Sabato 14 marzo - Ore 21:00
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Sabato 21 marzo - Ore 21:00
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Sabato 28 marzo - Ore 21:00
Domenica 29 marzo - Ore 16:00 e 21:00
Il nuovo film Disney Cenerentola racconta le vicende di una giovane ragazza figlia di un mercante. Dopo la morte di sua madre, suo padre si risposa e lei, per dimostrargli il suo affetto, accoglie in casa la matrigna e le sue figlie, Anastasia e Genoveffa. Ma quando improvvisamente suo padre muore, Cenerentola si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvagie. Relegata alla stregua di una serva coperta di cenere e stracci, Cenerentola potrebbe facilmente perdere ogni speranza. Invece, nonostante le crudeltà di cui è vittima, desidera solo onorare le parole pronunciate da sua madre sul letto di morte, che le raccomandava di “avere coraggio ed essere gentile”. La giovane fanciulla non intende disperarsi né disprezzare chi la maltratta. E poi c’è l’affascinante straniero che incontra nel bosco. Senza sapere che si tratta di un principe, e non di un semplice apprendista del Palazzo Reale, Cenerentola sente di aver incontrato la sua anima gemella. E quando i reali invitano tutte le fanciulle del regno a partecipare a un ballo, spera che il suo destino stia finalmente per cambiare e di poter nuovamente incontrare l’affascinante principe. Purtroppo la sua matrigna le proibisce di andare al ballo, strappandole l’abito che avrebbe dovuto indossare. Ma come in tutte le favole che si rispettino, qualcuno accorre in aiuto: una gentile mendicante si fa avanti e, con una zucca e qualche topolino, cambierà per sempre la vita di Cenerentola.
Regia: Kenneth Branagh
Interpreti: Lily James, Hayley Atwell, Cate Blanchett, Richard Madden, Helena Bonham Carter, Stellan Skarsgård, Sophie McShera, Holliday Grainger, Derek Jacobi, Ben Chaplin
Sceneggiatura: Aline Brosh McKenna, Chris Weitz
Fotografia: Haris Zambarloukos
Montaggio: Martin Walsh
Musiche: Patrick Doyle
Branagh e la sua versione shakespeariana di Cinderella: rispettosa e con una immensa Cate Blanchett
Sarà una banalità, ma non c’è niente di male nel pensare che le favole si possano avverare. È il maggior pregio di questa versione live action di Cenerentola, storia senza età e sempre modernissima. Il furbo Kenneth Branagh lo capisce e dalla cabina di regia la costruisce come un’ennesima riduzione cinematografica di un’opera del Grande Bardo, concentrandosi sulla messa in scena (sontuose le scenografie di Dante Ferretti) e le interpretazioni, distraendo così l’attenzione dalla versione animata, eredità pesante come non mai.
Cinderella è esattamente quello che deve essere, una favola ben raccontata, con una protagonista perfetta, la brava Lily James di Downton Abbey e soprattutto una sontuosa Matrigna, Cate Blanchett, che ricorda le meravigliose femme fatale del cinema classico americano. Completano l’opera Helena Bonham Carter, divertente Fata Madrina, Richard Madden, dal Trono di Spade alla scarpetta di cristallo, e due vecchie volpi come Stellan Skarsgaard e Derek Jacobi.
La domanda sorge spontanea: se ne sentiva il bisogno? Francamente sì, perché tutte le fanciulle hanno il diritto di sognare il principe azzurro e chiunque di sperare in una vita felice. In fondo, possono esistere anche cinquanta sfumature di rosa. (Alessandro De Simone)
"La deriva fiabesca occupa cinema e teatro, non solo in grottesco ma
anche in fastosa evocazione come nel kolossal live del Branagh
scespiriano che allunga il preambolo di Perrault-Disney, aggiornando il
sogno di essere principessa di ogni bruttina stagionata o pretty woman.
