Sabato 31 ottobre | Ore 21:00 |
Domenica 1 novembre | Ore 16:00 e 21:00 |
Carl Fredricksen è un anziano signore che per tutta la vita ha sognato di girare il mondo, ma ha dovuto scontrarsi coi problemi della realtà quotidiana come le bollette e gli acciacchi dell'età. Quando a 72 anni la vita sembra non offrirgli più tempo per realizzare il suo sogno bussa alla sua porta Russell, un boyscout di 8 anni che deve fare la sua buona azione. Sarà con lui che Carl Fredricksen intraprenderà il viaggio dei suoi sogni in Sudamerica, dove incontreranno animali selvaggi e persino degli inaspettati nemici.
Si segnala che la pellicola proiettata all'auditorium (e nella maggior parte delle altre sale cinematografiche) non è la versione 3D del film.
Regia | Peter Docter |
Bob Peterson | |
Sceneggiatura | Bob Peterson |
Musiche | Michael Giacchino |
Film aereo e avventuroso: fantasia, sentimenti e poesia cosmica per l’ennesimo capolavoro targato Pixar
Volare via. Up è il decimo film della Pixar e il primo d'animazione ad aprire il festival di Cannes. Toy Story ha inaugurato la serie Pixar nel 1995. Da allora gli stregoni digitali non hanno sbagliato un colpo, con Nemo, Cars, Ratatouille, fino a Wall•e: e John Lasseter, sorridente patron storico della compagnia in camicia hawaiana, riceve a Venezia il Leone alla carriera. La Disney ha acquistato la Pixar nel 2006 ma, grazie a uno scambio di azioni, è Steve Jobs, fondatore della Apple e proprietario della Pixar, a ottenere una quota della Disney e ad assicurare libertà ideativa ai suoi uomini. Come sempre a Hollywood, sono storie di soldi e di grandi imprese, ma anche di idee. I film Pixar sono fatti di buone idee. Le tecnologie sanno rendere sfumature, forme, colorito umano, pori della pelle e finissimi capelli al vento. Così, il punto centrale non sta più nella tecnica, via via migliorata e migliorabile. Il punto sta, sempre di più, nella costruzione di buone storie, bei personaggi, attraenti sceneggiature e argute messinscene. Sta nel fare un buon film. Alla Pixar ci riescono (molto di più che negli studi tradizionali). Quelli della Pixar sono in gara con quegli altri della Dreamworks, quelli di Shrek e di Madagascar. Alla Dreamworks sono bravi nell'uso e riuso della parodia e dei generi. Alla Pixar sono più bravi con la fantasia e con i sentimenti. In Up, film aereo e avventuroso, ci sono fantasia, sentimenti (buoni e meno buoni) e persino qualche tocco di poesia cosmica. Firmato in coppia da Pete Docter, il regista di Monsters & Co, e da Bob Peterson, Up racconta di un vecchietto ottuagenario (che è già uno strappo alle convenzioni dell'animazione) di cui veniamo a conoscere la vita e la vita e la morte della moglie carissima (altra malinconica e tenera infrazione alle regole). Per mantenere una promessa alla signora, Carl vola verso le foreste del Sudamerica, lui, la sua casa sospesa a un grandioso grappolo di palloncini e Russell, ragazzino boy scout cicciotto e intraprendente (quelli della Pixar i ragazzini li fanno cicciotti). Prende il via la dimensione aeronautica, domonautica e avventurosa del film dove si incontrano civiltà perdute, le cascate Paradiso, uccelli preistorici che non sanno ancora volare, una ranasveglia e nemici canini e umani. Si diceva una volta che, con i cartoni animati, si ritornava tutti bambini. Davanti all'animazione della Pixar (come davanti a quella di Miyazaki) si può, a scelta, restare adulti o tornare bambini e godersela in ogni caso. Dire "è un film Pixar", almeno per questi primi dieci, è come dire film piacevole, intelligente, simpatico, moralmente sano, anche fantasiosamente ribelle. VVia per i cieli, nonnino. (Bruno Fornara)
Per il Leone d'Oro alla carriera a Lasseter & Co., plana al Lido l'ultima animazione Pixar. Tra perfezione [...] e Gran Torino
Già scelto da Thierry Fremaux per aprire la 62esima edizione del Festival di Cannes, Up ora plana alla Mostra in occasione del Leone d'Oro alla carriera al guru John Lasseter e gli altri registi Pixar.
Diretto dal 40enne Pete Docter (Monsters & Co. in carnet), prodotto da Lasseter [...], Up mette subito in campo una scelta coraggiosa: il protagonista, Carl Fredricksen, è un arzillo ma acciaccato 78enne, caso unico più che raro nel panorama dell'animazione mondiale. Coadiuvato dall'indomito esploratore di 8 anni Russell, il vecchietto prenderà il volo, nella sua casa trasportata in cielo da una miriade di palloncini colorati, per realizzare finalmente il sogno da sempre condiviso con la moglie, appena scomparsa: raggiungere un fantomatico paradiso perduto in America del Sud, sulle tracce del famoso esploratore Charles Muntz. Lo troverà, insieme a una muta di cani parlanti e a un uccello gigante, "colpevole" dell'esclusione di Muntz dalla comunità scientifica anni e anni addietro.
Tra i punti di forza, innanzitutto la consueta perfezione grafica [...]. Inoltre, sia Carl che Russell, ma ancor più i cani e il pennuto, sono esiti felicissimi degli Studios di Emeryville, California, capaci di strappare risate irrefrenabili e sorrisi arguti, che vengono dal citazionismo colto di Lasseter & Co., tra Chaplin e Capra.
Ma c'è anche spazio per la commozione, con un ritratto della vecchiaia (anzianità lasciamolo al politically correct...) che echeggia le sequenze migliori di Gran Torino: l'analogia tra Carl e Clint (Eastwood), ambedue vedovi da poco e costretti a un bilancio poco esaltante, non e' peregrina, tutt'altro. Non solo, il sogno a quattro occhi a lungo inseguito, e infine realizzato e dedicato da Carl, non e' troppo distante dalla Tour Eiffel agognata da Kate Winslet e Leonardo Di Caprio in Revolutionary Road: là fallivano in due, qui uno ce la fa. Ed è una gioia condivisa. [...] (Federico Pontiggia)