Sabato 5 novembre - Ore 21:00
Domenica 6 novembre - Ore 16:00 e 21:00
Ci sono bar e bar, ma il Bar Sport è qualcosa di più. E' provincia; è luogo del racconto; è flipper, telefono a gettoni e la proverbiale Luisona, la decana delle paste condannata a un'esposizione perenne in attesa del suo consumatore. Bar Sport è soprattutto crocevia di vite, personaggi, racconti, sfide, amori, rivalità.
Tratto dall'omonimo libro di Stefano Benni.
Regia: Massimo Martelli
Interpreti: Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Angela Finocchiaro, Antonio Catania, Bob Messini, Antonio Cornacchione, Lunetta Savino, Teo Teocoli, Roberta Lena, Stefano Bicocchi
Sceneggiatura: Massimo Martelli
Arriva sullo schermo il romanzo culto di Benni. Ma Bisio & Co. non bastano per restituirne la magia
“Il Bar Sport è quello dove non può mancare un flipper, un telefono a gettoni e soprattutto la Luisona, la brioche paleolitica condannata ad un’esposizione perenne”. Punto di riferimento, prima che punto di ritrovo, il Bar Sport raccontato 35 anni fa da Stefano Benni spunta ora sul grande schermo, insieme agli “ornamenti” di cui sopra e agli immancabili professore, tennico (con due n, sì, qui impersonato da Claudio Bisio), playboy (Teo Teocoli) e a tutte le varie sfide, fandonie e leggende annesse (dal ciclista Pozzi al portentoso calciatore Piva). Che attraverso il racconto per immagini “rivivono” negli inserti animati curati da Giuseppe Laganà, ma che inevitabilmente perdono il confronto con la magia della parola, con le impennate di un romanzo che il film di Martelli non riesce a restituire (non funzionano, ad esempio, l’escamotage della voce narrante affidata a Onassis, il proprietario del bar incarnato da Battiston, o le due vecchiette interpretate da Angela Finocchiaro e Lunetta Savino). Ma che, nonostante questo, nonostante la staticità di un universo che le immagini rischiano di allontanare dall’immaginazione, regala anche buoni momenti, come il montaggio alternato sulle invenzioni del playboy e la realtà di una triste serata. (Valerio Sammarco)
"Il film di Martelli del libro cult di Benni è la gradevole riprova che un certo tipo di umorismo scritto non s'addice alla visualità, come questa storia di varia umanità da bar di provincia dell'Italia anni 70, ben più presentabile di oggi. Le occasioni nostalgiche diventano buffe e viceversa ma le cose migliori sono affidate alla grafica dei cartoon e a qualche sintesi fantozziana, nonostante il carisma globale di un coeso clan di attori di chiara fama e simpatia in cui il padrone, non a caso, è Battiston, ma Teocoli fa ridere." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 21 ottobre 2011)
"Sono passati trentacinque anni tondi da quando gli archetipi di varia umanità del libro di Stefano Benni entrarono nell'immaginario degli italiani. Ora hanno delle facce: Giuseppe Battiston è il barista, Claudio Bisio il 'tennico', Teo Teocoli il playboy da bar... Perfino la mitica Luisona, madre di tutte le paste, ha una 'faccia'. (...) Diretto (e cosceneggiato) da Massimo Martelli, 'Bar Sport - Il film' mette in scena un piccolo mondo antico, senza telefonini né globalizzazione, con una certa grazia e con l'ausilio di bravi attori: inevitabilmente, però, finisce per far scattare un effetto-nostalgia generazionale fin troppo diffuso nel nostro Paese. A confrontarlo con altri film comici italiani sugli schermi (vedi 'Ex: amici come prima'), di cui è decisamente migliore, la sensazione del tempo passato si fa vertiginosa. Simpatico, ma un po' polveroso, come le paste del Bar Sport." (Roberto Nepoti, 'Repubblica', 21 ottobre 2011)
"Secondo molti fans di Stefano Benni era un'impresa disperata. In realtà, perché no? Portare al cinema 'Bar sport' significava lavorare sui personaggi e trovare un corrispettivo allo stile. Martelli c'è riuscito realizzando alcune parti a disegni animati - i mitici racconti dei Piva e del Pozzi - e il tono del film è quello giusto, anche se forse qualcuno si aspetterà più risate, più comicità e meno surrealismo. Cast di grande livello (bellissimo il cammeo di Teocoli), Battiston perfetto. Altri un po' meno. Bisio forse sta facendo fin troppi film, dopo anni di attesa per sfondare sul grande schermo." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 21 ottobre 2011)
"Che delusione. Trasferito sullo schermo, il surreale romanzo di Stefano Benni perde fragranza e umorismo. Nel 'Bar Sport' di Giuseppe Battiston, nel '74 e dintorni s'incrociano tutti gli sfaccendati di Sant'Agata Bolognese guidati dal chiacchierone Claudio Bisio. Un girotondo piuttosto sboccato di personaggi senza smalto, tra estenuanti tormentoni (Cornacchione) e inutili incursioni (Teocoli e Amendola). Si ride poco, mai quando è in scena l'irritante vecchina pettegola Angela Finocchiaro. Peccato." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 21 ottobre 2011)
"1976: nasce un cult della narrativa italiana. 2011: 'Bar Sport' approda al cinema, con tinte, toni e tic affidati a Claudio Bisio, il tennico; Giuseppe Battiston alias Onassis, proprietario del Bar, nonché voce narrante; Antonio Catania (Muzzi); Bob Messini (Cocosecco); Antonio Cornacchione ovvero il Bovinelli in perenne lotta elettrica; Teo Teocoli, il fantomatico playboy, mentre spetta a Claudio Amendola il fantasmagorico tête-à-tête con la vera protagonista: la mitica, stantia brioche Luisona. Mal servito da inconsulti inserti animati, Massimo Martelli fa di regia filologico compitino, quando tradire sarebbe l'unica via per rimanere fedeli a Stefano Benni. Viceversa, complice 'l'onniscienza' del narratore Battiston, 'Bar Sport' fa una professione di fede nell'originale così ortodossa da risultare bacchettona e, in definitiva, miscredente: il confronto con la magia della parola, le capriole stilistiche e poetiche su carta, è perso per KO 'tennico'. Da Onassis alle vecchiette Savino e Finocchiaro, è mera parafrasi, che colleziona calchi poco divertenti." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 20 ottobre 2011)