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Scialla! (Stai sereno)

Scialla! (Stai sereno)

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Scialla! racconta di Luca, un quindicenne romano, irrequieto, cresciuto senza un padre e inconsciamente alla ricerca di una guida, e di Bruno, un professore senza figli che ha lasciato l'insegnamento per rifugiarsi nell'apatia delle lezioni private. Bruno non è mai stato una guida neppure per se stesso ma la sua flemmatica quotidianità subisce un'improvvisa accelerazione quando l'uomo scopre che Luca è suo figlio. L'alunno ribelle ed il professore malinconico si trovano costretti ad una convivenza forzata che apre a ciascuno la misteriosa esistenza dell'altro.

Regia: Francesco Bruni

Interpreti: Filippo Scicchitano, Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova, Vinicio Marchioni, Giuseppe Guarino, Prince Manujibeya, Arianna Scommegna, Giacomo Ceccarelli, Raffaella Lebboroni

Sceneggiatura: Francesco Bruni

Fotografia: Arnaldo Catinari

Montaggio: Marco Spoletini

Musiche: Amir Issaa

Durata: 1 ora e 35 minuti

 Biglietti esselunga Vieni al cinema alla domenica sera - a Casatenovo costa meno Prendi sei e paghi cinque - Tessere a scalare

Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)

Giudizio: Consigliabile/problematico *

Tematiche: Amicizia; Educazione; Famiglia - genitori figli; Giovani; Matrimonio - coppia; Scuola

Nel gergo giovanile romano, "Scialla" significa "stai calmo, rilassati". Cresciuto alla scuola di Age/Scarpelli e Scola, Bruni ha scritto, da solo o con altri, alcuni dei titoli più noti della commedia italiana dal 1991 ad oggi( quelli diretti da Virzì soprattutto). Esordisce ora dietro la m.d.p con un copione che affronta il rapporto padre-figlio all'interno prevalente della cornice scolastica. "La scuola -dice Bruni- è una fonte inesauribile di spunti. Nel mio caso poi, visto che il film ha al centro proprio il processo educativo di un ragazzo e il suo rapporto con la cultura, era una tappa obbligata del racconto.". Dentro questi argomenti (così attuali, pressanti, affollati di 'esperti' che spesso parlano oltre il necessario), la storia si getta con sguardo misurato e meditato. Bruni lascia che la reciproca comprensione nasca piano, dopo che l'uno e l'altro hanno avuto modo e tempo di esporre ragioni e torti. Senza retorica affrettata né soluzioni pregresse. Per dire con incisiva semplicità che alla ricerca di armonia tra scuola, famiglia, legalità ognuno può portare un piccolo, significativo contributo. Diretto con scioltezza e affidato a dialoghi degni dei maestri del passato, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, e problematico.

Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto italiano in grado di suggerire spunti sui temi coinvolgenti che caratterizzano la vicenda.

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Francesco Bruni e la terza via dell'italica commedia: convincente il film, strepitoso il deb Filippo Scicchitano

Bruno Beltrame (Fabrizio Bentivoglio) è un ex della vita: già professore e penna di talento, s’è ridotto a scribacchiare biografie di calciatori e starlette, ultima quella di una pornostar slovacca ripulita (Barbora Bobulova). E nella sua casa-tana fa ripetizioni, pure al 15enne Luca (il deb Filippo Scicchitano): fancazzista a tempo pieno, ma di buon cuore e fascino nostrano.

Quando sua madre parte per l’Africa, Luca si trasferisce da Bru’: sei mesi per conoscersi meglio, salvare l’anno scolastico e non soccombere alla strada, dove tra palestra e spaccio (il boss Vinicio Marchioni, detto er Poeta) il “rispetto” è Legge. L’importante, comunque, è non farsi troppe par(anoi)e e lasciar correre: Scialla!.

Slang romano-gggiovane per l’esordio alla regia di Francesco Bruni, che dopo le sceneggiature per Paolo Virzì si mette in proprio, aggiungendo una convincente direzione degli attori: da Bentivoglio a Marchioni, brillano tutti. Il risultato? La vittoria - per quel che conta - del Controcampo Italiano di Venezia 68, e una bella trovata: Filippo Scicchitano, che porta verità, calore e strada a Luca, staccandolo dagli “analoghi” dei Muccino e compagnia brutta.

