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Storia di una ladra di libri

Storia di una ladra di libri

Sabato 17 maggio - Ore 21:00

Domenica 18 maggio - Ore 16:00 e 21:00

Storia di una ladra di libri è ambientato nella Germania della Seconda Guerra Mondiale. Protagonista è Liesel, una vivace e coraggiosa ragazzina affidata dalla madre incapace di mantenerla, ad Hans Hubermann, un uomo buono e gentile, e alla sua irritabile moglie Rosa. Scossa dalla tragica morte del fratellino, avvenuta solo pochi giorni prima, e intimidita dai “genitori” appena conosciuti, Liesel fatica ad adattarsi sia a casa che a scuola, dove viene derisa dai compagni di classe perché non sa leggere. Con grande determinazione, è tuttavia decisa a cambiare la situazione e trova un valido alleato nel suo papà adottivo che, nel corso di lunghe notti insonni, le insegna a leggere il suo primo libro, Il manuale del becchino, rubato al funerale del fratello. L’amore di Liesel per la lettura e il crescente attaccamento verso la sua nuova famiglia si rafforzano grazie all’amicizia con un ebreo di nome Max che i suoi genitori nascondono nello scantinato e che condivide con lei la passione per i libri incoraggiandola ad approfondire le sue capacità di osservazione.

Regia: Brian Percival

Interpreti: Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nelisse, Nico Liersch, Joachim Paul Assböck, Ben Schnetzer, Kirsten Block, Sandra Nedeleff

Sceneggiatura: Michael Petroni

Fotografia: Florian Ballhaus

Montaggio: John Wilson

Musiche: John Williams

Durata: 2 ore e 11 minutu

 Biglietti esselunga Vieni al cinema alla domenica sera - a Casatenovo costa meno Prendi sei e paghi cinque - Tessere a scalare

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** L’amore per la lettura contro la Shoah: un film delicato, intimo e poetico con una straordinaria esordiente

Persino tra le macerie sboccia un bocciolo di speranza: circondata dalle miserie umane durante la Seconda Guerra Mondiale, la bambina protagonista di Storia di una ladra di libri scopre un inaspettato innamoramento per la letteratura. Nessuno avrebbe scommesso su di lei, analfabeta e povera, data in adozione dalla mamma, eppure Liesel (l’esordiente Sophie Nélisse) inizia quest’incredibile viaggio.

La storia, tratta dal bestseller di Markus Zusak (Frassinelli), parte dall’incontro con Hans Hubermann (Geoffrey Rush), tedesco di mezza età generoso e integerrimo, che la accoglie in casa con la moglie Rosa (Emily Watson), burbera e scontrosa o, come la descrive la piccola, simile ad un “temporale con i tuoni”.

L’unica parentesi di serenità, scritta con un gessetto bianco sul muro della cantina, è rappresentata dall’alfabeto che Liesel impara a leggere. “Una persona – le dice Hans – vale quanto la propria parola”: la sua onestà intellettuale non viene messa in discussione dai disagi subiti dopo il rifiuto del regime nazista e neppure l’indole ottimista, che esprime nel suono dell’adorata fisarmonica. Lo strumento, capace di irritare oltre misura la moglie, è stato il regalo dell’ebreo che gli ha salvato la vita: per ripagare quel debito di riconoscenza nasconde il figlio Max (Ben Schnetzer) per farlo scampare alla deportazione.

Con pennellate delicate il regista Brian Percival (Downton Abbey) tratteggia, grazie ad un cast sublime e ad una toccante colonna sonora, il ritratto poetico e struggente di una famiglia che tragiche circostanze rendono fuori dal comune. Niente retorica né buonismi: si arriva dritti al cuore della storia, dove i veri orrori vengono sfiorati, accennati, intravisti, sempre attraverso lo sguardo a tratti disincantato di Liesel, con quegli occhioni da bambolina velati da lacrime di malinconia e incredulità. Ecco come la tredicenne di origini canadesi stupisce e commuove senza sembrare mai “piccola” accanto a giganti del calibro di Geoffrey Rush ed Emily Watson. (Alessandra De Tommasi)

