Aldo, Giovanni e Giacomo sono - manco a dirlo - tre amiconi come ce ne sono pochi... Uno è comparsa alla Scala, uno fa il doppiatore e il terzo lavora come mimo ai grandi magazzini, ma insieme sognano di realizzare uno spettacolo teatrale: il "Sirano di Bergerak". Quali ostacoli potrebbero intralciare un'amicizia così salda e un progetto così intrigante? Uno solo, l'amore.
Sabato 30 dicembre | ore 21:00 |
Domenica 31 dicembre | ore 16:00 e 21:00 |
Lunedì 1 gennaio | ore 16:00 e 21:00 |
Venerdì 5 gennaio | ore 21:00 |
Sabato 6 gennaio | ore 16:00 e 21:00 |
Domenica 7 gennaio | ore 16:00 e 21:00 |
Venerdì 12 gennaio | ore 21:00 |
Sabato 13 gennaio | ore 21:00 |
Domenica 14 gennaio | ore 16:00 e 21:00 |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)
Giudizio: Accettabile, brillante
Tematiche: Amicizia; Teatro
Divertimento e brio da un lato, malinconia e sentimento dall'altro: gli ingredienti usati dal trio Aldo, Giovanni e Giacomo non sono certamente nuovi né inediti. E' loro merito però saperli ancora una volta (come nelle precedenti occasioni) miscelare, confonderli e poi organizzarli lungo un copione che riesce a mantenere sempre il tono della freschezza. Sembra insomma che la storia venga inventata nel momento in cui la vediamo,che certi dialoghi e certe situazioni nascano all'improvviso. La sottile architettura della trama (tra flashback, ritorni, azione 'reale' e 'messa in scena teatrale) quasi non si avverte: anche in questa occasione i tre fanno della spontaneità la loro arma migliore. Conta molto l'affiatamento tra loro, il riuscire a non togliersi mai spazio, la scelta dei coprotagonisti o comprimari, l'occhio della regia che cattura sapori, sensazioni, atteggiamenti, tic, manie della vita contemporanea. Il resto scivola da solo: l'amore, l'amicizia, il tradimento, lo scherzo, gli affanni quotidiani. Niente di nuovo, e tutto nuovo perché materia di confronto, di sfida, di voglia di rimettersi in gioco. Una favola moderna dunque, misurata e accattivante, fiduciosa ma non consolatoria. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e brillante nel suo sviluppo complessivo. Funziona bene anche la scelta delle musiche.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare come esempio di commedia italiana di costume ironica e scanzonata.
"Piuttosto accurato nella regia, disloca la storia su piani temporali paralleli seguendo il racconto della voce narrante di Aldo. Come accade sovente ai comici migliori, Aldo Giovanni e Giacomo mettono in rappresentazione se stessi, rinunciando saggiamente alle maschere e alle pesanti caratterizzazioni di cui cinema e tv traboccano. Parecchie gag sono azzeccate; alcune scene francamente divertenti. Quel che manca alla comicità del trio è una punta di cattiveria: proprio l'elemento che fa la differenza fra l'intrattenimento gradevole e la commedia che lascia il segno". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 dicembre 2000)
"Tre uomini in gamba. Aldo, Giovanni e Giacomo fanno centro con 'Chiedimi se sono felice' e si preparano all'abbuffata natalizia che, si dice, salverà al botteghino il cinema italiano. Trionfo meritato e non scontato. Il loro terzo film ha messo d'accordo critica e pubblico, buonisti e cattivisti, sentimento e comicità". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 15 dicembre 2000)
"Il film è girato con attenzione, visivamente più accurato e inventivo dei precedenti: e Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro squallore quotidiano, sono come sempre divertenti. Il cinema è quanto fanno meno bene; sullo schermo non raggiungono l'intensità e la concentrazione che li caratterizzano in palcoscenico: ma 'Chiedimi se sono felice' segna un cambiamento". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 dicembre 2000)