Il resto è dignitosa, godibile commedia bi-generazionale: le ansie e il rimosso dei padri, le speranze e la frenesia dei figli a scambiarsi la guida del film, pardon, dello scooter. Non inedito ma fresco, senza pretese però onesto, Scialla! va giù come un bicchier d’acqua, stemperando qualche enfasi di troppo nelle emozioni alla carta, camuffando il rassicurante volemose bene con un “poetico” coup de théâtre.

Soprattutto, apre - almeno, segnala - una terza via all’italica commedia: né crasse risate (il cinepanettone e i suoi fratelli) né target mono-generazionali (i cineghetti per 20, 30, 40enni, ovvero gli Esami, gli Immaturi, gli Ex…), è un passo doppio in tutta tranquillità. Ah, c’è pure una famiglia che più allargata - e prevedibile - non si può, ma come genere vuole non drammatizziamo: Scialla! (Federico Pontiggia)

La critica

"In ogni edizione del Festival di Venezia si affaccia un piccolo film italiano proveniente da una sezione collaterale che conquista immediatamente la simpatia del pubblico e della stampa. Quest'anno il privilegio sembra toccare a 'Scialla!' (sezione Controcampo Italiano) di Francesco Bruni, sceneggiatore alla sua opera prima come regista, che mette in scena la nascita e lo svilupparsi del rapporto tra un padre e un figlio che non si sono mai conosciuti." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 3 settembre 2011)

"Protagonisti sono Fabrizio Bentivoglio e Filippo Scicchitano, esordiente, che anima Luca con la verità di se stesso, irriverente e irrispettoso delle regole. (...) 'Scialla!' ha tutti gli elementi per imporsi come la "rivelazione" della Mostra, la commedia di cui il pubblico ha bisogno." (Maria Pia Fusco, 'La Repubblica', 3 settembre 2011)

"Scelto per inaugurare la sezione Controcampo italiano, il lungometraggio dello sceneggiatore Francesco Bruni (storico il suo sodalizio con Paolo Virzì ma anche con il televisivo commissario Montalbano) si intitola 'Scialla!', intercalare gergale romanesco che vale il take it easy americano. Accolto con risate e applausi (...) è un esordio simpatico e furbetto che sfrutta una bella trovata iniziale ma abdica abbastanza presto alle sue ambizioni di 'commedia di costume'. (...) In equilibrio tra farsa, noir e dramma giovanilista, tra 'romanzo di formazione' e 'commedia satirica' (...), il film scricchiola quando passa dal tono (quasi) realistico con cui racconta la condizione giovanile a quelli volutamente grotteschi del gangster che costringe le sue pupe a vedere i film di Truffaut e rimpiange il professore che gli insegnava Pasolini. Il gioco, però, regge praticamente fino alla fine grazie al cast, dal giovane Filippo Scicchitano, perfetto nel restituire le intemperanze dei quindicenni (...), a un sempre bravo Fabrizio Bentivoglio e a una Barbora Bobulova che comincia finalmente a sfruttare al meglio le sue corde leggere." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 4 settembre 2011)

