L'ultimo film di Ficarra e Picone in prima visione all'auditorium
Sabato 14 marzo | Ore 21:00 |
Domenica 15 marzo | Ore 16:00 e 21:00 |
Sabato 21 marzo | Ore 21:00 |
Domenica 22 marzo | Ore 16:00 e 21:00 |
Questa film è la storia di una lite, anzi della lite. Quella lite, simile a tante altre che già erano state ma che allontanò per sempre due fratelli e le loro famiglie. Due fratelli che avevano sempre vissuto da fratelli, condividevano gioie e dolori, superando insieme le difficoltà della vita e dei loro caratteri, con amore. Lo stesso affetto che avevano trasferito ai loro figli, i due cugini, cresciuti per tanti anni come fratelli.
Così diversi tra loro: prepotente e carnefice il primo, remissivo e vittima il secondo. Poi, d'improvviso, quella lite li allontanò, rendendoli non più fratelli, se non nei loro ricordi di quel meraviglioso periodo della loro vita, che è l'adolescenza. Oggi, al momento della nostra storia, i nostri eroi sono due trentenni profondamente diversi, ma la vita che ama giocare con il destino degli uomini, li rimette insieme...
Regia | Giambattista Avellino |
Sceneggiatura | Salvo Ficarra |
Valentino Picone | |
Salvo Ficarra | Valentino Picone |
Dalle note di regia: "I siciliani litigano in maniera particolare, mantenendo un silenzio ostile. E se qualcuno, che ha offeso, non comprende per quale motivo non gli si rivolge più la parola, vuol dire che si è fatto bene a rompere i rapporti."
"Dopo il fortunato 'Il 7 e l'8', Ficarra & Picone continuano a completarsi con disarmante candore: perdono il ritmo in una trama esilissima, lo ritrovano, sbandano tra impossibili personaggi collaterali trash, si esaltano nella toccata comica ingenua con fuga accelerata nei vicoli palermitani, musicati in tinta. Non fanno ridere, scacciano pensieri. (S)piccioli di simpatia e si sa quanto 'ne abbiamo di bisogno'. Hanno coraggio: la loro denuncia del racket e l'accanito sberleffo ai caratteri mafiosi (con ottimi caratteristi) ha più vigore di quanto non sembri in commedia." (Alessio Guzzano, 'City', 13 marzo 2009)
"Eccoli al terzo film Ficarra & Picone, un marchio di fabbrica che mantiene quel che promette: risate a volontà. 'La matassa' è una divertente commedia degli equivoci, più oliata dello striminzito 'Nati stanchi' dell'esordio e del pur spassoso 'Il 7 e l'8'. (...) Inutile raccontare una trama davvero fragile, basta la buffa girandola di quiproquo condita da una raffica di battute, perfino troppe per un solo film. Quel che conta è che sono (quasi) tutte molto spiritose." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 13 marzo 2009)
"Storditi da commediole e commediacce, quasi dimenticavamo che anche a casa nostra si fa buon cinema comico di stampo classico. Quello che non si limita a filmare un copione tutto doppisensi e gag malandrine, ma costruisce situazioni e le fa evolvere. Che non spreme uno o più mattatori, ma lavora su tutti i ruoli. Che non si abbandona a facili caricature ma deforma, sublima, punzecchia, portando la realtà su un altro registro. Tutto questo accade nel terzo film di Ficarra & Picone, il secondo diretto con Giambattista Avellino dopo 'Nati Stanchi', che aveva invece la regia di Dominick Tambasco." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 13 marzo 2009)
"Ficarra & Picone usano la commedia per dire cose non banali sulla Sicilia e sulla 'quotidianità' della mafia e della sua cultura."(Alberto Crespi, 'L'Unità', 13 marzo 2009)
"Non si rimprovera una coppia comica di notorietà televisiva se, per il suo ritorno al cinema, cerca un soggetto blindato con ingredienti di repertorio. (...) Il problema è altrove: uno sketch e una commedia di un'ora e mezza sono cose molto diverse. Qui mancano del tutto i tempi comici. Né fa ridere di più ripetere le gag tre o quattro volte, come il finale delle barzellette." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 marzo 2009)
"Battuta di arresto dopo il bel debutto con 'L'8 e il 9' per l'ineffabile duo Ficarra e Picone alla regia del secondo film con il fedele Giambattista Avellino. (...) Due attori bravi e simpatici, ma il racconto non parte mai, c'è come un pudore ad usare le armi storiche della risata, incominciano a correre a cinque minuti dalla fine. Alcune osservazioni sono gustose, dal grassone che sembra uscito da una comica di Charlot al poliziotto che riprende con il telefonino non eroiche gesta. Malinconia soffusa, tocchi di surreale sparsi ma anche scarsità di idee, gag, battute: la matassa si arrotola assai. Ma è bravo Pino Caruso." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 marzo 2009)