L'era glaciale sta per finire e finalmente per gli animali si prospetta il loro habitat ideale. Ma presto Manny, Sid e Diego si accorgono che lo scioglimento dei ghiacciai sta per provocare una gigantesca inondazione che rischia di far scomparire il loro paradiso. Si ingegnano quindi per avvertire in tempo tutti gli abitanti della valle...
Sabato 22 aprile | Ore 21:00 |
Domenica 23 aprile | Ore 15:00, 17:30 e 21:00 |
Lunedì 24 aprile | Ore 21:00 |
Martedì 25 aprile | Ore 16:00 e 21:00 |
Sabato 29 aprile | Ore 21:00 |
Domenica 30 aprile | Ore 15:00, 17:30 e 21:00 |
Lunedì 1 maggio | Ore 16:00 e 21:00 |
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Regia | Chris Wedge |
Sceneggiatura | Michael Wilson |
Michael Berg | |
Peter Ackerman |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Raccomandabile, poetico
Tematiche: Amicizia; Animali; Ecologia; Film per ragazzi
Stavolta il numero 2 conferma tutto quanto di buono si era detto in occasione dell'appuntamento di esordio. La novità é che Scrat ha uno spazio interamente suo, svincolato dalla storia principale, facendo acquistare maggiore risalto all'approccio tutto simbolico sulla difesa strenua della 'ghianda' come conquista da difendere finché si può. Restano poi gli stimoli che la storia offre riguardo all'equilibrio ambientale, alla conoscenza, all'amicizia e alla natura come sentimenti e luoghi da conquistare e difendere anche con fatica, ma con convinzione. Anzi c'è una precisa linea filosofica che unisce l'attenzione da offrire ai quattro elementi naturali della vita: aria, acqua, terra, fuoco. Il resto (ossia la piacevolezza nel seguire il viaggio degli animali) lo fa la grande dinamicità dell'animazione, l'armonia del disegno. Per questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, e nell'insieme poetico.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in molte occasioni successive per piccoli, adolescenti, ragazzi.
Epico e commovente: la saga animata per eccellenza è questa. Con una new entry straordinaria, il furetto Buck
Il branco più stonato e affiatato della storia animale e cinematografica è a un bivio: i mammuth Manny ed Ellie attendono la nascita del loro primo cucciolo, Diego la tigre è deciso ad abbandonare il gruppo per ritrovare lo smalto del "predatore solitario", Sid il bradipo vuole a tutti costi mettere su famiglia: peccato però che Gustuovo, Chiara e Tuorlino - tre uova trovate al confine con un mondo ancora inesplorato - contengano tre cuccioli di dinosauro... Che la mamma "naturale" - un enorme T-Rex – rivuole indietro a tutti i costi. E lo scoiattolo Scrat? Al cuor non si comanda, si sa, ma scegliere tra l’amata ghianda e la sensuale Scrattina sarà davvero arduo... Cosa succede se i protagonisti della saga animata più amata al mondo si ritrovano improvvisamente in uno spaventoso Jurassic Park? Benvenuti a L'era glaciale 3: l'alba dei dinosauri, epico debordante e commovente nuovo capitolo del campione d’incassi targato Fox (uscito negli States l’1 luglio, ha racimolato 42.500.000 dollari nel primo weekend e oltre 190 milioni di dollari fino ad oggi), ancora diretto da Carlos Saldanha (già regista del secondo, Il disgelo) e prodotto da Lori Forte, John C. Donkin e Chris Wedge. Sorretto da una sceneggiatura praticamente perfetta (insieme a Mike Reiss e Yoni Brenner, tornano Michael Berg e Peter Ackerman, già autori del primo L’era glaciale) e da un ritmo mozzafiato, il film riesce a superare le difficoltà insite nella natura stessa dell’operazione - cosa di non poco conto, nell’epoca di sequel infiniti e preconfezionati - trovando il giusto bilanciamento tra "vecchio" e "nuovo" (adeguandosi, in tal senso, anche dal punto di vista estetico-formale, aprendo al 3D), donando ancora più spessore agli ormai inossidabili personaggi (e tirando fuori dal cilindro la new entry Buck - doppiato da Massimo Giuliani - furetto pazzoide e invasato, mammifero solitario in un mondo di gigantesche lucertole, sorta di capitano Achab che ha votato la sua vita alla vendetta contro il dinosauro bianco Rudy, reo di averlo sfigurato), ma senza dimenticare il gusto per gag irresistibili e divertimento alto.
