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Un piccolo gruppo di estremisti, armati fino ai denti e meticolosamente addestrati, dà il via ad un audace agguato in pieno giorno alla Casa Bianca, oltrepassando l’edificio e prendendo in ostaggio il Presidente Benjamin Asher (Aaron Eckhart) e il suo staff all'interno dell’impenetrabile bunker presidenziale sotterraneo. Il loro obiettivo è quello di mettere sotto scacco l’intera nazione degli Stati Uniti, attaccandoli con le loro stesse armi. Mentre infuria una battaglia campale sul prato della Casa Bianca, l'ex responsabile della sicurezza presidenziale, Mike Banning (Gerard Butler), si unisce alla mischia, scoprendo che è l’unico membro dei Servizi Segreti ancora vivo nell’edificio assediato. Banning usa la sua preparazione e la dettagliata conoscenza della residenza presidenziale per divenire gli occhi e le orecchie del vice presidente Allan Trumbull (Morgan Freeman) e dei suoi consiglieri. Nel momento in cui gli invasori iniziano a giustiziare degli ostaggi minacciando di ucciderne molti di più se non vengono esaudite le loro richieste, Banning, cerca di individuare il giovane figlio del presidente, nascosto da qualche parte all’interno dell’edificio, e salvare il presidente stesso prima che i terroristi possano mettere in atto il loro piano. Quando il numero delle vittime aumenta e il tempo sta per scadere, diventa chiaro che Banning rappresenta l’unica speranza degli Stati Uniti per evitare la catastrofe.
Regia: Antoine Fuqua
Interpreti: Gerard Butler, Aaron Eckhart, Melissa Leo, Radha Mitchell, Morgan Freeman, Ashley Judd, Dylan McDermott, Cole Hauser, Angela Bassett, Han Soto, Robert Forster, Rick Yune, Arden Cho, Tory Kittles, Sean O'Bryan, Amber Dawn Landrum
Sceneggiatura: Katrin Benedikt, Creighton Rothenberger
Fotografia: Conrad W. Hall
Montaggio: John Refoua
Durata: 2 ore
Che cosa fu risparmiato dall'11 settembre? Casa Bianca sotto attacco (coreano), ma Gerald Butler lotta
Dopo non essere riuscito a salvare la First Lady in un incidente automobilistico, l’agente dei Servizi Segreti Mike Banning (Gerald Butler, anche produttore) ha dovuto lasciare. Suo malgrado, e ora rosica dietro una scrivania al Tesoro. Ma non è detta l’ultima parola: complice attacco terroristico in grande stile, rientra in servizio – davvero segreto – in prima persona indomita, perché la Casa Bianca è stata presa. Da chi? Terroristi coreani (sud o nord lasciamo a voi…), che prendono in ostaggio Mr. President (Aaron Eckhart) e altri big dell’Amministrazione (diremmo democratica). Non bastasse, lo psico-leader dagli occhi a mandorla – fidatevi, nel film ci son ben altri stereotipi – punta all’ecatombe nucleare su suolo Usa, e il buon Mike deve scongiurare...
Diretto da Antoine “Maniere forti” Fuqua, è Attacco al potere – Olympus Has Fallen, che torna esplicitamente al filone iperproteico dell’action thriller anni ’80 e batte sul tempo il gemello White House Down di Roland Emmerich, che arriverà a giugno.
C’è da chiedersi, perché il cinema stelle & strisce ha così tanta voglia di far saltare in aria la Casa Bianca? Butler mette il freno a mano: “I film parlano dell’oggi, quando nemmeno le grande istituzioni come la Casa Bianca sono più sicure. E poi si fanno due film anche su Cenerentola, gli alieni…”. Dire piuttosto che la White House è stato l’unico obiettivo risparmiato dall’11 settembre e quindi ancora disponibile per la finzione non sarebbe più sincero? Non solo, anche meritorio: Olympus Has Fallen e sodali dimostrano (facile) preveggenza sulle minacce made in Korea e non abbassano la guardia sul terrorismo. Insomma, Boston era qui e ora, maratona, scala e matrice a parte.
