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Due importanti ricercatori di fenomeni paranormali cercano di mettere in dubbio la reputazione di un potente e misterioso sensitivo. La dottoressa Margaret Matheson (Sigourney Weaver) e il suo collaboratore, Tom Buckley (Cillian Murphy) sono i più famosi investigatori di fenomeni paranormali. Scettici per professione, hanno smascherato decine di falsi lettori del pensiero, di cacciatori di fantasmi, e di guaritori. Ma quando il leggendario sensitivo non vedente Simon Silver (Robert De Niro) riappare dopo un'assenza di 30 anni, Matheson, sua impavida avversaria di un tempo ha paura e consiglia a Buckley di farsi da parte. Buckley invece è deciso a smascherare Silver.
Regia: Rodrigo Cortés
Interpreti: Robert De Niro, Sigourney Weaver, Cillian
Murphy, Joely Richardson, Craig Roberts, Toby Jones, Elizabeth Olsen, Burn
Gorman, Leonardo Sbaraglia, Karen David, Garrick Hagon
Ruoli ed
Interpreti
Sceneggiatura: Rodrigo Cortés
Fotografia: Xavi Giménez
Montaggio: Rodrigo Cortés
Musiche: Víctor Reyes
Durata: 1 ora e 53 minuti
De Niro tra C.S.I. e X-Files ma il thriller di Rodrigo Cortes pecca d'indecisione
Se Mulder e Scully professavano fede cieca - I Want to Believe - negli X-Files (per una casistica dei quali non dovete far altro che vedere Voyager di Giacobbo), Sigourney Weaver e Cillian Murphy predicano scienza e razzolano scetticismo. I due – una scienziata e il suo protége - girano l’America in cerca di nuovi fenomeni paranormali da smontare e riportare nell’alveo di un comprensibilissimo imbroglio.
Il plot di Red Lights, scritto e diretto dallo spagnolo Rodrigo Cortes (chiamato ad Hollywood dopo il successo di Buried), sarebbe di per sé un buono spunto per un serial tv - una specie di C.S.I. applicato agli X-Files – ma mostra limiti di tenuta e vistose magagne narrative come format cinematografico.
Tolta una prima parte interessante, in cui i nostri acchiappa-ciarlatani chiariscono che cosa si nasconda dietro l’evento più inspiegabile, la storia prende la piega di un western, dove i due pistoleri che si fronteggiano sono un De Niro in modalità ESP (fa molto Uri Geller) e un fisico pronto a tutto pur di smascherarlo.
Peccato che nella partita tra scienza e magia, il film si preoccupi soprattutto di prendere in contropiede lo spettatore, gettandogli fumo negli occhi piuttosto che aiutarlo a guardare. Più che paranormale, para... (Gianluca Arnone)
"Thriller paranormale interessante, almeno per certi versi. (...) Lo spagnolo Cortés, che oltre a dirigere scrive e produce, ha una discreta mano nel thriller. Ha alle spalle un tentativo interessante anche se irrisolto come 'Buried' e maneggia sufficientemente bene colpi di scena e attori. Tutti bravi compreso De Niro che dimostra mestiere e bravura in una parte piuttosto simile al Luis Cyphre di 'Angel Heart' grazie a cui ci fa dimenticare le sue inguardabili interpretazioni degli anni Duemila". (Simone Fortunato, 'Tempi', 14 novembre 2012)
"Coproduzione ispano-americana per un thriller parapsicologico diretto dal regista di 'Buried' ('Sepolto'). Rispetto al film precedente, Cortés si muove su un terreno più noto; però non rinuncia al tentativo di sorprendere il suo pubblico. Anche se, in realtà, per intuire il ribaltamento di carte finale (annunciato da alcune scene che tornano, didatticamente, nell'epilogo) non c'è bisogno di essere veggenti." (Roberto Nepoti, 'Repubblica', 8 novembre 2012)
"E' stato 'Buried: sepolto' - horror presentato con grande successo al Sundance Festival - il lasciapassare che ha aperto allo spagnolo Rodrigo Cortés le porte di Hollywood, permettendogli di ottenere il coinvolgimento di divi come Sigourney Weaver e Robert De Niro nel suo terzo film, il thriller paranormale 'Red Lights'. (....) Cortés imposta bene il gioco, poi purtroppo svolge male la partita e il finale non convince." (Alessandra Levantesi Kezich, 'Stampa', 8 novembre 2012)
"C'era una volta Rodrigo Cortés, abile cineasta spagnolo che con la seconda regia 'Buried' (avventura di un sepolto vivo) fece innamorare Hollywood e non solo. Nella piena tradizione nordamericana, Hollywood gli ha proposto il grande salto con star (attempate): 'Red Lights', un thriller che vede i due professoroni Sigourney Weaver e Cillian Murphy schierati contro il controverso Simon Silver (Robert De Niro), sensitivo cieco tornato in scena dopo 30 anni di assenza. I suoi show fanno sfracelli. E se fosse un impostore? Mentre i minuti scorrono nella noia degna di un brutto episodio di 'X-Files', arriva un colpo di scena finale che contraddice molto di quanto visto in precedenza. E senza che la sorpresa generi alcun nuovo senso cinematografico. Weaver e De Niro? Moscissimi. Murphy? Vittima di un personaggio pessimamente scritto dallo stesso Cortés, il quale ha avuto un controllo sull'opera che molti suoi colleghi europei si sognerebbero. Passo falso tutto suo, dunque. Ma l'autore di un gran film come 'Buried' si riprenderà presto. Ne siamo sicuri". (Francesco Alò, 'Il Messagero', 8 novembre 2012)