"Scialla scialla, stai sereno. Luca lo ripete di continuo, alla madre, ai professori, a quello strano tipo svagato che gli da ripetizioni di latino e greco. (...) Francesco Bruni sceneggiatore di molto cinema italiano - da Virzì a Calopresti - per il suo esordio da regista punta sulla commedia, ma una cosa va detta subito: 'Scialla', a Venezia vincitore della sezione Controcampo italiano, non è l'ennesimo film sugli adolescenti trasformati in tormentoni da commedia in tanti film nostrani. Il suo protagonista è un ragazzino, a cui Filippo Scicchitano, vera scoperta, sa trovare i toni giusti di verità, lo sguardo del regista però è piuttosto quello di Bruno, il professore disarmato, che Fabrizio Bentivoglio calibra con rara bravura. È lui a 'raccontarci' il ragazzo e i suoi coetanei, pure se non c'è io narrante dichiarato. E questo permette a Bruni di osservare le cose da una doppia angolazione, senza pretese di spiegare, con l'ammissione di inadeguatezza e quel tanto di giusta critica verso chi pontifica sui 'giovani', tipo i professori del ragazzo - salvo poi non sforzarsi nemmeno un po' a cercare un rapporto di reciprocità. La scelta di regia è evitare il racconto corale, mettendo in scena un confronto a due che è tra generazioni, tra padre e figlio, tra diverse visioni della vita, della realtà, del maschile. Lo spazio di questo confronto è la parola, 'Scialla!' è infatti un film costruito sulla scrittura, un film che però non lo ingabbia. Non è una scrittura dimostrativa, non vuole ammiccare a questo o a quello stereotipo e anche quando accade, e soprattutto come accade in tanti film italiani, non si ha mai l'impressione che il film sia una illustrazione della sua sceneggiatura. Al contrario il flusso della storia corre libero, come il motorino del ragazzino nei suoi giri furibondi per la città, Roma. L'organizzazione della sequenza narrativa permette piuttosto di divagare, Bruni si diverte a punteggiarla di tipologie, dall'ex-allievo spacciatore in stile serie tv del professore che invita le ragazze per guardare 'Fuori orario' alla coppia dei baristi impiccioni, senza perdere di vista la scommessa iniziale, il ragazzo e il professore e le infinite sfumature che appaiono in questo incontro: una allegria impalpabile, lieve e spudorata. Per questo ci credi sempre." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 18 novembre 2011)

"Nel suo sviluppo equilibrato, la sua cadenza agrodolce e il suo sguardo (apparentemente) stupefatto, il film inserisce un'ampia trama di fili che rimandano a riconoscibili emergenze individuali e collettive, ma non si sovrappongono mai a esse, schivano la saccenteria dei moralisti e lasciano libero lo spettatore di costruirsi da sé, se proprio ne sente il bisogno, una prospettiva da cui affacciarsi sulla babele umana circostante. La chance vale, ovviamente, anche per il critico che, per esempio, non vede nel protagonista, com'è stato detto, un eroe dei nostri tempi, bensì un poco simpatico sfigato, un letargico intellettuale refoulé, un single più sornione che beneducato. (...) Bruno si modifica grazie a Luca, Luca si modifica grazie a Bruno: niente di miracolistico o di edificante, grazie a Dio, ma un processo sottotraccia d'autostima, il desiderio d'ambedue i protagonisti d'impadronirsi meglio della propria vita, l'incontro/scontro (chissà cosa ne scaturirà) tra guardingo utilitarismo e sconsiderata brama di vivere. Il mistero del rapporto padre-figlio non può essere certo risolto da cine-didascalie politicamente corrette e sociologicamente ragionevoli, tanto è vero che il regista preferisce inventarsi con l'ottima collaborazione di Marchioni, una delle amatissime icone della serie 'Romanzo criminale', un finale basato su un divertente quanto implausibile colpo di scena. L'autorevolezza (o la credibilità) negli affetti, riesce invece a suggerirci questo film light eppure imperdibile, non si conquista con le sceneggiate, ma neppure con il fascio dei quotidiani 'giusti' stretti sotto il braccio." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 18 novembre 2011)

"Sceneggiatore di Virzì e Montalbano, il debuttante Francesco Bruni si butta nel confronto tra un professor padre fallito e un figlio impermeabile alla curiosità della vita. Un rapporto complesso che va verso il lieto fine: nonostante la precisione gergale (scialla, calma) affiora il teatrino sociologico. Ma con leggerezza, ironia consapevole, in moto il conflitto esce dalla fiction ed entra nel reale grazie a Filippo Scicchitano al naturale e allo strepitoso Bentivoglio veneto che difende i lirici e Pasolini dall'Italia trash." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 novembre 2011)