Dialoghi spesso vergati al buio (si ride), psicologia tagliata con l’accetta, inverosimiglianze e incongruenze in campo, ma l’adrenalina scorre, gli effetti speciali sono pirotecnici e la sveglia alla Nazione suona fragorosa: i cattivi cadono, almeno al cinema (Federico Pontiggia)
"Sfruttando senza pudore la cronaca più allarmante (le minacce atomiche della Corea del Nord), Hollywood s'è affrettata a sostituire i cattivi un po' decotti di ieri, dai russi ai terroristi arabi, nella prima di una serie di storie dove la parte del diavolo tocca ai coreani. L'andamento e l'unità di spazio ricordano dappresso il primo 'Die Hard' ('Trappola di cristallo'), di cui manca però l'ironia. C'è da preoccuparsi, invece. Intanto perché un commando di assassini può entrare nel bunker della Casa Bianca senza colpo ferire. Poi perché la salvezza generale è affidata a un solo uomo: l'ex-responsabile della sicurezza presidenziale, in crisi per non essere riuscito a salvare la moglie del capo." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 18 aprile 2013)
"Considerato l'attuale, allarmante livello di tensione fra Washington e il regime di Jim Jong-un, la situazione prefigurata sullo schermo sarebbe di quelle che fanno tremare i polsi, se non fosse ben chiaro che il film di Antonio Fuqua non vuole essere preso sul serio. La sua unica ambizione è quella di essere un thriller spettacolare, costruito sulle prodezze di un super eroe adamantino: un Gerald Butler sulla scia di Mel Gibson, Clint Eastwood e soprattutto del Bruce Willis di 'Die Hard'. Con una personalità meno ironica, ma con analoga credibilità nelle sparatorie e nei corpo a corpo, medesima carica di simpatia e stesso temperamento da mastino che non molla mai. Dopo I'11 settembre, il cinema Usa ha per qualche tempo evitato di confrontarsi con il tema doloroso del terrorismo. Poi, mentre il paese lentamente assorbiva il lutto, alcune pellicole (da 'Munchen' a 'Syriana' fino a 'Zero Dark Thirty') hanno ricominciato a toccare il fenomeno con una certa serietà; e adesso Hollywood approda di nuovo alla fase puramente spettacolare, con ben due titoli (questo, e 'White House Down' previsto in uscita americana a giugno) che propongono la sconvolgente immagine di un attacco al luogo simbolo del potere. Il pubblico poteva reagire male: invece, per fortuna dei produttori, nessuno ha creduto che impossessarsi della Casa Bianca possa essere tanto semplice. E di 'Olympus Has Fallen' gli spettatori devono invece aver apprezzato l'esplicito ultrapatriottismo, l'accattivante protagonista e il succedersi fracassone di scene d'azione, realizzate con quei ritmi per cui non guardi l'ora." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 aprile 2013)
"Regia maschia di Antoine Fuqua, è I'action thriller 'Attacco al potere - Olympus Has Fallen', che torna agli antecedenti muscolari degli Anni 80 e riguadagna alla finzione l'unico obiettivo risparmiato dalle cronache dell'11 settembre 2001: la Casa Bianca. Dialoghi a tratti risibili, inverosimiglianza a scomparsa, ma anche adrenalina, buoni effetti speciali e un merito indiscutibile: il cinema stelle & strisce - arriverà anche il gemello 'White House Down' di Roland Emmerich - dimostra preveggenza sulla Corea e non abbassa la guardia sul terrorismo. Boston insegna, e qui manca solo la maratona." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 18 aprile 2013
"Il regista di colore Fuqua difese Tarantino dalla solita, ridicola, accusa di razzismo da parte di Spike Lee per 'Django Unchained'. In più diresse anche l'eccellente 'Training Day' (2001). Peccato che da qualche anno sia caduto nella spirale del blockbuster fracassone e in questo caso pure razzista. Si tratta di 'Attacco al potere' in cui nordcoreani belli, eleganti e cattivissimi disintegrano mezza Casa Bianca, rapiscono il Presidente e minacciano di guerra nucleare tutto il mondo. L'attacco aereo a Washington fa sembrare le difese degli Usa un colabrodo. Non è puro autolesionismo per un action patriottico? Un solo uomo può fermare i cattivi: ex guardia del corpo presidenziale traumatizzata da fallimento professionale (come Eastwood in 'Nel centro del mirino'), solo contro tutti i terroristi asserragliati nella Casa Bianca dissestata (come il Bruce Willis di 'Trappola di cristallo'). Lunghissimo, retorico, ridicolo." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 aprile 2013)
"Piacerà a un bel numero di fan dell'action movie all'americana a patto che non chiedano al film ciò che non vuole e non ha mai voluto essere. Cioè un'opera suscettibile di essere interpretata, decifrata alla luce magari di recenti avvenimenti internazionali. La connotazione nordcoreana è del tutto casuale. I soggettisti si sono rivolti allo «stato canaglia» dell'Estremo oriente perché erano stufi (meglio, si sono accorti che erano stufi gli spettatori) di far fare la parte dei cattivi ai desperado del Medio Oriente. Comunque si sono ben guardati dalle allusioni pesanti, indicando magari Kim Jong-un come mandante del massacro. E' invece subito chiaro fin dalla prima sequenza (bella sequenza, orchestrata come solo Hollywood sa) che le canaglie appartengono a una cellula impazzita, incontrollabile e incontrollata dall'alto. No, il modo giusto per accostarsi a 'Attacco al potere' è quello di vederlo come un epigono del mitico 'Trappola di cristallo' con Gerard Butler come nipotino di Bruce Willis. Gerard non ha la comunicativa di Bruce, ma non manca di simpatia (quindi della possibilità di spingere lo spettatore all'identificazione). E ha una forza greve che lo rende plausibile nel suo compito di salvatore del mondo. Ha la fortuna (o se l'è meritata, scegliendolo come regista) di essere guidato da Antoine Fuqua. Uno dei migliori «action directors» attualmente in attività a Hollywood. Fuqua ha dimostrato di essere in grado all'occorrenza, di sostenere opere di maggior peso («Training Day»). Ma qui non gli è stato richiesto. La parola d'ordine era azione, e poi ancora azione. Missione compiuta. I primi 30 minuti sono folgoranti. E la tensione non molla per i successivi novanta." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 aprile 2013)
"Tambureggiante, fragoroso kolossal fanta politico, gonfio di demagogia patriottarda, più ridicolo che appassionante. Anche se la lunga scena dell'attacco dei terroristi nordcoreani alla Casa Bianca qualche fremito lo dà. Ma quando entra in scena lo zoticone Gerard Butler, che da solo sgomina un esercito, perfino Rambo si farebbe due sghignazzate." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 aprile 2013)