Domenica 6 maggio - Ore 16:00 e 21:00
Carl Brashear non permette a nessuno di ostacolare i suoi sogni. Figlio di un agricoltore del Kentucky, va via di casa in cerca di una vita migliore. Dopo essersi arruolato in Marina, in due anni scrive cento lettere per essere ammesso nel programma scuola sub. L'ufficiale istruttore Billy Sunday non vuole sentir parlare di lui e cerca di ostacolarlo con tutte le sue forze. Ma Carl è di un'altra stoffa.
Robert De Niro | Billy Sunday | Regia | George Tillman Jr. |
Cuba Gooding Jr. | Carl Brashear | Sceneggiatura | Scott Marshall Smith |
Charlize Theron | Gwen | Costumi | Salvador Perez |
David Keith | Cap. Hartigan | Fotografia | Anthony B. Richmond |
Hal Holbrook | Mr Pappy | John Carter | |
Michael Rapaport | Snowhill | Musiche | Mark Isham |
Powers Boothe | Cap. Pullman | Scenografia | Leslie Dilley |
Durata | 2h 8' |
"Biografia vecchio stile (di ogni immagine si può intuire la composizione e il momento in cui apparirà) ma costruita solidamente. La moglie cattiva è Charlize Theron". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 13 aprile 2001)
"Al di là della confezione vecchio stile scelta dal regista George Tillman Jr., ci si chiede cosa irrita di più: se il De Niro crudele canaglia fascista,che pare un incrocio tra Braccio di Ferro e il Marlon Brando di 'Riflessi in un occhio d'oro', se l'inverosimile Gooding jr votato al masochismo estremo come un'eroina di Lars von Trier, oppure la sbandierata ideologia superomista e insaziabile di retorica d'un film più incline al sadomasochismo che all'antirazzismo". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 13 aprile 2001)
"Invecchiare stanca. Arrivato vicino alla senilità, Robert De Niro è stato preso dall'ansia ed ha sbagliato parecchie mosse. Così ha rifiutato il ruolo del boss crudele in 'Gangs of New York' e si è sprecato in troppi film di profilo basso. (...) Nel marziale 'Men of honor', nella parte del 'primo capo' addetto all'addestramento degli allievi, il grande Bob eccede in smorfie e tic. Francamente è il peggiore di tutti". (Claudio Carabba, 'Sette', 26 aprile 2001)
"Nel rispetto dei codici dei generi, ben scritto dal debuttante Scott Marshal Smith, 'Men of Honor' è un film di solida fattura, dai sentimenti manichei, con un De Niro straordinariamente reazionario, che recita anche muovendo le rughe delle palpebre degli occhi: e un Cuba Gooding jr., quello di 'Jerry Maguire', con l'occhio pesto dell'umiliato che guarda all'infinito della Storia. Come col film di Redford sul golf, siamo di fronte a un recupero del vecchio buon stile del cinema Usa, senza trucchi, quello che s'interessava agli uomini, alle loro memorie e anche alle loro protesi". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 14 aprile 2001)