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Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

The Dark Knight Rises - Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

Sabato 22 settembre - Ore 21:00

Domenica 23 settembre - Ore 16:00 e 21:00

Sono passati otto anni da quando Batman è svanito nella notte, trasformandosi in quell'istante da eroe a fuggiasco. Prendendosi la colpa della morte del procuratore distrettuale Harvey Dent, il Cavaliere oscuro ha sacrificato tutto per ciò che lui e il Commissario Gordon speravano fosse un bene superiore. Per un po' di tempo la bugia ha funzionato, in quanto l'attività criminale a Gotham City è stata schiacciata dal peso del Dent Act, una legge anti crimine. Ma tutto cambierà con l'arrivo di una astuta ladra con uno strano piano in mente. Molto più pericoloso, comunque, è l'arrivo di Bane, un terrorista mascherato i cui spietati piani per Gotham portano Bruce a uscire dal suo esilio auto-imposto. Ma anche se indossa nuovamente il mantello e il cappuccio, Batman potrebbe non essere abbastanza forte per fermare Bane.

Si segnala che la pellicola proiettata all'auditorium non è la versione 3D del film.

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

Regia: Christopher Nolan

Interpreti: Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Anne Hathaway, Tom Hardy, Juno Temple, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Tom Conti, Matthew Modine

Sceneggiatura: Christopher Nolan, Jonathan Nolan

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)

Giudizio: complesso, violenze

Tematiche: Carcere; Ecologia; Fumetti; Male; Politica-Società

Riassumere la trama è impossibile e forse superfluo. Come nell'inesorabile incedere delle onde tsunamiche, alimentato da una spasmodica scarica vitalistica, il racconto cresce, accumula adrenalina, scariche elettriche, dinamicità esuberante. Fin troppo esile, il filone narrativo portante (il 'ritorno' di Bruce/Batman) non regge il dilatarsi degli avvenimenti e, soprattutto, il crescere a dismisura di suggestioni, azioni spericolate, eroismi, rivelazioni, richiami filosofici e rimandi storico-mitologici. Sulla futuribile Gotham City calano inestricabili nodi che bloccano passato e presente, mettono in campo vite lontane, generazioni perdute, scambi di persone. Uomini e donne lottano disperatamente per la sopravvivenza, e c'è sempre qualcuno che si erge a giudice degli altri. La vendetta guida molti, la voglia di pace resta nell'utopia di chi soccombe. Ci sarebbe aria di poema, irruento e insopprimibile, nelle scansioni visive costruite e montate da Nolan con una padronanza e una capacità plastica al limite del dirompente. Ma non tutto torna, e il fragoroso trascorrere del racconto gioca a sfavore della comprensione: nei 164', le macchine roboanti, le sparatorie assordanti, il fumetto metallizzato e muscolare occupano quasi ogni spazio visivo, togliendo respiro a quella visionarietà con cui Nolan aveva impreziosito il capitolo precedente. La materia si ingigantisce e il suo creatore ne resta fagocitato. Il cinema prova a leggere la storia, a dipanarla, a interpretarla, ma il ritmo si fa affannato, boccheggia ed è costretto a ricorrere a inopinati flashback didascalici e a tenere inespresse le psicologie di tanti personaggi collaterali. Di Batman ci sarà ancora bisogno in futuro? Un film frenetico e assordante che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso e segnato da non poche violenze.

Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, ben tenendo presente il tono frammentario, crudo, non lineare del copione. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Chris Nolan manda in soffitta Batman e porta Hollywood in paradiso: bravo, bene, tris!

Terrorismo, crisi finanziaria e vuoto di potere. Dura metterli insieme, ancor più se il film non nasce ex novo dall’estro creativo di uno sceneggiatore, ma ha radici solide, background pubblico e genesi storicizzata. Una celebre saga, un franchise codificato, ancorché permeabile alle suggestioni sociali, come può aggiornarsi a quel che più preme nel mondo là fuori? Può, se dietro la macchina da presa c’è Chris Nolan, sceneggiatore con il fratello Jonathan e soggettista con David S. Goyer.

