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Un famoso avvocato vede il suo successo e la sua vita andare progressivamente in pezzi quando, per curiosità e presunzione di poterne uscire quando vuole, entra nel mondo della droga. In cerca di liquidi dopo aver chiesto alla sua fidanzata di sposarlo, egli accetta la proposta di un conoscente legato alla malavita di portare venti milioni di dollari di cocaina dal Messico negli Stati Uniti.
Regia: Ridley Scott
Interpreti: Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz, Javier Bardem, Dean Norris, Natalie Dormer, Rosie Perez, Goran Visnjic, Sam Spruell, Ruben Blades, Bruno Ganz
Sceneggiatura: Cormac McCarthy
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Pietro Scalia
Musiche: Daniel Pemberton
Piatto e paludoso: delude lo script di Cormac McCarthy, gran cast ma sprecato
Non basta essere un grande scrittore per diventare automaticamente uno sceneggiatore accettabile. I due lavori, per quanto possano sembrare contigui, sono totalmente differenti. Cormac McCarthy, i cui romanzi sono spesso diventati ottimi film – su tutti, ovviamente, Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen – ha scritto la sceneggiatura di The Counselor come se fosse un libro, ma quello che rende sulla pagina stampata raramente funziona anche sul grande schermo.
Ecco allora che il film di Ridley Scott si dipana come un susseguirsi di dialoghi “filosofici” che però assemblati senza una trama solida non arrivano a essere una storia interessante, né tanto meno propongono personaggi tridimensionali. E’ come se gli eventi davvero importanti nel film si svolgessero lontano dalla macchina da presa e dagli attori.
In questa pressoché totale assenza di dramma (inteso come azione) il regista e gli interpreti si perdono, e difficilmente poteva essere altrimenti. L’unica a uscirne bene è una Cameron Diaz che finalmente gioca col tempo che passa e con la sua aggressività nascosta. E’ lei l’unica nota felice di un lungometraggio che per il resto risulta piatto e paludoso. (Adriano Ercolani)