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L'acchiappasogni - Dreamcatcher

Quattro uomini, amici d'infanzia, si ritrovano per l'annuale battuta di caccia in un bosco del Maine. Grazie a un curioso bambino conosciuto durante l'infanzia, Duddits, i quattro hanno sviluppato un legame indissolubile che unisce le loro menti e che sarà loro molto utile per affrontare gli strani fenomeni di cui sono testimoni: gli animali fuggono dal bosco e gli abitanti locali presentano una strana 'muffa' rossa su varie parti del corpo. Sembra essere uno strano parassita alieno a impossessarsi di loro... ma il peggio deve ancora venire...

Tratto dal romanzo omonimo di Stephen King.

Timothy Olyphant Regia Lawrence Kasdan
(Pete Moore) Soggetto Stephen King
Jason Lee Montaggio Carol Littleton
(Joe 'Beaver' Clarendon) Musiche James Newton Howard
Thomas Jane Sceneggiatura Lawrence Kasdan
 (Dr. Henry Devlin ) William Goldman
Damian Lewis Costumi Molly Maginnis
(Gary 'Jonesy' Jones) Scenografia Jon Hutman
Donnie Wahlberg Trucco Bill Corso
Tom Sizemore Fotografia John Seale
Ingrid Kavelaars
Morgan Freeman Durata 2h e 16'

 

Mercoledì 30 aprile Ore 21:00
Giovedì 1 maggio Ore 21:00
Domenica 4 maggio Ore 16:00

 

Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)

Giudizio: Discutibile, crudezze

Tematiche: Letteratura; Male; Metafore del nostro tempo; Psicologia

Tratto da un ponderoso romanzo di Stephen King (oltre 700 pagine), il racconto cammina su due binari: da un lato ci sono gli alieni che fanno contaminazioni per dominare il mondo; dall'altro i cacciatori di alieni inquadrati in un corpo speciale, il cui comandante vuole eliminare gli uomini a suo parere già inquinati. In mezo, si potrebbe dire, ci sono i quattro amici, dotati di poteri particolari acquisiti nell'infanzia da un bambino minorato mai più visto ma che, invece, segue ancora le loro vite. La materia è densa, corposa, non sempre facile da seguire. Lawrence Kasdan, per tanti anni eccellente regista, vi si muove con l'occhio più attento alla costruzione delle atmosfere e dell'azione che non ai risvolti interiori, usa differenti registri visivi, il drammatico cupo, l'horror nel finale, il metafisico. Ne deriva un copione fantastico, che, sopratutto pensando a Stephen King, non si può non allineare a tutta una letteratura (e a un cinema) sulle paure dell'America: a partire dall'infanzia e dall'handicap. Sono territori nei quali contaminazione e salvezza stridono e si contrastano, scendendo nell'intimo della persona, della memoria. Gli infiltrati guastano la composizione della società: o si eliminano o si dialoga con loro. C'è una alienazione cattiva, c'è una diversità buona. Il sospetto dilaga, il clandestino é in noi. Il finale confortante non elimina le angosce dal futuro dell'America, del mondo. Lungo, eccessivo, abbondante, non sempre chiaro, qua e là artificioso, il film ha momenti interessanti ed altri meno riusciti. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, e segnato visivamente da crudezze.

Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria per un pubblico maturo e appassionato del 'genere' horror-fantastico. Da recuperare per appassionati, e nel rapporto, ampio e numeroso, tra Stephen King e i film tratti dai suoi libri. Attenzione é da tenere per i minori in occasione di passaggi televisivi.

Morgan Freeman

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