Dunque, riecco il Cape Crusader interpretato da Christian Bale, che dopo Batman Begins e The Dark Knight giunge all’ultimo, definitivo capitolo: The Dark Knight Rises, da noi Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno. Scordatevi i cinefumetti Marvel, qui siamo su un altro pianeta, qui si fa sul serio, le bambinate dei vari Iron Man e The Avengers sono assenti giustificati dal genio demiurgico di Nolan, che prende dai personaggi creati da Bob Kane, ma poi fa di testa propria. A partire da un incipit folgorante: il cattivo Bane (Tom Hardy) imprigionato su un aereo Cia viene liberato e recuperato in volo, con un’operazione così speciale da far sbavare James Bond, Jason Bourne ed Ethan Hunt.

Due righe di sinossi, perché nelle due ore e 44’ i colpi di scena - ovvero i potenziali spoiler - non mancano, anzi, sono pure troppi: otto anni dopo le avventure di Dark Knight, Bruce Wayne vive acciaccato e recluso nel suo maniero, e Gotham non ne sente la mancanza, finché complici il giovane poliziotto John Blake (Joseph Gordon-Levitt) e il commissario Gordon (Gary Oldman) non ritorna in scena. Lo aspettano due superdonne, l’imprenditrice Miranda Tate (Marion Cotillard) e la felina Selina Kyle (Anne Hathaway), nonché gli amici e collaboratori di sempre, da Alfred (Michael Caine) a Lucius Fox (Morgan Freeman).

Soprattutto, lo attende Bane, un mercenario nerboruto e barocco, con una maschera-respiratore da far invidia a Lady Gaga e Hannibal Lecter. Unico supereroe senza superpoteri (anche la sua ricchezza è agli sgoccioli…), Batman deve ritrovare l’eroismo dell’uomo comune per fronteggiare il caos: Borsa espugnata, ponti e tunnel saltati, ricchi e potenti sommariamente processati e, dulcis in fundo, la minaccia nucleare.

Gotham è l’isola dei dannati - e la paradossale dannazione dell’isolazionismo stelle & strisce - e il Cavaliere Oscuro rischia di soccombere alla strapotenza fisica di Bane: viene gettato in un pozzo, si direbbe - l’agenda geopolitica impone – in Medio Oriente.

Barcolla ma non molla, e così il film che lo canta umano, troppo umano: The Dark Knight rimane insuperabile, Bane non è drammaturgicamente ed emotivamente il Joker, e il suo epilogo è da comprimario; la lunghezza si fa sentire, non nella noia, bensì nei caratteri, trame e segreti affastellati da far mancare il respiro; non avremmo detto, ma Anne Hathaway vince sulla Cotillard, e su quasi tutti: si prende maliziosamente il suo spazio, altri si accontentano di quel che passa Nolan, che è ecumenico ma non generosissimo; l’architettura è magnifica, molte vedute mirabolanti, ma si trova la quadra?

Sì, il supergenere del “Batman secondo Nolan”, crasi ambiziosa di mèlo e action, comics e filosofia, riporta Hollywood ai vertici: di tutto e di più, e tecnicamente ineccepibile. Se ancora non vi basta, beh, riguardatevi Inception. (Federico Pontiggia)

La critica

 "La rivoluzione non solo si può desiderare, ci suggerisce a un tratto 'The Dark Knight Rises' ('Il cavaliere oscuro') il blockbuster di Chris Nolan, ma è perfino possibile, per uomini e donne di tutto il mondo! C'è così tanta energia antagonista ben direzionata nel mondo, Tunisia, Egitto, Libia, Siria.... «Occupy Wall Street» non è stato che l'inizio. (...) L'idea «forte», qui, è che Batman è fuori forma e sempre piuttosto acciaccato. Sta sempre in panchina. E quando rientra in campo prende un sacco di botte. Non ci fosse Cat Woman, la vera Durruti della situazione (una impeccabilmente perversa Anne Hathaway), i giacobini pseudorivoluzionari prenderebbero davvero il sopravvento. E alla loro testa, poi, c'è un leader maligno che vi sorprenderà non poco... (...) Cineasta sofisticato, intellettuale e «non lineare» Christopher Nolan, ormai al terzo (e apparentemente ultimo) Batman, affrontando il filone più dark del genere fantasy con un copione in gran parte suo, rinnova con classe le cadenze, a crescere, del lungo (164') narrare fiabesco, proprio come se sentiste uno standard popolare come 'Lullaby of Birtland' rielaborato dopo anni di esperimenti dal sassofono di Joseph Jarman. E nei dettagli il film penetra nella pelle. Bruce Wayne (Christian Bale) questa volta ha poco da scherzare. Il capo dei guerriglieri urbani, Bane (...), ha più dell'Hannibal Lecter che del Joker, e nei combattimenti corpo a corpo, chi lo impersona con generosità, Tom Hardy, ruba all'eroe del popolo messicano, il Santo, sia la maschera che le tecniche del super campione invincibile di wrestler." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 29 agosto 2012)

