Venerdì 20 gennaio - Ore 21:00
Sabato 21 gennaio - Ore 21:00
Domenica 22 gennaio - Ore 16:00 e 21:00
Sabato 28 gennaio - Ore 21:00
Domenica 29 gennaio - Ore 16:00 e 21:00
Sabato 4 febbraio - Ore 21:00
Domenica 5 febbraio - Ore 16:00 e 21:00
Alberto e Mattia sono in crisi con le mogli. Silvia detesta Milano a causa delle polveri sottili e dell'ozono e accusa Alberto di pensare troppo al lavoro e poco a lei. Mattia, il solito irresponsabile, vive a Napoli con la moglie Maria e il figlio a casa della madre, lavora poco e proprio non riesce a pronunciare la parola "mutuo". Mattia suo malgrado finirà a lavorare a Milano, incastrato dall'ingenuità dei suoi amici che lo affidano alle cure di Alberto. L'impatto del napoletano con la città sarà terribile: partito con un giubbotto fendinebbia il povero Mattia finirà col rovinare la propria vita ed anche quella dell'amico. Ma, piano piano, i pregiudizi inizieranno a sciogliersi...
Regia: Luca Miniero
Interpreti: Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi, Valentina Lodovini, Giacomo Rizzo, Nando Paone, Nunzia Schiano
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci, Massimo Gaudioso
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: Consigliabile/semplice
Tematiche: Famiglia; Il comico; Lavoro
Il punto di partenza di questo 'sequel' è quello di replicare, al contrario, molto di ciò che si è visto in "Benvenuti al sud". Alcune cose riescono, altre appaiono un po' forzate, altre ancora fanno ricorso a citazioni di illustri precedenti del cinema italiano. Il copione attinge a piene mani dal repertorio dei temi "di cui si parla" (sui giornali e in televisione) e procede nell'ottica di concludersi con un abbraccio/omaggio al 150° dell'unità d'Italia. Senza cattiveria e scansando la retorica, il racconto scorre piacevole, nella scia di quella commedia nazional popolare 'media', che è sempre stata il traliccio portante del nostro cinema. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e certamente semplice.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto di immediata e distensiva fruizione.
Seguito senza seguito per i terroni e i polentoni di Luca Miniero: originalità e verve al lumicino
Prima il Sud, ora il Nord, ma il Benvenuti non è lo stesso. Campione d’incassi mutuato dal francese Giù al Nord di Dany Boon, là si rideva, seppur nella Penisola che non c’è, qui viceversa si trova l’Isola di Milano, ma non più la verve comica: l’approdo del postino Alessandro Siani dal collega Claudio Bisio è più d’occasione - dare seguito ai 30 milioni di euro al botteghino - che di sostanza.
Gli stereotipi e i pregiudizi sul Nord non sono così eclatanti e ridanciani come quelli verso il Sud, per cui il regista Luca Miniero e il co-sceneggiatore Fabio Bonifacci puntano sull’incontro-scontro di nordisti e sudisti, riscaldando insipidamente la minestra di Totò, Peppino e la malafemmina. Senza originalità né cattiveria: tanto per dire, il personaggio di Teco Celio è definito “leghista” solo nel press-book, mentre il film non fa nomi né cognomi. E che dire degli interpreti? Senza infamia né lode Bisio, Siani e la new entry à la Marchionne Paolo Rossi, pettoruta e basta Valentina Lodovini, mentre Angela Finocchiaro si fa una - moglie di Bisio - e bina - suocera - rispolverando la perdibile mise di Bar Sport. Nota di consolazione, la postina Ippolita Baldini, che ricorda la signorina snob della Valeri. (Federico Pontiggia)