Storia di una ladra di libri

La critica

 "Ci sono film in cui il Libro ha la potenza di salvare l'uomo, come in effetti accade, tramandando il valore della memoria, come dimostra il 'Diano di Anna Frank'. Dopo 'The Reader', ecco 'Storia di una ladra di libri', tratto dal un voluminoso best seller da 8 milioni di copie dell'australiano Markus Zusak, edito da Frassinelli, dove una ragazzina viene affidata nella Germania nazista del '38 a una coppia adottiva, dopo la fuga della madre comunista. (...) produzione Fox in versione patinata, un po' per signore, musicata a note sempre alte dallo spielberghiano John Williams (47 nomination all'Oscar) e ripresa con dolly sfrenati da Florian Ballhaus, mentre Brian Percival, regista di molte puntate dello smagliante 'Downton Abbey', si adagia nel rassicurante stile che smussa gli angoli anche di una storia selvaggia che inizia e finisce con la voce fuori campo della Morte. Il libro rischia di puntare troppo sulla poesia del dolore, mentre la medicina omeopatica della lettura rimane sullo sfondo ma non diventa redenzione né catarsi, rimane colore anche se promuove la libertà di pensare. Una quasi fiaba che rivela il viso dolce diabolico della 14enne Sophie Nélisse accanto alle facce note di Emily Watson e del grande Geoffrey Rush." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 marzo 2014)

"Da un romanzo di Markus Zusak venduto in otto milioni di copie, una parabola umanista che sventola la bandiera della cultura contro la barbarie. (...) Brian Percival invece, uno dei registi della serie 'Downton Abbey', non ne mostra altrettanto nel mettere in scena una rappresentazione ligia ai modelli del 'film storico' (magniloquenza, scene madri, colore grigiastro da archivi d'epoca), che appiattisce i personaggi sullo sfondo e si guarda bene dal discutere gli stereotipi di repertorio. I tedeschi non fanno che gridare, la brava famiglia protegge l'adolescente e nasconde un giovane rifugiato ebreo nel sottoscala... ma occorre davvero tanto manicheismo per convincere il pubblico che i nazisti erano cattivi?" (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 27 marzo 2014)

Storia di una ladra di libri

"Ispirato al best seller di Markus Zusak, 'La Ladra di libri' è un film illustrativo che tuttavia prende qualche forza dalla storia che racconta: l'odissea di un'adolescente orfana, affidata alle cure di una matura coppia nella Germania nazista. (...) Nella pellicola c'è una fastidiosa voce narrante, niente di meno della Morte in persona e la regia di Brian Percival soffre di una certa piattezza, però la Liesel di Sophie Nelisse è luminosa e Geoffrey Rush ed Emily Watson sono commoventi genitori adottivi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 27 marzo 2014)

"Tratto dall'omonimo romanzo di Zusak, 'Storia di una ladra di libri' è il tipico film che indurrà qualche spettatore a convincersi d'avere avuto accesso al top di poesia, rievocazione storica e arte recitativa. È il caso, però, di opporre una garbata quanto ferma resistenza: la parabola della ragazzina tedesca strappata nel '39 a una famiglia 'sovversiva' e data in adozione a una coppia in apparenza ignava, ma in realtà gonfia d'umanità ha tutti, ma proprio tutti i difetti del feuilleton di mezzatacca. Didascalismo edificante, narrazione piatta e no-suspense persino nelle acmi d'atrocità, torrenti di sentimentalismo, fotogenia a tutti i costi (vale anche per le bandiere con la svastica), la voce off della Morte (!) che commenta i fatti; ma la tirata più insopportabile riguarda il demagogico e genericissimo inno ai 'libri', che sarebbero l'antidoto all'incultura e il balsamo dell'umiliato & offeso. Dimenticando che anche il nazismo poté contare su fior di 'libri'." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 27 marzo 2014)

Storia di una ladra di libri

"Piacerà a chi ama le storie alla Anna Frank. Anche per Liesel il terrore e l'incombere della morte si combattono con la fantasia. Il messaggio del best seller di Markus Zusak non va perso colla proba regia di Brian Percival, molto ben servito dagli attori (Rush e la Watson sono i genitori adottivi)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 27 marzo 2014)

"Racconto di formazione, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. (...) Le signore preparino i fazzoletti anche se la regia didascalica di Percival suscita poca emozione. Ottimi, Geoffrey Rush e Emily Watson." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 27 marzo 2014)

Geoffrey Rush

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