"Il Ritorno, capitolo finale (si assicura) della trilogia di Christopher Nolan; e, d'altronde, lo stesso fenomeno si verificò nel 2008 quando, a dispetto della morte di Ledger (straordinario Joker), 'Il cavaliere oscuro' realizzò un botteghino stratosferico. Ora, se sul successo della saga non hanno inciso eventi di tal peso, figurarsi quanto può contare un parere critico. E però: anche se parliamo di un film pieno di pagine immaginifiche che garantiscono 164 minuti senza guardare l'ora, resta che 'Il ritorno' non è all'altezza delle attese, e tanto meno dell'eccellente 'The Dark Knight'. Qui funziona al solito bene Christian Bale, un Bruce Wayne/Batman crepuscolare e claudicante, che dovrà affrontare una dolorosa prova di iniziazione per ritrovare la sua vocazione eroica. (...) Di volta in volta nei fumetti di Batman, umanissimo eroe creato da Bob Kane nel 1939 a ridosso della II Guerra Mondiale, si sono riflesse le nubi nere della Storia. Adesso Nolan, dando conferma del suo talento visionario, si ispira alla graphic novel concepita da Frank Miller negli Anni '80 sui colpi di coda della Guerra fredda per rispecchiare sullo schermo le angosce del Terzo Millennio, fra terrore di imminenti apocalissi (non solo finanziarie) e illusione di future palingenesi. Tuttavia il messaggio del film è troppo insistito e confuso; e Bane, nonostante sia una figura di cattivo priva di qualunque interesse, ha l'ardire di stare in scena quanto Batman, se non di più. Davvero imperdonabile." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 30 agosto 2012)

Gossip...

Circolava la voce che la sceneggiatura del terzo capitolo della trilogia di Batman di Christopher Nolan potrebbe essere ispirata a Prey, storyline apparsa nella collana Legends of the Dark Knight. Il villain di questo fumetto è Hugo Strange, psichiatra ossessionato dalla figura dell'Uomo Pipistrello che convince il sindaco di Gotham City a mettere in piedi una task force per catturarlo. A capo del gruppo di agenti speciali viene messo il commissario Gordon.

Poi alcuni rumors su una possibile trama legata al ruolo di Bane e ad un particolare episodio della serie a fumetti. Infine altra teoria stavolta però basata su un involontario spoiler fornito dalla stessa Warner. Sembra che tutto nasca dal fatto che questo terzo capitolo dedicato all’Uomo pipistrello pescherebbe a piene mani dal passato di Bruce Wayne, anticipazione questa supportata dal fatto che l’attore Josh Pence è stato reclutato per interpretare un giovane Ra’s al Ghul, il carismatico villain interpretato da Liam Neeson nel primo capitolo

A seguito di questa notizia ne arriva un’altra in cui si parla di un ritorno sul set proprio dell’attore Liam Neeson per riprendere le vesti dell’oscuro mentore di Bruce Wayne e girare una scena- La domanda che ne consegue è: l’attore apparirà forse in qualche flashback oppure il suo ritorno equivale ad una trovata sovrannaturale legata al Pozzo di Lazzaro, fonte chimica dell’eterna giovinezza e della temporanea follia presente nella mitologia del personaggio?

Sembra che questa ipotesi su una eventuale resurrezione non sia proprio campata in aria, ma nasca da alcune foto circolate sul web che riguardavano le location del film in cui sembrava fosse ritratto proprio questo famigerato pozzo. Naturalmente si tratta di supposizioni e teorie ancora non supportate da nulla di concreto...

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