita per diventare una persona migliore.
Regia: Massimiliano Bruno
Interpreti: Claudio Bisio, Marco Giallini, Anna Foglietta, Massimiliano Bruno, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti
Freud chi? La psicanalisi secondo Max Bruno, per una "commedia comica" che si lascia vedere
Freud chi? “La psicanalisi freudiana non funziona”. Parola di Massimiliano Bruno, che firma la sua terza regia con Confusi e felici.
Protagonista Marcello (Claudio Bisio), psicanalista cialtrone e cinico, che cade in depressione per problemi fisici (glaucoma) e decide di mollare al proprio destino la segretaria (Anna Foglietta) e i pazienti: un pusher (Marco Giallini) con attacchi di panico; un 40enne inguaribile mammone (Max Bruno); una ninfomane (Paolo Minaccioni) dedita ai capezzoli; una coppia in crisi sessuale (Sabina Guzzanti e Pietro Sermonti) e un telecronista tradito (Rocco Papaleo).
Commedia costruita sul ribaltamento – i pazienti provano a salvare l’analista – e sulla comicità anche volgare, Confusi e felici si lascia vedere, senza eccessivi entusiasmi: Bruno è onesto, ci crede, ma la riuscita è in gran parte affidata agli attori, il solito Bisio, Giallini ottimo nel ruolo di Giallini, la Minaccioni e la Guzzanti troppo macchiettate, Sermonti sottoutilizzato e Anna Foglietta, la migliore per distacco. Basta? (Federico Pontiggia)
"Massimiliano Bruno ('Nessuno mi può giudicare', 'Viva l'Italia') è fra quelli che fanno sperare ma sono le sceneggiature che latitano, le battute e le situazioni che sono prevedibili, le patologie scontate. Perché c'è lo psicanalista depresso Bisio che lascia lo studio, minato dalla cecità (memorie non di uno, ma due film di Verdone, oltre che di «In Treatment») e quindi i pazienti nervosi si agitano, spesso a vuoto, richiamando in servizio Edipo, il romanesco da pusher e la disfunzione erettile. Nel cast si ride molto ma Caterina Guzzanti è davvero brava." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 30 ottobre 2014)
"Potrebbe essere una commedia del tipo di quella con cui, il regista, Massimiliano Bruno, esordì nel 2011 ('Nessuno mi può giudicare') però i temi si alternano. Qua si sorride di fronte alla descrizione dei pazienti di Marcello e alla rappresentazione degli svaghi (o presunti tali) da loro organizzati ma non tutto si accoglie convinti: proprio per la descrizione di quei pazienti che non vanno quasi mai oltre la macchietta e per l'ovvietà di quegli espedienti organizzati metà per egoismo e metà, forse, per una quasi bontà. In mezzo, però, nei panni di Marcello, c'è Claudio Bisio e tengo subito a citare la sua recitazione per nulla frivola e leggera (come avrebbe potuto del resto?) affidata sempre invece a espressioni tese e raccolte. All'insegna di un doloroso sgomento." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo - Roma', 30 ottobre 2014)
"In Italia, a parte Checco Zalone che è un caso a sé, sono pochi gli attori da «valore aggiunto» di una commedia, capaci cioè di modificarne sostanzialmente il giudizio, a seconda o meno della loro presenza nel cast. Edoardo Leo, Sergio Rubini, Rocco Papaleo e Marco Giallini sono certamente la punta dell'iceberg. 'Confusi e felici', onesta, ma nulla più, commediola che ride con e sulla psicanalisi, sarebbe sicuramente un titolo da rapido dimenticatoio senza Papaleo e Giallini. Al primo bastano poche scene per ritagliare la figura spassosa di un telecronista cornuto antitedesco; il secondo, invece, spacciatore razzista, è la vera colonna portante del film di Massimiliano Bruno, capace di primeggiare, con la sua bravura, in una storia corale dove tutti i protagonisti hanno la stessa dignità in termini di presenza. Quando Giallini è in scena, però, la pellicola sale di livello; quando manca, diventa banale. (...) La commedia è quello che è, con i pregi e i difetti tipici delle nostre produzioni (ma si ride decisamente più che nella media). Nobilitata, però, da un grande Giallini, due spanne sopra tutti." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 30 ottobre 2014)