REGIA JOE ROTH |
JULIA ROBERTS KATHLEEN HARRISON |
MONTAGGIO STEPHEN A. ROTTER |
JOHN CUSACK EDDIE THOMAS |
SCENEGGIATURA BILLY CRYSTAL PETER TOLAN |
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DURATA 102' |
CATHERINE ZETA-JONES GWEN HARRISON |
ART DIRECTION CHRIS CORNWELL DENNY DUGALLY |
CHRISTOPHER WALKEN HAL WEIDMANN |
Una famosa coppia di star (Gwen Harrison e Eddie Thomas), si trova in crisi sentimentale. E' però imminente il lancio di un film i cui protagonisti sono proprio loro due e viene imposto loro di fare gli attori anche nella vita fingendo che tutto sia a posto. Il pubblicista Lee Philips dovrà fare in modo che tutto fili liscio con l'aiuto della sua assistente Kiki (anche sorella di Gwen)
Giovedì 14 febbraio | Ore 21:00 |
Sabato 16 febbraio | Ore 20:30 e 22:30 |
Domenica 17 febbraio | Ore 15:00, 17:00 e 21:00 |
Sabato 23 febbraio | Ore 20:30 e 22:30 |
Domenica 24 febbraio | Ore 15:00, 17:00 e 21:00 |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Accettabile, riserve, grossolanità
Tematiche: Mass-media
Si parla di cinema nel cinema, di Hollywood che ironizza su stessa e su tutto quel mondo che circonda il film prima e dopo la sua realizzazione. Gli attori, o meglio i divi tipico prodotto della macchina organizzativa hollywoodiana, si scambiano capricci e si rimbalzano ripicche come fossero colpi ora di fioretto ora di spada. Un copione che parla di cinema aggiunge finzione a finzione e forse vorrebbe aspirare ad un minimo di verità. Il regista folle fa vedere alla fine un film che squarcia il velo della realtà; gli attori interpretano personaggi che fanno gli attori e vorrebbero mantenere una identità. La trama sfocia nell'eccesso e soprattutto nell'amara constatazione che, se si ride, c'è poco da ridere perchè il cinismo è sempre in agguato e spesso passa con tranquillità sopra sentimenti e buone volontà. Operazione furbetta dunque, concepita dal cinema americano a maggior gloria di se stesso e tuttavia non del tutto inutile, perché i meccanismi interni che devono fare andare d'accordo spettacolo e business sono dichiarati apertamente e qualche utile riflessione sul ruolo dei mass media in genere possono anche suscitarla. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare pertanto come accettabile, sia pure con riserve per qualche esagerazione verbale e visiva e per frequenti grossolanità
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ma più opportunamente è da proporre in contesti specifici relativi all'argomento "cinema nel cinema". Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.
"Il film è, per buona parte, una deliziosa commedia sul mondo di Hollywood, i giornalisti di cinema e il circo bianco dello showbiz. Furoreggia a suon di battute strepitose Billy Crystal, anche autore della sceneggiatura. Imperdibile per gli amanti del cinema dietro le quinte, i fanatici del gossip popolare sul mondo delle star e, naturalmente, per i fan di Julia Roberts, la Regina". (Piera Detassis, 'Panorama', 10 gennaio 2002)
"Hollywood parla di se stessa, finge di rivelare i propri segreti: segreti promozionali, in questo caso. (...) Naturalmente il gioco diventa realtà, i due tornano insieme. Julia Roberts in commedia sarebbe piacevole come sempre, se non avesse uno sguardo così triste; il film di San Valentino". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 febbraio 2002)
"Voluta da Billie Crystal, che ha partecipato alla sceneggiatura, questa rivisitazione delle 'partite a quattro' è inserita nell'eccitato, cinico mondo dello star system, per rovistare dietro le quinte sollecitando la curiosità vouyeuristica del 'meraviglioso' hollywoodiano inaccessibile. Non succede niente che non abbiamo già visto, compresa la scenata al ristorante col solito spagnolo da operetta e il tentato suicidio per amore, ma esclusa la prospettiva di un press-agent che deve escogitare come riunire i divi litigiosi per promuovere un nuovo film. Piacerebbe al nostro Lucherini". (Silvio Danese, 'Il giorno', 14 febbraio 2002)
"Catherine Zeta-Jones è una diva nevrotica, Julia Roberts fa la sorella-segretaria-vittima, John Cusack l'ex marito piantato dalla divina e amato in segreto dalla cognat, Billy Crystal il cinico press-agent incaricato di ricomporre la coppia a fini pubblicitari. Aggiungete un gruppo di giornalisti deportati nel deserto per scrivere di un film inesistente, battute e colpi di scena, la satira al vetriolo del cinema, l'interpretazione irresistibile delle due protagoniste: la commedia, godibilissima, è nella migliore tradizione americana": (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 15 febbraio 2002)