Venerdì 25 novembre | Ore 21:00 |
Sabato 26 novembre | Ore 21:00 |
Domenica 27 novembre | Ore 15:00 e 21:00 |
Sabato 3 dicembre | Ore 21:00 |
Domenica 4 dicembre | Ore 15:00 e 21:00 |
Mercoledì 7 dicembre | Ore 21:00 |
Giovedì 8 dicembre | Ore 15:00 e 21:00 |
Sabato 10 dicembre | Ore 21:00 |
Domenica 11 dicembre | Ore 15:00 e 21:00 |
Harry Potter e i suoi compagni si apprestano ad iniziare il loro quarto anno scolastico ad Hogwarts. Li aspetta una grande novità. Quest'anno infatti la loro scuola ospiterà il "Torneo Tramaghi", una competizione fra tre scuole di magia. Inspiegabilmente Harry viene scelto come quarto contendente e si troverà impegnato in imprese che metteranno alla prova non solo le sue doti di mago, ma la sua stessa vita!
Regia | Mike Newell |
Sceneggiatura | Stuart Craig - Steven Kloves |
Costumi | Jany Temime |
Effetti speciali | Benjamin M. Esterson |
Fotografia | Roger Pratt |
Montaggio | Mick Audsley |
Musiche | Patrick Doyle |
Daniel Radcliffe | Harry Potter |
Rupert Grint | Ron Weasley |
Emma Watson | Hermione Granger |
Robbie Coltrane | Rubeus Hagrid |
Ralph Fiennes | Lord Voldemort |
Michael Gambon | Albus Dumbledore |
Brendan Gleeson | Professor Alastor "Mad-Eye" Moody |
Gary Oldman | Sirius Black |
Jason Isaacs | Lucius Malfoy |
Miranda Richardson | Rita Skeeter |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)
Giudizio: accettabile, semplice
Siamo al quarto appuntamento con Harry Potter e con la saga della scuola di Hogwarts che, iniziata nel 2001, sta segnando tutta la prima parte di questo terzo millennio cinematografico. La materia narrativa, nel giusto obiettivo di differenziarsi dai precedenti, é ancora più abbondante, dilatata, forse in qualche momento dispersiva e non sempre facile da seguire. Tuttavia, da autentico inglese, Mike Newell padroneggia bene le scansioni narrative e riesce a non perdere mai di vista la necessità di ricreare le giuste atmosfere. Alla fine infatti conta solo questo: far entrare lo spettatore nel clima di una favola, dove si fronteggiano i sentimenti senza tempo del Bene, del Male, della paura, del successo, e forse il vero premio é lo scrigno del sapere. Qualche crudezza ben motivata non inficia la suggestione generale di questo quarto capitolo, riassumibile nella frase conclusiva: La scelta da fare é tra ciò che é giusto e ciò che é facile. Dal punto di vista pastorale, il film, al pari dei precedenti, può essere valutato come accettabile e nell'insieme semplice.
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto in occasioni successive per un pubblico di ragazzi e adolescenti.
Scenografie impeccabili per il quarto capitolo della saga del maghetto. Ma manca la suspense
Quello che non dovrebbe mai mancare a un film "a puntate" è un elemento fondamentale: la suspense, possibilmente in crescendo di episodio in episodio. Ad alimentare la curiosità dello spettatore e a spingerlo a tornare in sala anche a distanza di un anno da un capitolo all'altro è la voglia di sapere come andrà a finire. Tutto questo per la saga ispirata ai romanzi di J.K. Rowling sarà possibile soltanto fra un bel po' di tempo. Con Harry Potter e il calice di fuoco di Mike Newell siamo ancora al quarto di una serie di sette film. Impeccabile e affascinante a livello scenografico (molto più dei precedenti), con galeoni che emergono dal mare, carrozze trainate da cavalli alati, draghi sputa-fuoco e labirinti carnivori, è anche il più cupo e quello meglio strutturato narrativamente. Ma è proprio la mancanza di suspense il suo maggior difetto. Newell cede al fascino del fiabesco a detrimento della storia e le situazioni proposte somigliano un po' a quelle di sempre: partite di quiddich, lezioni con insegnanti severi o strampalati, battibecchi con compagni invidiosi. Mentre le due vere novità di questo capitolo, Harry Potter innamorato e la reincarnazione del malvagio Voldemort (Ralph Fiennes), passano quasi sottosilenzio. Soprattutto il tanto atteso incontro-scontro tra il giovane mago e il suo eterno nemico, che si riduce ad un manciata di minuti nel finale è incapace di regalare grandi emozioni, se non ai più piccoli.(Rosa Esposito)
"Non mancano i soliti comprimari, in testa il solenne Albus Silente. Ma in occasione del grande Torneo e dei Mondiali di quidditch, la Scuola di Hogwarts diventa multietnica e nel cast già prestigioso si affaccia il grande Brendan Gleeson, cacciatore di demoni con occhio di vetro e gamba di ferro. Alla regia c'è Mike Newell ('Ballando con uno sconosciuto'), primo suddito di Sua Maestà ammesso a dirigere la saga della Rowling. La commedia ci guadagna, l'horror ne risente un po'. Ma poco importa: ormai 'Harry Potter' accompagna la crescita di un'intera generazione passo dopo passo (e viene proiettato addirittura agli astronauti russi e americani della ISS, la base spaziale internazionale che orbita 354 km. sopra la Terra). Poteva andare molto peggio." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 novembre 2005)
"Newell, autore di 'Quattro matrimoni e un funerale', ha humour ma non rinuncia alla cornice irreale di Hogwarts, è l'uscita di sicurezza dal mondo reale. La furbata è che la vita dei ragazzi, reazioni e affetti, sono quelli di tutti i teenagers del mondo, anche non maghi. Lungo 156 minuti, il kolosso è divertente, ha momenti di macabra tensione e barocche stimolazioni fantastiche fra trofei, laghi gelidi e draghi fumanti, ippogrifi, teschi e velieri nascosti: non c'è limite alla fantasmagoria del cine-computer." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 novembre 2005)
"I discorsi di fedeltà e tradimento sono quanto mai inopportuni per una
serie che si alimenta della complicità tra l'autrice e i vari registi e
della tolleranza di un pubblico che cerca emozioni sempre più forti e
reinvenzioni adeguate alla sua fantasia letteraria oltre a quella della
Rowling. E Mike Newell, l'autore inglese del fortunato 'Quattro matrimoni e
un funerale', arruolato per dirigere 'Harry Potter e il calice di fuoco' ha
dovuto da un lato condensare in due ore e mezzo le seicento pagine del
romanzo e apportare le necessarie modifiche per adeguare la vicenda all'età
del protagonista Daniel Radcliffe (16 anni) che non corrisponde a quella del
personaggio letterario; dall'altro, forte di una produzione di 300 milioni
di dollari, ha incrementato la spettacolarità della serie e ha esasperato i
toni cupi da film horror. (...) Tra tornei mortali, scuole di magia, il
campionato mondiale di quidditch ma anche i primi turbamenti adolescenziali
e i primi innamoramenti di Potter, il film scivola piacevole ed emozionante
pieno di ritmo e effetti speciali. Qualcosa in più l'aggiunge la carismatica
performance di Ralph Fiennes nel ruolo di 'Tu sai chi', il perfido Voldemort
che uccide addirittura un compagno di Harry grazie al cui sangue assume
forma umana." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 26 novembre 2005)