Sabato 12 gennaio | Ore 20:30 e 22:30 |
Domenica 13 gennaio | Ore 15:00, 17:00 e 21:00 |
Leopoldo, timido maestro elementare di Firenze, il giorno del funerale del padre, Pierino, noto giocatore d'azzardo, ha una incredibile sorpresa. Nella camera ardente Pierino si "ridesta" dalla sua bara e svela ad un Leopoldo sbalordito che in realtà la sua morte è stata tutta una messinscena per sfuggire ai miliardi di debiti accumulati. Dopo il finto funerale Leopoldo scopre con amarezza che il padre è fuggito, facendogli avere però un video in cui gli rivela di avergli lasciato un dipinto del valore di 250 milioni, vinto a carte da un nobile di St. Vincent, avvertendolo però che tale somma dovrà essere divisa con un'altra persona e spingendolo, quindi, a contattare Lella, la bidella della sua scuola, a conoscenza di un suo segreto. Leopoldo cerca quindi la donna e scopre di avere un fratellastro, Melchiorre, soprannominato Gimondi, concepito in gioventù da Lalla e Pierino e che per di più si trova in carcere per una serie di furti. Da qui in poi la vita di Leopoldo sarà completamente stravolta....
Leopoldo | Leonardo Pieraccioni | Regia | Leonardo Pieraccioni |
Gimondi | Massimo Ceccherini | Sceneggiatura | Leonardo Pieraccioni |
Fotografia | Maurizio Calvesi | ||
Scenografia | Francesco Frigeri |
"Nella sceneggiatura del regista e di Giovanni Veronesi gli episodi si susseguono senza una vera ragione narrativa e senza far 'crescere' i personaggi. L'unico scopo sembra quello di permettere che Pieraccioni e Ceccherini si producano nei rispettivi repertori, che il film somma in maniera aritmetica: il primo buonista, ligio e sentimentale, cialtrone disonesto e simpatico il secondo. O meglio, una variante c'è. Contrariamente ai suoi film precedenti, Pieraccioni infarcisce quello nuovo di volgarità: (...) Ma anche le battutacce, in fondo, sono coerenti col progetto di un film che le prova tutte per piacere, ricorrendo un momento dopo al sentimentalismo o alle cartoline turistiche delle località che Leopoldo e Melchiorre vanno attraversando". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 15 dicembre 2001)
"La commedia piacevole è ben interpretata e divertente. La coppia dei protagonisti si armonizza molto bene: Pieraccioni è portatore della comicità toscana più sorniona, scherzosa, autoindulgente, apparentemente bonaria; Ceccherini impersona lo spirito fiorentino sarcastico, tagliente, rapido, aggressivo, rissoso; insieme riescono a vincere la naturale antipatia provocata spesso dalla comicità di Toscana. Come regista, Pieraccioni ha avuto all'inizio grandi successi di pubblico con 'Il ciclone' e 'Fuochi d'artificio'; ha avuto esito più moderato con 'Il pesce innamorato' e come protagonista de 'Il mio West' di Veronesi; può darsi che 'Il principe e il pirata' rappresenti una rivincita". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 21 dicembre 2001)