"Nell'esordire alla regia, il livornese Francesco Bruni ha potuto contare su un copione ben scritto e intimamente legato alle sue corde. Ora, la cosa potrebbe sembrare scontata considerato che da oltre vent'anni Bruni lavora proprio come sceneggiatore; e assai bene come dimostrano i film firmati per il concittadino Paolo Virzì, di cui è usuale collaboratore, e tanti altri cineasti. Ma il discorso non è così lineare: in verità, capita sovente che gli scrittori passando dietro la macchina da presa tradiscano in qualche modo se stessi. Bruni, no: è un punto a suo favore dal quale ne consegue un altro, e cioè che 'Scialla!' è opera personale, motivata. (...) In pratica 'Scialla' è l'ambivalente simbolo di quella difficoltà di comunicazione fra generazioni, che è uno dei temi portanti del film. Nelle cornice di una Roma centro-sud ritagliata fra liceo, casa, bar, Bruni tesse con umorismo e leggerezza la tela di un rapporto di fiducia e affetto creato giorno dopo giorno fra un padre e un figlio che non sapevano di essere tali e devono conciliarsi con i rispettivi ruoli. (...) Vitale, ingenuo e accattivante, l'inedito Filippo Scicchitano non è mai banale nel suo essere un ragazzo come tanti. Il guaio in cui si caccia è serio e plausibile, con una soluzione spiritosa e un pizzico cinefila, che ci ricorda che stiamo vedendo un film e non una storia vera, come è giusto sia." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 novembre 2011)

"Un'opera prima italiana. Chi la firma come regista, Francesco Bruni, ha però un nome affermato come sceneggiatore di successo, specie quando scrive i film di Paolo Virzì. Adesso, per diventare a sua volta regista, si è valso, come logico, di un soggetto e di una sceneggiatura propri, conseguente con se stesso e con il proprio lavoro di sempre. (...) Due figure centrali studiate in ogni loro sfaccettatura e poi abilmente accompagnate ad altre non solo di contorno, ciascuna affidata al proprio segno, grazie anche dialoghi vivi e puntuali, pronti, un certo punto, a chiarirci anche il mistero di quel titolo ('Scialla!', nel gergo dei tredicenni di oggi, ripreso forse dall'arabo, dovrebbe intendersi come 'stai sereno!'). Ancora una lode per il lieto fine: non è forzato, anzi narrativamente ha una sua logica, specie quando si annuncia quasi di riflesso. Altra lode: i due protagonisti, il padre è uno straordinario Fabrizio Bentivoglio, il figlio è l'esordiente Filippo Scicchitano. Che farà molta strada." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo cronaca di Roma', 18 novembre 2011)

"Dal buio dei 'Soliti idioti' alla luce di 'Scialla!'. Da un mare di parolacce senza tregua allo splendido confronto tra due generazioni. E pazienza se il botteghino non sarà altrettanto generoso. Davvero bravo l'esordiente Francesco Bruni, già affermato sceneggiatore di Virzì, di Calopresti e perfino di Ficarra&Picone, e ovviamente autore di questo eccellente copione, a delineare con rapidi tocchi il mondo degli adolescenti e quello, lontanissimo, dei loro genitori. (...) Di più non si può dire, però si può raccomandare caldamente il film anche a chi non sopporta il romanesco. Ma il giovanissimo debuttante Filippo Scicchitano è cosi intonato, che dopo un po' non ci si fa più caso. Quanto a Fabrizio Bentivoglio è talmente bravo, che, se fosse in palcoscenico, si prenderebbe chissà quanti applausi a scena aperta. Non vergognatevi se, tra tante risate, vi scapperà una lacrima." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 novembre 2011)

"I Nirvana avrebbero detto 'Nevermind', l'italiano 'Stai sereno', i coatti romani 'Scialla!', ovvero l'esordio alla regia dello sceneggiatore di Paolo Virzì & Co. Francesco Bruni, che non solo scrive bene, ma dirige gli attori alla grande. Vincitore di Controcampo a Venezia 68, raddoppia i nostrani film generazionali, intrecciando le ansie dei padri alle speranze dei figli: senza troppe pretese ma onesto, non inedito eppur piacevole, va giù come un bicchier d'acqua. C'è qualche coup de théàtre di troppo, ma le emozioni sono alla carta, e la commedia italiana può ritrovare il sereno." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 17 novembre 2011)

Francesco Bruni

Scialla! (Stai sereno) - Manifesto Matrimoni e altri disastri - Dal 22 maggio Tutta la vita davanti I vicerè La prima cosa bella, dal 30 gennaio Anche se è amore non si vede - Poster Il 7 e l'8 - Ficarra e Picone - Poster La matassa Il capitale umano - Poster

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