Gilberto è un professore quarantenne di educazione fisica in una scuola di provincia. Quando si separa dalla moglie, una sua allieva di sedici anni, Paolina, si innamora perdutamente di lui. La ragazza gli dichiara il suo amore scrivendo "Ti amo" in tutte le lingue del mondo su foglietti che gli fa trovare dappertutto. Gilberto è disperato anche perché Paolina lo ha minacciato di morte se lo troverà con un'altra. E un'altra c'è, si chiama Margherita e fa la psicologa per animali nello zoo di Pistoia.
Pieraccioni torna quest'anno a Natale con "Ti amo in tutte le lingue". Il nuovo film dell'attore toscano presenta un cast quasi totalmente toscano con il ritorno alla collaborazione con Massimo Ceccherini e soprattutto la partecipazione di Giorgio Panariello che veste i panni di un bidello.
Venerdì 16 dicembre | Ore 21:00 |
Sabato 17 dicembre | Ore 21:00 |
Domenica 18 dicembre | Ore 16:00 e 21:00 |
Sabato 24 dicembre | Ore 21:00 |
Domenica 25 dicembre | Ore 21:00 |
Lunedì 26 dicembre | Ore 15:00, 17:30 e 21:00 |
Sabato 31 dicembre | Ore 21:00 |
Domenica 1 gennaio | Ore 16:00 e 21:00 |
Leonardo Pieraccioni | Regia |
Giovanni Veronesi | Sceneggiatura |
Leonardo Pieraccioni | |
Italo Petriccione | Fotografia |
Gianluca Sibaldi | Musiche |
Stefano Chierchié | Montaggio |
Gilberto | Leonardo Pieraccioni |
Paolina | Giulia Elettra Gorietti |
Padre Massimo | Massimo Ceccherini |
Margherita | Marjo Berasategui |
Cateno | Giorgio Panariello |
Anselmi | Rocco Papaleo |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)
Giudizio: accettabile, riserve, grossolanità
Tematiche: adolescenza, il comico
Atmosfere, personaggi, vicende transitano quasi sempre da una storia all'altra scritta e portata su grande schermo da Pieraccioni. Variazioni ovviamente ce ne sono, ma piccole, di sfondo, di contorno e comunque non tali da cambiare il quadro di fondo: la rappresentazione di un piccolo universo di provincia tra minime follie, pettegolezzi, inciampi, disavventure più o meno grandi. A tenere legato il tutto c'è il grande serbatoio delle sfumature sentimentali, vero terreno di confronto, banco di prova della tenuta nervosa di uomini e donne. Pieraccioni é comico toscano e gli atteggiamenti sono conseguenti: disincanto, battute salaci, giudizi taglienti. La figura del frate, affidata a Massimo Ceccherini, é tutto sommato risolta in modo contenuto; passaggi un po' sopra le righe é ovvio che non mancano, ma sono visti con dovuto distacco. Nell'insieme il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, segnalando riserve per qualche sparsa grossolanità.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto in altre occasioni come commedia leggera e di facile fruizione.
Leonardo Pieraccioni è maturato, ma s'è pure intristito: nella sua nona regia, tanto buonismo e poco divertimento
Nel suo nono film, 15 anni dopo l'esordio felicissimo de I laureati, Leonardo Pieraccioni interpreta il "normotipo" Gualtiero Marchesi, 40enne che vive "raccomodando" piscine, con una ex moglie (Barbara Tabita, già sua ex consorte in Ti amo in tutte le lingue del mondo) scappata con "un domatore di circo stile Tarzan" (Biagio Izzo) e due amici pasticceri "gay di fatto" (Massimo Ceccherini e Luca Laurenti). Durante una casareccia seduta spiritica, Gualtiero chiama Marilyn Monroe (la 23enne sosia londinese Suzie Kennedy, nomen omen…), che comparirà in cucina: solo per i suoi occhi e i suoi orecchi...
Nel cast anche Marta Gastini, la figlia e “la donna più importante” di Gualtiero, lo psichiatra Francesco Guccini, Rocco Papaleo, l'unico a credere nella "presenza in atto" di Marilyn, e il maresciallo dei carabinieri Francesco Pannofino, Io & Marilyn arriva sotto l’albero, ma starebbe meglio altrove: se il Leo nazionale è maturato cinematograficamente e non solo, sulla soglia dei 45 anni il suo sorriso si fa più tirato, e la tristezza fa capolino nell’alternativa principe al cinepanettone Filmauro.
Come dire, si ride di più in conferenza stampa per le battutacce del toscanaccio Ceccherini - viados, gay, filmini e ricatti con bersaglio l’amico Pieraccioni - che in 96 minuti di film, sceneggiato a quattro mani con Giovanni Veronesi, che con volgarità e sguaiatezze tiene lontano pure il divertimento senza se e senza ma, quello che dovrebbe “santificare” un Natale di celluloide che si rispetti. Dispiace, perché Pieraccioni è simpatico e alla mano: ma tra “buona persona” e “film buonista” c’è di mezzo la noia. (Federico Pontiggia)
PS: di Marilyn non diciamo nulla, d’altronde nemmeno il film sa che farsene...
"Prodotto natalizio, provvisto di un titolo accattivante e di un lieto fine per tutti, compreso il mondo animale. Il resto è una sgangherata commedia sentimentale che cerca un baricentro, gioca la carta dei caratteristi di lusso (bravi Panariello e Ceccherini) e la butta in goliardia con amici e parenti della comicità toscana di cui Pieraccioni resta l'alfiere anche se svende con inutili volgarità il suo talento di affabulatore e la sua natura di Peter Pan. (...) L' avvio è il meglio, la moglie traditrice e il comico albergo del libero scambio col prof. masochista. Ma poi la storiella latita di invenzioni, molto è telecomandato e prevedibile, la sociologia è spicciola, ma ci dicono efficace." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 16 dicembre 2005)
"Il contorno è ricco e ben amalgamato: da Panariello fratellone balbuziente del protagonista di cui - è l'indovinato tormentone del film - racconta la vita in ogni intimo dettaglio, agli avventori della lavanderia sotto casa, a Ceccherini monaco già peccatore, a Papaleo bandiera di un recuperato valore dei comprimari di razza come ce n'erano nel cinema italiano comico di una volta, fino al prezioso intervento da guest star di Francesco Guccini preside. Resta che la leggerezza di Pieraccioni (depurata dall'inclinazione alla pesantezza dialettale) è talmente leggera da sfiorare l'inconsistenza." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 16 dicembre 2005)