Domenica 14 dicembre - Ore 16:00 e 21:00
Sabato 20
dicembre - Ore 21:00
Domenica 21 dicembre - Ore 16:00 e 21:00
25
dicembre - Santo Natale - Ore 21:00
26 dicembre - Santo Stefano - Ore
16:00 e 21:00
La promozione Vieni al cinema alla domenica sera: costa meno! è sospesa dal 14 dicembre al 6 gennaio inclusi |
A causa di un piccolo incidente automobilistico e di un pesante tracollo finanziario, Giacomo, un ricco e spregiudicato broker milanese appassionato di golf, il suo fido maggiordomo Giovanni, cultore di arti marziali e filosofia giapponese, e Aldo, un venditore abusivo che vive con la burbera madre Calcedonia e allena una squadretta di calcio composta da bambini extracomunitari, si troveranno a condividere lo stesso destino fra tragicomiche avventure, maldestri appuntamenti al buio, matrimoni, funerali e un progetto che potrebbe salvarli tutti...
Regia: Aldo, Giovanni, Giacomo e Morgan Bertacca
Interpreti: Aldo, Giovanni, Giacomo, Giuliana Lojodice, Francesca Neri, Sara D'Amario, Massimo Popolizio, Rosalia Porcaro, Guadalupe Lancho
Sceneggiatura: Aldo, Giovanni, Giacomo, Valerio Bariletti, Morgan Bertacca, Pasquale Plastino
Fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci
Montaggio: Luigi Mearelli
Musiche: Marco Sabiu
Durata: 1 ora e 42 minuti
Trio che vince non si cambia, Aldo, Giovanni e Giacomo tornano sotto l'albero, con un assente eccellente: il corrotto
Trio che vince non si cambia? Milano oggi, Giacomo, di nome e di fatto, è un ricco broker con ufficio a Porta Nuova, villa in Brianza, trophy wife amante dei ritocchino e figliolo anemico; Giovanni è il suo fido maggiordomo, cultore di arti marziali segretamente innamorato; Aldo è un venditore abusivo trasferito dall’anziana madre causa povertà molesto...
Dopo 17 anni di attività cinematografica (Tre uomini e una gamba, 1997) e 4 di pausa (La banda dei Babbi Natale, 2010), Aldo, Giovanni e Giacomo tornano sotto l’albero, con la ricetta che ben conosciamo (affiatamento, comicità di gesto più che di parola, pudicizia verbale, bontà e a tratti buonismo) e qualche (im)percettibile novità: meno ancoraggio sociale (la crisi c’è, ma in fondo non duole) e apertura al fiabesco, alla tenera fantasia che – il Trio ci crede – tutto può e tutto salva.
Nel cast troviamo anche Francesca Neri (banchiera con licenza erotica), Guadalupe Lancho (love interest di Giovanni) e Giuliana Lojodice (mamma di Aldo), ma a Il ricco, il povero e il maggiordomo manca quel che va più di moda nell’Italia dicembrina del ’14: il corrotto. Paraocchi o evasione, caro Trio?
"Anche quando la storia che hanno imbastito non fa ridere come una volta, vi sopperiscono i tre in possesso ciascuno di una propria comicità ad ogni svolta sempre più efficace e colorata, Giacomo nel disegno mai del tutto caricaturale del finanziere, Giovanni, con un'ironia sottile eppur flemmatica che, lo ripeto, può far pensare all'impareggiabile Jeeves di Woodhouse, con in più una barbetta corta, Aldo, con i suoi abituali atteggiamenti da clown." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 10 dicembre 2014)
"Si parte come una farsa senza mordente dove Giacomo fa il crudele, Giovanni il paziente e Aldo il clown saltellante (troppo guitto) per finire con il cuore e le lacrime di fronte a matrimoni e funerali che si fondono e confondono in una stessa giornata di sole gestita con carattere dal prete puntiglioso di Massimo Popolizio (la cosa migliore del film). Qualche momento di grazia (Aldo che racconta una notte di sesso volendo mimare a tutti i costi con Giovanni quei baci appassionati) e tanti salti a vuoto (il momento peggiore vede Aldo scimmiottare il Borat di Sacha Baron Cohen). Forse i nostri tre eroi della risata sono stanchi. Più probabile che abbiano bisogno di concentrarsi solo sulla recitazione lasciando la regia ad altri come ai tempi de 'La banda dei Babbi Natale' e 'Il cosmo sul comò'." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 10 dicembre 2014)
"Da molti anni è il film più riuscito e divertente di Aldo, Giovanni e Giacomo, un trio che mescola il suo buonismo cinico, o cinismo buono, a una vena surreale narrando la vita nei suoi segni più vistosi, crudeli e divertenti. Al saldo di qualche caduta e colpo in testa di troppo, la sceneggiatura a 12 mani (...) tiene il passo senza vuoti, rinnovando le fila della storia tra la Milano dei grattacieli a quella degli ambulanti, la sophisticated comedy e realismo magico. Tre personaggi femminili riusciti (onore al merito della Lojodice) nella storia senza rete di crisi, egoismo, volgarità, soldi ma con momenti ricchi del nonsense di Aldo, Giovanni e Giacomo che ci insegnano come quando si tocca il fondo si trovano anche piccoli tesori di umanità nascosta. Con simpatia, senza retorica." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 dicembre 2014)