"La fiaba «simpaticamente» razzista di quell'allegra guerra civile basata sui preconcetti di pigri, sorridenti sudisti della mozzarella contro gli efficienti nordisti dell'happy hour e del sushi continua col film gemello di Luca Miniero 'Benvenuti al Nord', che ha incassato quasi 1 milione e mezzo di euro nella prima giornata di programmazione e ha un' appendice letteraria ('Napoli Milano', Rizzoli). Nella realtà è una guerra ideologica vera che miete vittime e ingiustizie, ampolle e diti medi, ma il film non tocca i fili se no muore, s'affloscia, s'invelenisce. Vive, con abili spot di tolleranza, di una sua simpatia prevedibile in cui gli uni e gli altri ritrovano rispettati i propri pregiudizi. (...) Stereotipi sull'attenti, pronti ad intervenire dalla sceneggiatura nell'azione, con momenti surreali divertenti di famiglia (la scena del pesce rosso), qualche ritmata confusione e castelli di equivoci quasi fantozziani che finiscono col mostrarci il Claudio Bisio, comicamente accattivante, in perizoma di leopardo, un maniaco alla Zelig, per riconquistare la incattivita e bravissima Angela Finocchiaro che vuole i suoi weekend da casello a casello e si raddoppia anche come suocera. I due complici sono da commedia dell'arte, vittime di una cultura dello scherzo social geografico che li ha resi divi." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 20 gennaio 2012)
"La sceneggiatura va un po' di qua e un po' di là, ma della commedia è simpatica la filosofia nazional-popolare e funziona l'affiatato lavoro di squadra: Bisio e Finocchiaro sono una coppia dagli ottimi tempi comici, Siani lavora bene di contropiede, il cammeo di Paolo Rossi fa rimpiangere che non ce ne sia di più." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 20 gennaio 2012)
"II Principe De Curtis, parafrasando se stesso, avrebbe chiosato, stravolgendo un po' la famosa frase sui signori: «Totò si nasce e io lo nacqui, modestamente». Questo per spiegare che se vuol parodiare il grande artista napoletano non scappi dall'alternativa: o hai la sua straordinaria comicità, o è meglio che lasci perdere e cambi registro. Non succede in 'Benvenuti al Nord', attesissimo sequel del campione di incassi 'Benvenuti al Sud', che fa sbarcare a Milano la mamma, i colleghi e la moglie di Siani, già trapiantato nel capoluogo meneghino, facendo il verso all'indimenticabile arrivo alla Stazione Centrale di Totò e Peppino. Sono passati un po' di anni da quel famoso 'sbarco' e i luoghi comuni non sono più gli stessi. Per questo, appare tutto un po' troppo forzato ed anacronistico, esattamente come quella Milano che accoglie il postino Siani (troppo Troisizzato) costretto, a causa di un malinteso con i colleghi, a dover lavorare al Nord accanto ad un Bisio tartassato dal supermanager Paolo Rossi in versione Marchionne. (...) Non che certe scene non facciano ridere. E evidente che un film del genere, così parodiato, strappi numerose risate, soprattutto da parte di quei giovani spettatori che non hanno mai visto l'inarrivabile 'Totò, Peppino e la Malafemmena'. Però, potevi girare lo stesso film a Bologna o Firenze e tutto sommato sostituire poche scene (al Centro, il Sushi non si mangia?); il risultato non sarebbe cambiato. La pecca è questa anche se gli incassi, fin dal primo giorno, sono clamorosi." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 20 gennaio 2012)
"Non poteva mantenere la stessa freschezza del precedente 'Benvenuti al Sud' (che già scontava il fatto di essere il rifacimento italiano dell'inarrivabile originale francese 'Bienvenue chez les Ch'tis', uscito da noi con il titolo di 'Giù al Nord'), ma 'Benvenuti al Nord' - seguito del primo, fortunatissimo film, ancora diretto da Luca Miniero - è una commedia piuttosto divertente e a tratti persino esilarante. (...) Simpatici i duetti tra i fratelli Costabile Piccolo e Costabile Grande (Nando Paone e Giacomo Rizzo), che hanno il sapore di certe macchiette del teatro e della televisione di una volta, e anche il personaggio di Paolo Rossi nell'inedita veste di un feroce megadirettore con il pulloverino alla Marchionne. Poi, certo, il film è un po' quello che è, dovendo star dietro al primo cerca di ribaltare in salsa nordica quello che aveva funzionato in salsa sudista, ma non sempre ci riesce (la cena a base di sushi, il rito dell'aperitivo): con la nevicata finale a suggellare la magica bellezza del paesaggio montano. Morale della favola: gli stereotipi servono per essere superati e li si supera se si impara a conoscersi, senza pregiudizi e preconcetti." (Andrea Frambrosi, 'L'Eco di Bergamo', 20 gennaio 2012)