Sabato 23 gennaio | Ore 21:00 |
Domenica 24 gennaio | Ore 16:00 e 21:00 |
Padre Carlo Mascolo è un missionario che vive in un villaggio nel cuore dell'Africa dove - parole sue - fa "il medico, il preside, l'agricoltore, il meccanico e lo sceriffo a tempo pieno". Da qualche tempo avverte i sintomi di una crisi spirituale che lo angoscia sempre di più. Dunque decide di tornare a Roma per parlarne ai suoi superiori. Il suo padre spirituale lo tranquillizza, a volte è necessaria una pausa di riflessione. Lo esorta a trascorrere un po' di tempo in famiglia per ritrovare se stesso attraverso il calore dei propri cari. Intanto da un'altra parte della città, in un minuscolo appartamentino di periferia, una misteriosa ragazza fa dei colloqui con un assistente sociale. Sembra che la ragazza, Lara, abbia avuto dei seri problemi in passato che adesso sta cercando di risolvere. Ma nonostante l'aria da educanda che ostenta con l'assistente sociale, Lara conduce una doppia vita. Di notte, di fronte ad una web cam si trasforma in una sensualissima modella in latex e tacchi a spillo.
Regia | Carlo Verdone |
Sceneggiatura | Pasquale Plastino |
Francesca Marciano | |
Carlo Verdone | |
Fotografia | Danilo Desideri |
Montaggio | Claudio Di Mauro |
Musiche | Fabio Liberatori |
Laura Chiatti |
Carlo Verdone |
Anna Bonaiuto | Sergio Fiorentini |
Marco Giallini | Angela Finocchiaro |
Olga Balan | Agnese Claisse |
Cristina Odasso | Tamara di Giulio |
Giorgia Cardaci | Marco Guadagno |
Roberto Sbaratto | Loukoula Letizia |
Sedrick Boupkouele | Antoinette Kapinga Mingu |
Carla Akakpo Nimata | Gianfranco Mazzoni |
Valeria Ceci | Marco Minetti |
Ingresso ordinario: 6.00 € - Ridotto: 4.00 €
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: consigliabile, brillante
Tematiche: il comico
La vita odierna a Roma (specchio dell'intera realtà italiana) ha raggiunto
livelli di schizofrenia ormai incontrollabili. E' necessario fermarsi un
momento e ricominciare da una nuova etica dei rapporti interpersonali. Anzi,
proprio dalla famiglia, che è il primo nucleo della società. Va diretto al
cuore del problema Carlo Verdone in questo suo nuovo racconto che, con un
indovinato scarto di sceneggiatura, gioca sul repentino rovesciamento della
situazione iniziale. Tornato a casa per ritrovare affetto e serenità, padre
Mascolo si vede assediato da una brutta coltre di rancori, avidità, bugie,
opportunismi. Senza che qualcuno, per giunta, si prenda la briga di
ascoltare le sue difficoltà. Calandosi in questo personaggio di sacerdote
generoso, disponibile, aperto, forse un po' ingenuo, Verdone si crea le
premesse per gettare sull'Italia contemporanea uno sguardo amarognolo, fatto
di qualche delusione e insieme di molta voglia di riscatto. La constatazione
finale dice che l'Italia é, per motivi opposti all'Africa, scenario di una
differente ma non meno necessaria missione di recupero di valori civili
condivisi. E in questo scenario il ruolo del sacerdote non è certo
secondario. Circondato da un coro di figure piccole e grandi (i "mostri" di
oggi), Verdone é bravo a suscitare divertimento di fronte ad argomenti per i
quali in fondo c'è ben poco da ridere. Dal punto di vista pastorale, il film
é da valutare come consigliabile, e nell'insieme brillante.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria,
e da recuperare in seguito come prodotto italiano in grado di coniugare
comicità e riflessione.
"Don" Carlo Verdone ci regala una vecchia commedia all'italiana: seria nei temi ma senza rinunciare alla risata
Valori, famiglia, immigrazione: tutti termini che presi singolarmente si sentono spesso rimbalzare nel discorso pubblico, ma che è difficile trovare mescolati insieme, o per lo meno non in modo così stretto come ha fatto Verdone nella sua ultima commedia Io, loro e Lara, diretta e interpreta a fianco di Laura Chiatti.
Svestiti i panni dell'uomo medio attanagliato da crisi depressive e di mezza età, il regista e attore romano ha deciso di cimentarsi niente meno che con l'abito talare, qui vestito in maniera più seria rispetto agli esilaranti sketch sui religiosi di cui è puntellata la sua carriera. Questo Padre Carlo è un missionario davvero devoto e pio, che decide di tornare a casa per riflettere su alcuni dubbi di fede sorti con lo scorrere degli anni. Arrivato in Italia non trova però il conforto dei suoi famigliari, bensì una situazione ingarbugliatissima, con l'anziano padre che si è sposato la badante e vuole lasciare la casa alla figlia di lei, Lara, scatenando la rivolta dei suoi altri due fratelli. Trovatosi nell’occhio del ciclone, starà a lui instaurare un dialogo tra questi due mondi conflittuali, cercando una via d’uscita al paradossale caos dei rapporti parentali nell’era della globalità e delle migrazioni di massa.
Nonostante il film soffra di un certo buonismo palliativo in pieno spirito natalizio, Verdone riesce a realizzare una commedia leggera e divertente, ma allo stesso tempo piena di spunti sviluppati attraverso un punto di vista originale, che si allontana dalla banalità ormai imperante in tutti i film comici italiani. Non mancano certo macchiette, scene scontate da cabaret né momenti di stallo. Ma la capacità di ribaltare da un momento all’altro pregiudizi ben radicati nell'immaginario collettivo, e di proporre il loro superamento come un punto di partenza per nuovi modelli sociali e famigliari, è qualcosa che non si vede spesso nel nostro panorama cinematografico, e che avvicina Io, loro e Lara a un certo tipo di commedia popolare made in USA, dove di stereotipi razziali da sfatare ce ne sono a bizzeffe.
Un film che si fa dunque apprezzare non solo per l'intrattenimento e le buone prove dei suoi interpreti, ma anche per il respiro un po' più ampio del suo humor, forse un po' romanesco e truce, di certo di non inglese, ma neppure zotico e volgare come quello che si è ormai tristemente imposto come lo standard italiano. (Laura Croce)