"Il trucco c'è oppure no? Fossimo nel mondo reale sarebbe un dubbio ridicolo, ma qui siamo al cinema, regna la fiction, quindi tutto è possibile, anche che Silver sia davvero dotato di poteri che sfuggono alla nostra miserabile ragione. E sarà solo il finale con qualche sciocchezza (un'inutile aggressione) e qualche colpo di scena (che i più accorti hanno intuito) a chiudere la vicenda tra lampade che esplodono e passerotti stecchiti. Rodrigo Cortés è spagnolo, ma sa perfettamente come costruire trame e suspence, lo aveva fatto con il claustrofobico esordio 'Buried, sepolto'. Figurarsi quando può utilizzare signori attori come Sigourney Weaver, un dottor Matheson tormentato che dopo un po' deve uscire di scena, forse per questioni di budget e Robert De Niro nei panni di Silver, centellinato come si conviene a una superstar con tassametro. Più sfruttato è invece Cillian Murphy che domina la scena dall'inizio alla fine con i suoi occhioni chiari e le labbra carnose. Le 'Red Lights' del titolo sono quelle del semaforo che invita a fermarsi e a non procedere oltre perché il trucco è stato scoperto. Inutile scomodare la scienza quando si è nel campo dell'illusione e i trucchi, nel cinema, sono un dipartimento indispensabile per raggiungere l'obiettivo. Forse non tutto procede nel modo più plausibile, però è innegabile che l'intrattenimento è garantito, a condizione di essere bendisposti nei confronti del paranormale e delle forze invisibili che dominano l'universo. O no?" (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 8 novembre 2012)
"Dentro l'ossatura di un film con una bella idea e una trama sbilenca, De Niro, nei panni del chiaroveggente Simon Silver, è un non vedente, minaccioso, illustre e anche menagramo. Le folle lo idolatrano implorando miracoli e guarigioni, lui esegue con l'imbroglio, ma, sotto le lenti scure, s'intravede, impagabile, il ghigno del grande attore in vacanza premio". (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 8 novembre 2012)
"Non convince 'Red Lights' di Rodrigo Cortés su due scettici investigatori del paranormale impegnati a sventare truffe. Quando un celebre sensitivo riappare dopo 30 anni la coppia di scienziati vacilla, ma un colpo di scena finale ribalterà la situazione stabilendo un insensato legame tra inspiegabile e fede in una vita ultraterrena". (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 8 novembre 2012)
"Thriller parapsicologico, noioso nella parte centrale, che si riscatta, in parte, con un finale sorprendente alla 'Sesto Senso'". (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 8 novembre 2012)
"Affidare un thriller psicologico a un regista che è riuscito a creare tensione in un film ambientato in una bara è una scelta vincente. Come affidarsi a Robert De Niro, uno che malgrado gli Oscar nel cassetto continua a mettersi in gioco, con scelte più o meno felici ma che, sebbene abbia già messo in repertorio psicopatici, criminali e anime ferite di qualsiasi tipo, continua a scegliere di essere borderline. Oppure Sigourney Weaver che, malgrado gli anni e gli alieni ormai lontani, ha così tanto carisma da riempire il grande schermo; come Cillian Murphy che non sceglie mai un ruolo uguale a un altro ma spazia tra i generi e gli umori. (....) Come sua abitudine, anche se siamo alla sua opera seconda, Cortés mette in scena un allestimento mai scontato. Sostenuto da interpretazioni forti, l'impronta del regista è nell'occhio, nel montaggio, nella colonna sonora di 'Red Lights', mai scontato anche quando sembra percorrere strade conosciute, enigmatico fino in fondo anche quando lo spettatore sembra sapere dove vuole andare a parare." ('Corriere dello Sport', 8 novembre 2012)
"Al suo secondo film Cortés non manca, ancora una volta, con questo thriller di spiazzare lo spettatore. Niente di male se si pensa che in 'Buried: Sepolto' era riuscito a tenere incollato il suo pubblico mettendo in scena soltanto, per poco meno di due ore, i bui tentativi di fuga di un uomo sepolto vivo." (Francesco Gallo, 'Gazzetta del Mezzogiorno', 4 novembre 2012)