(...) formidabile Cate Blanchett, nuova Bette Davis (...) il jolly è la
scenografia di Ferretti. Sarà un successone perché ha il virus della
piacevolezza." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 marzo 2015)
"Pare che la versione pensata da Mark Romanek, cui il film era
destinato, fosse troppo dark. Lo è assai poco quella di Kenneth Branagh,
che mette in scena la fiaba con toni e iconografia da operetta (belle le
scenografie di Dante Ferretti). Il che non è poi questa gran novità,
perché 65 anni fa Walt Disney aveva fatto proprio questo. Rispetto al
celebre cartoon, la versione live-action contiene qualche scena di più,
cambia sesso al topo Jack, che diventa Jacqueline, e insuffla un'oncia
di psicologia alla matrigna. Si sa ormai che, intorno agli «anta», le
dive di Hollywood sono destinate a fare la cattiva della favola: ora
tocca a Cate Blanchett, perfidamente abbigliata come una figura di
Tamara de Lempicka. Quanto a Branagh, chi si stupisce della sua
conversione da Shakespeare alle fiabe non dimentichi che è stato anche
il regista di 'Thor'." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 12 marzo 2015)
"Anche chi è deciso a impugnare il kalashnikov della nostalgia cinefila dovrà ricredersi e ammettere che la «Cenerentola» versione 2015 firmata Kenneth Branagh è un signor film, magari non adatto ai cenacoli d'arte e d'essai, ma in compenso piacevolissimo (alleluja) per ogni tipologia di pubblico. (...) il polivalente cineasta irlandese ha scelto con la complicità dello sceneggiatore Chris Weitz la soluzione più semplice a portata di cinepresa: al posto delle riletture colte e stravolte, la sua «Cenerentola» esibisce un grande rispetto per Perrault (rimaneggiato dai Grimm) e Disney via via trasfigurandolo, però, in una sconfinata ma non ingenua dichiarazione d'amore per il cinema classico. La messinscena live action non lesina, infatti, dal primo all'ultimo fotogramma gli ingredienti più luxury consentiti dall'importante budget e dalla tecnologia moderna (a cominciare dagli inserti in computergrafica), mentre gli attori in carne e ossa s'ispirano alle fisionomie, i caratteri e gli stili recitativi della tradizione innervata dal migliore humour britannico. (...) Circonfuso dalla fotografia di Haris Zambarloukos (sottilmente allusiva del migliore Technicolor della nostra infanzia), sontuosamente arredato dalle scenografie di Dante Ferretti ed impreziosito dagli estrosi costumi vintage di Sandy Powell, il film punta forte e riscuote l'adeguata vincita sugli elementi primari, ovviamente smontabili per la gioia dei seguaci dei semiologi alla Propp, ma fruibili alla grande da qualsiasi spettatore che abbia conservato nel cuore e lo sguardo un po' di spazio per il sogno e la fantasticheria." (Valerio Caprara, 'Il Mattino',12 marzo 2015)
"(...) in una cornice di atemporalità vagamente ottocentesca, la scenografia è allestita con fiabesco gusto barocco dalla coppia da Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (...). La fiaba è secondo tradizione, a parte due indovinate varianti: il peso conferito al personaggio della matrigna, una Cate Blanchett vestita da Sandy Powell in stile diva Anni 40, e la freschezza della storia d'amore, sottolineata dalla regia e dalla scelta degli interpreti Lili James e Richard Madden." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 12 marzo 2015)