Senso di appartenenza e apertura alle diversità: attraverso un'incredibile avventura, impreziosita ancora una volta da citazioni più o meno colte (musicali - vedi "Alone again" - e cinematografiche, quasi tutte infilate nel "film nel film" con protagonista lo scoiattolo Scrat, sempre più destinato a diventare il Willy Coyote del nuovo millennio...), il gruppo si ricompatta per fare nuovamente squadra, stavolta per trarre in salvo l’imbranato Sid, nel frattempo capace di farsi amare tanto dai cuccioli di dinosauro quanto dalla dapprima inferocita, gigantesca mamma. La vera forza de L'era glaciale, alla fine, è proprio questa: sapersi rivolgere mai come in questa occasione sia ad un pubblico formato da giovanissimi che ad adulti più smaliziati, fondendo racconto epico e comicità, ma senza trascurare la componente essenziale data dalle emozioni. Che sarà difficile tenere sotto controllo alla nascita di Pesca, il cucciolo di mammuth, al ritorno di Sid e di fronte alla definitiva accettazione nel branco dell’avventuriero Buck: tornerà sui ghiacci con loro o rimarrà in quel mondo ostile per continuare l’infinita caccia a Rudy? Divertitevi a scoprirlo, insieme al destino che gli autori hanno "disegnato" per Scrat: glaciale... (Valerio Sammarco)
"Una delle cose più straordinarie del cinema d'animazione è la capacità di far provare emozioni nei confronti di protagonisti del tutto virtuali, disegnati o generati al computer. Tantopiù, poi, quando si tratta di personaggi preistorici come un mammuth, un bradipo e una tigre dai denti a sciabola che, con buona pace degli aggiornatissimi software capaci di renderne realistiche la pellicce, appartengono a un'epoca piuttosto remota. Dopo il formidabile prototipo di quattro anni fa, il seguito realizzato dagli studi Blue Sky (ormai temibili concorrenti di DreamWorks, Pixar e Disney) non si accontenta di riposare sugli allori, ma offre un episodio ancor più divertente e movimentato.Intanto, lascia spazio alle disavventure dello scoiattolo preistorico Scrat, star occulta della prima puntata ora promossa ufficialmente a comprimario: i suoi titanici sforzi per conquistare una ghianda durante i cataclismi che modificarono la terra toccano, questa volta, una dimensione "metafisica"." (Roberto Nepoti, "la Repubblica", 21 aprile 2006)
"Il ghiacciaio è alto e scivoloso: la dura lotta per la sopravvivenza ricomincia là dove era finita, con i buffi affanni di Scrat, Io scoiattolo affamato e pasticcione. Poi entrano in scena i vecchi e nuovi eroi di questa strana e resistente arca di Noè e il gioco diverte (emoziona) ancora. Ben mescolato dagli artisti in tre dimensioni della «Blue Sky», L'era glaciale 2-Il disgelo è il miglior cartone animato della stagione. Nonostante lo spartito sia ben conosciuto, tutto funziona a meraviglia (anche il doppiaggio): i monologhi del bradipo e la malinconia dei mammut, la minaccia del pesci zannuti e il balletto degli avvoltoi pazienti. Ed è bello sognare alla ricerca della ghianda perduta." (Claudio Carabba, "Corriere della Sera Magazine", 4 maggio 2006)
"La ridanciana e molto disfunzionale combriccola torna alla carica. (...) La puntata numero due - molte altre ne seguiranno nel cammino dell'evoluzione - è continuamente interrotta dalle fatiche che Scrat, scoiattolino preistorico con due dentoni da vampiro, compie per acchiappare la sua ghianda (fu candidato all'Oscar per il corto Gone Nutty). Un tormentone di sciagure, incidenti, lotte per la sopravvivenza degni dei pinguini imperatore, quando devono riprodursi in mezzo al a, per di più gelido e squassato dalle tempeste di vento, dopo essere stati settimane senza mangiare. Gli avvoltoi seguono la carovana, sperando di non rimanere a digiuno. Tra un boccone putrefatto e l'altro, cantano e ballano. Il regista Chris Wedge ha abbandonato la compagnia per girare Robots, altro film d'animazione che non lascia tregua, per citazioni e battute. Lo sostituisce, piuttosto bene, il co-regista Carlos Saldahna." Mariarosa Mancuso (Il Foglio, 22 aprile 2006)