"Torna in confezione natalizia il simpatico trio; che simpatico resta, però è al servizio di un prodotto poco entusiasmante. Un problema sono i 'tempi comici': funzionano quando i tre si trovano nella stessa scena, molto meno allorché (e accade spesso) ciascuno di loro interagisce con altri personaggi. La commedia, fin troppo scritta, ha un soggetto che corteggia i film di Capra, però s'intorcina su se stessa senza trovare un punto focale. E poi, AG&G mostrano i segni degli anni: il che potrebbe indurli a rettificare il loro repertorio comico. Eccellente Giuliana Lojodice come mamma di Aldo. Poco meno che incresciosa la colonna sonora." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 11 dicembre 2014)
"Dopo 17 anni di attività cinematografica ("Tre uomini e una gamba", 1997) e 4 di pausa ("La banda dei Babbi Natale", 2010), Aldo, Giovanni e Giacomo tornano sotto l'albero, con la solita ricetta: scurrilità al bando (a parte qualche "Miiii..." di Aldo), comicità fisica più che verbale, affrancamento dal qui e ora verso territori fiabeschi, 'buoni' se non buonisti. (...) una commedia scacciacrisi, nel senso che la crisi c'è, ma non fa troppo male: insomma, l'appiglio sociale non dà nell'occhio, perché basta un poco di Trio e la pillola va giù..." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 11 dicembre 2014)
"Piacerà a chi magari si diverte sì e no alla comicità del trio se iterata oltre i 90 minuti. Ma si spassa da morire quando il gruppo è intrappolato negli spazi stretti (nel caso specifico una casa di ringhiera da 2 vani senza servizi). Valore aggiunto una Giuliana Lojodice (mamma di Aldo) scoperta dal cinema alla veneranda età di 74 anni." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 dicembre 2014)
"Da qualche anno, la loro è una comicità, per certi versi, senza sorprese. Dopo il brillante esordio cinematografico dell'intramontabile "Tre uomini e una gamba", film che continueresti a rivedere più e più volte, confermato dai successivi "Così è la vita" e "Chiedimi se sono felice", Aldo, Giovanni e Giacomo, da qualche anno, hanno perso quella freschezza e quel senso di novità che li avevano proiettati, nell'immaginario collettivo, su alte vette di meritata popolarità. Poi, da "La leggenda di Al, John e Jack", il giocattolo si è rotto o, semplicemente, è venuta meno quella ineguagliabile verve comica, ridimensionando il loro mito, ma non l'affetto del pubblico. Il nuovo film (...) punta su un soggetto non proprio originale. (...) Nei momenti di crisi, la solidarietà può rivelarsi l'arma vincente. Il tutto, infarcito da ripetute «gag» superate, come le dita chiuse nelle portiere o le palline da golf che colpiscono in testa ignari sfortunati. La sceneggiatura non aiuta con i personaggi secondari (la moglie e il figlio di Giacomo, per citarne due) resi quasi inutili nell'ambito della storia. Ci si aggrappa alla mimica di Aldo e a un paio di battute riuscite per strappare qualche sorriso." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 11 dicembre 2014)
"La crisi oggi nella commedia più 'comicarella' e totoiana del Trio. (...) Dalle stelle alle stalle nella ex capitale morale fotografata nei nuovi scorci di grattacieli e città vecchia. Un passo in meno del solito nella complessità dei personaggi, tratteggiati da stereotipi invece che da umori e sentimenti (a volte sembra un film di Pieraccioni), e un passo in più nelle gag, tra alti e bassi (a volte sembra una comica slapstick). Risaltano sempre le forze centrifughe di tre navigati caratteri in guerra. Attori di classe, Giuliana Lojodice, la mamma di Aldo, e Popolizio, il prete severo, quasi controllano la scena. Cineteatrotv a finale corale." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 12 dicembre 2014)
"Si può ridere, anzi, diciamo meglio, sorridere della crisi? Sì, a patto che al timone dell'operazione ci siano loro: Aldo, Giovanni e Giacomo che dirigono - insieme a Morgan Bertacca - e interpretano questo loro ottavo lungometraggio, che approda sugli schermi natalizi a quattro anni dal loro precedente lavoro, «La banda dei Babbi Natale». Ma niente travestimenti, barbe bianche costume da Babbo Natale questa volta i tre si presentano invece sullo schermo con i loro nomi propri (...). La storiellina del film è un po' (...) semplice come quelle del cinema di una volta che il trio comico milanese fa propria e rilancia alla grande. Una volta ricompostosi, il trio dà il meglio di sé in una serie di gag, tormentosi, situazioni, che mescolano la loro comicità surreale, mediata dal linguaggio del corpo (Aldo, soprattutto) e innestata su una serie di situazioni che pescano dall'immaginario più classico della «slapstick comedy», aggiornato col lessico del cabaret milanese (non a caso in colonna sonora si ascolta «Wacaputanga» dell'indimenticato Walter Valdi), reimpostato all'epoca del 2.0. (...) Certo, le battute sono un po' da oratorio (per restare in tema), ma l'insieme della storia funziona soprattutto quando i tre sono costretti ad una convivenza forzata nel piccolo appartamento che Aldo condivide con la mamma (una strepitosa Giuliana Lojodice) e nella messa in scena del contrasto tra i due mondi (...)." (Andrea Frambosi, 'L'Eco di Bergamo', 18 dicembre 2014)