"(...) a rifare quel classico capolavoro dell'animazione non bastano gli effetti speciali, dal gusto retrò con cui la Fata madrina un po' pasticciona (Helena Bonham Carter) trasforma la zucca in carrozza e le lucertole in cocchieri e viceversa allo scadere della fatale mezzanotte. La profusione di crescendo sviolinati nei momenti topici, le lacrime (anche quelle copiose) della povera Ella (...). Le isterie delle sorelle sgraziate e ciccione, e la scena del ballo che somiglia più a una serata di beneficenza in eurovisione che alla magia dell'amore, e la faccia del principe nel suo giardino segreto (Richard Madden) con tocchi da telenovela latinoamericana fanno il resto. Al fantasy della terribile Jolie/Maleficent (e al 3D burtoniano) Branagh contrappone una idea di cinema americano classico (un po' mischiato al teatro inglese), i film di grandi scontri tra figure femminili. Le sue Cenerentola e Matrigna sono una specie di 'Eva contro Eva', che si contendono il primato sulla scena (e dei maschi, padri, principi ecc) , e la seconda può solo odiare la prima per quella giovinezza che lei non ha più. Peccato che a Branagh manchi l'eleganza necessaria a non cadere nel luogo comune, e a liberare una crudeltà divertita (sono più cattive le ragazzine di Violetta) che sappia darci qualche sorpresa. Anche se sappiamo già tutti come andrà a finire." (Cristina Piccino, 'Il manifesto', 12 marzo 2015)
"Ecco una 'Cenerentola' più modernista che moderna. La favola delle favole (...) assume un look 'art déco' quando il veterano inglese Branagh modella la matrigna della nostra eroina sulle donne taglienti e glaciali dei quadri di Tamara de Lempicka. La Blanchett è una cattiva coi fiocchi mentre la protagonista dalle sopracciglia folte (Lily James) manca di quel guizzo in più. Questa 'Cenerentola' dal vivo con eccellenti effetti digitali (...) ha un inizio troppo zuccheroso. Ma se riuscirete a sopportare la prima mezz'ora ecco il film riprendersi e diventare vivace anche grazie a un principe azzurro tremendamente concreto come giovane politico emergente (bravo il Richard Madden della serie tv di culto 'Il trono di spade'). Ottima, infine, la fatina buona di una irresistibile Helena Bonham Carter. Insomma, non è il capolavoro cartoon Disney del 1950 ma Branagh, ancora pop dopo il cinefumetto 'Thor' del 2011, dimostra di non aver perso lo smalto dei suoi favolosi anni '90." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 12 marzo 2015)
"(...) meravigliosa Cate Blanchett (...). E' il più bel film Disney degli ultimi anni, grazie alla regia superba di Branagh e a un cast azzeccato. Da bocca spalancata la sequenza che va dall'arrivo della fata madrina fino alla trasformazione della carrozza in zucca." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 12 marzo 2015)
"Disney, buona anche la seconda. Caratteri immortali, profondità drammatica moderna, evoluzione e mito: è la versione (riuscita) di Cenerentola, emancipata al tempo del www. Frequentatore celebrato di figure popolari di teatro, letteratura e cinema ('Hamlet', 'Frankenstein'), Branagh combina tradizione e innovazione per conquistare: personaggi con nervi, testa e sentimenti vigili, due protagonisti entusiasti, un formidabile design mix di realismo e fiabesco, colpi di scena tra commedia scespiriana e computer graphic." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 12 marzo 2015)
"Fedeltà alla Magia della fiaba e doveroso adattamento al gusto contemporaneo si mescolano con sapienza e visionarietà nella luminosa rilettura del mito di Cenerentola (...). Ironia, introspezione e attenzione maniacale ai dettagli - da Oscar le scenografie di Dante Ferretti e i costumi di Sandy Powell - rendono sorprendentemente imperdibile questo film dalla storia troppo nota per suscitare inerziale interesse. (...) Nota a margine: Blanchett en travesti da Norma Desmond è la miglior matrigna che si potesse inventare." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 12 marzo 2015)
"Piacerà ai nostalgici del cartone di Disney (vale a dire a tutte coloro che sono state teenager negli ultimi 60 anni) dal momento che il film è un puntiglioso remake quasi fotogramma per fotogramma. Manca l'impagabile coretto dei topini, l'unico motivo di gradimento per me, i miei figli e i miei pronipoti." (Giorgio Carbone, 'Libero', 12 marzo 2015)