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In un ridente quartiere fuori città, circondato da steccati bianchi e cespugli di rose in fiore, si erge una casa nera, su un prato desolato. Ad insaputa del vicinato, dietro questa casa, c'è un grande rifugio segreto. Lì, in mezzo a un piccolo esercito di schiavi, scopriamo Gru, che sta progettando il più grande colpo della storia del mondo: rubare la luna! (si, proprio la luna!) Gru adora ogni genere di misfatti. Armato di un arsenale di razzi che restringono o congelano e di veicoli in grado di combattere via terra e via aria, Gru travolge e conquista tutto ciò che trova sulla sua strada. Ma tutto questo cambia il giorno in cui si imbatte nella forte determinazione di tre ragazzine orfane, che vedono in lui qualcosa che nessun altro ha mai visto prima: un potenziale papà.
Regia: Pierre Coffin, Chris Renaud, Sergio Pablos
Sceneggiatura: Ken Daurio, Cinco Paul
Montaggio: Gregory Perler, Pam Ziegenhagen
Musiche: Hans Zimmer
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: consigliabile, poetico
Tematiche: bambini, film per ragazzi, male, solidarietà-amore
Si tratta del ritorno ad una animazione che mette insieme fascino del
disegno e sostanza della storia. L'accoppiata risulta vincente, anche e
soprattutto se pensiamo che l'esito del confronto tra il malvagio Gru e le
ingenue bambine é scontato quasi da subito. Tuttavia i tratti somatici
anomali e sgraziati fanno di Gru un cattivo non assoluto, e certe sue
espressioni che lo colgono impreparato a cambiare atteggiamento inducono a
solidarizzare con lui e a renderlo oltremodo simpatico. Siamo al ritorno
dello Scrooge di Dickens, ma in un contesto differente e quindi quasi nuovo.
Il finale non è banalmente lieto ma concreto e convincente. Una favola in
pieno secondo la tradizione, per un film che, dal punto di vista pastorale,
é da valutare come consigliabile e certamente poetico.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria
e in seguito in molte occasioni per bambini, ragazzi e famiglie.
Dignitoso controcanto alla Pixar: il divertimento c'è, la qualità pure, ma manca il guizzo. Animazione già inflazionata
Ogni film d'animazione, da oggi in poi, sconterà l'inflazione. Troppo sfruttato il genere, continuo il ricambio di novità in sala. Cresce la concorrenza tra studios ma al netto di una diversità che latita. La meta è l'eccellenza tecnica e poetica della casa regina, la Pixar, con buona pace di chi pensa che il mercato sia bello perché vario. Ovviamente è così, ma se la posta in gioco diventa l'uniformità che succede? Prendiamo Cattivissimo me. Meledandri, il produttore, dice che ci vuole originalità. Dopo 13 anni alla Fox il creatore delle Ere glaciali - che nel potentato dell'animazione siederebbe accanto a Lasseter e Katzenberg - decide che è arrivato il momento di cambiare aria, creare ex novo una compagnia e altri mondi animati. Così fonda la Illumination Entertainment e la lega alla Universal, fino a ieri monca di una divisione CG.
Il risultato è un film per bambini in cui, si lascia intendere, il protagonista è un villain. Falso. Sarà il doppiaggio italiano (la voce è quella di Max Giusti), saranno le sue goffe movenze fantozziane, sarà perchè è sfigato, fatto sta che questo malvagio è più brutto che temibile, una specie di gargamella calvo, gonfiato e innocuo. Bastano 30 secondi per simpatizzare con lui. Trenta minuti son troppi invece per capire dove il film va a parare: Gru, il cattivo, è solo un frustrato che deve dimostrare alla perfida matrigna di valere qualcosa. Perciò escogita il colpo più eclatante della storia, rubare la luna. Ma la crisi imperversa anche a Cartoonia: per finanziare l'impresa è necessario il prestito da una banca per soli criminali, una di quelle che fanno parte del consesso finanziario d'America. Di più: siccome la luna non la puoi prendere e stivare nel vano motore, deve anche impossessarsi di uno speciale razzo rimpicciolente che, oltre a proporsi come metafora della filosofia dell'animazione (farsi piccoli per essere grandi), è ambito anche dal nerd Victor, uno che ha già rubato le piramidi d'Egitto e ora vorrebbe sottrarre al nostro il lunare bottino. E qui finisce il film di avventura, di trovate e di gag esplosive e in 3D (qualcuno può spiegarci il senso dei famigerati occhialetti che non sia quello meramente economico?). La parte migliore, la più divertente.
Poi subentrano tre bambine - la minore ha due occhioni pallati e un faccino che convertirebbe alla paternità pure le pietre - ma troppo tenere per essere vere. La sceneggiatura si attacca a loro e al tema della responsabilità come il piccolo primitivo sulle spalle del mammuth ne L'era glaciale o la minuscola Boo su quelle del mostruoso Sullivan in Monsters & Co. E buona notte. Citazioni involontarie fanno il paio con le molte consapevoli - per tutti i Minions, che stanno a Cattivissimo me come gli Oompa Loompa alla Fabbrica di cioccolato - musiche nobili e note di Hans Zimmer e pirotecnico finale. Tutto perfettamente da copione. In cui non c'è spazio per la poesia, quella vera. Troppo cattivi? Che dire, quel che manca al film va a ingrassare la critica. Gru e Meledandri non vorranno mica la luna, d'accordo. Ma a forza di stare coi piedi per terra, a stancarci saremo noi. (Gianluca Arnone)
Quello che... non abbiamo fatto - I film della stagione 2009 / 2010