Sabato 21 febbraio | Ore 21:00 |
Domenica 22 febbraio | Ore 16:00 e 21:00 |
Sabato 28 febbraio | Ore 21:00 |
Domenica 29 febbraio | Ore 16:00 e 21:00 |
Gilberto Mercuri è sposato con Tiziana, una bella donna quarantenne, psicologa. Mentre stanno tranquillamente mettendosi a tavola per cena, il campanello della porta suona. Sono due carabinieri che notificano a Gilberto una convocazione per un'indagine che stanno conducendo. Il giorno dopo, in caserma, Gilberto accompagnato da Tiziana si ritrova davanti ai partecipanti della serata di "Speed-date" tutti convocati per essere interrogati sulla scomparsa di Stella, una ragazza anche lei presente a quella serata. L'imbarazzo di Gilberto per quella scoperta è proporzionale alla rabbia della moglie che ha scoperto quello che il marito fa a sua insaputa, fuori di casa. La crisi è inevitabile...
Regia | Carlo Verdone |
Interpreti | Carlo Verdone |
Laura Morante | |
Stefania Rocca | |
Rodolfo Corsato | |
Gabriella Pession | |
Antonio Catania | |
Sceneggiatura | Carlo Verdone |
Francesca Marciano |
Giudizio: Discutibile, ambiguità
Tematiche: Famiglia - genitori figli; Matrimonio - coppia
Il titolo è sicuramente rivelatore delle intenzioni del film, che Verdone affronta come occasione per fare il punto sull'argomento, in senso ampio, 'matrimonio-vita di coppia'. Un tema che sarebbe superfluo definire una novità e tuttavia l'autore-attore-regista Verdone indaga a modo suo nell'ottica un po' scanzonata un po' ironica del comico che ha passato i 50 anni e deve cominciare a fare i conti con i traguardi raggiunti o quelli da raggiungere. Se si resta ai fatti raccontati, se ne deduce che nessuna coppia regge e che la separazione è inevitabile soprattutto per l'incapacità di dialogare. Si può non assumere il copione come del tutto realistico ma come un'indicazione delle varie possibilità, al fine di capirle e studiarne i rimedi. Si può quindi optare per un approccio che consenta di operare dei 'distinguo'. Ma non si può trascurare il fatto che la crisi dell'idea di matrimonio e la generale perdita dei valori sono affrontate da Verdone in maniera spesso rilassata e condiscendente, facendo leva su una presunta scomparsa di altri aspetti quali infedeltà, senso di colpa, capacità di responsabilità. In più passaggi emerge un sottile egoismo basato sulla accettazione di quello che succede. Il finale poi resta volutamente in sospeso sull'amarezza di non sapere più cosa fare e quindi sull'andare avanti giorno per giorno. Il quadro generale dunque, pur riconoscendo a Verdone buone capacità di tenuta filmica e narrativa, non è del tutto esemplare e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile e caratterizzato da ambiguità.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenuto conto delle osservazioni sopra riportate e con attenzione per la presenza di minori. Stessa misura è da tenere in previsione di passaggi televisivi, o di uso di VHS e DVD.
L'amore è eterno finché dura (bellissimo titolo) appartiene al genere del marivaudage. Questo concetto, coniato da Diderot, si riferisce ai pregi e difetti dell'opera di Marivaux, sempre arpeggiante sulla vorticosa variabilità delle passioni. Se ne parlò anche come di una 'metafisica del cuore', una categoria sotto la quale può rientrare anche il nuovo film di Carlo Verdone. (...) Un regista francese avrebbe sviluppato la trama in maniera geometricamente più impeccabile, ma il pregio di questo film sta proprio nelle sue accensioni di italianissima vitalità. E se Verdone attore appare ancora più sottile e mirato del solito, soprattutto nei duetti al sopracuto con Laura Morante, quest'ultima azzarda con successo toni alla Carole Lombard: da applauso, tutti e due. Purtroppo andando avanti il racconto perde qualche colpo, anche perché il controcanto costituito dalla figlia della coppia principale risulta scialbo. Ma il buono che c'è basta ad assicurare un' adeguata dose di risate." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 21 febbraio 2004)