Sabato 18 maggio | Ore 21:00 |
Domenica 19 maggio | Ore 16:00 e 21:00 |
L'era glaciale è una commedia ampia, basata sui personaggi, che ci porta indietro nel tempo di ventimila anni, in un mondo meraviglioso abitato da creature grandi e maestose.
E' la storia di quattro personaggi: Manny, un mammuth, Sid, un irriverente bradipo, e Diego, una tigre dai denti a sciabola. Questo trio è costretto a collaborare per riportare un cucciolo d'uomo alla sua famiglia. Quel che il mammuth e il bradipo non sanno, è che la tigre li sta conducendo ad una trappola che potrebbe rivelarsi per loro letale. Mentre i tre si avventurano nel paesaggio coperto dai ghiacci, un'altra creatura, uno scoiattolo di nome Scrat, sta disperatamente cercando di portare a termine la sua missione - seppellire una ghianda - una missione che, questa pure, innescherà una serie di calamità.
Al primo incontro, Manny usa tutto il suo sarcasmo per proteggere se stesso e i propri sentimenti. Ma il viaggio gli consentirà di abbracciare quel mondo cui ha voltato le spalle. Sid è un bradipo dalla lingua svelta e dall'incedere lento, che cerca sempre di vivere a sbafo. Soprattutto, è bravissimo nel cacciarsi nei guai. Gli va bene di imbattersi in Manny, che, senza volerlo, gli salva la pelle. Incapace di scrollarsi di dosso questo nuovo bagaglio, Manny diventa suo malgrado il "protettore" di Sid, e si ritrova impelagato nella missione di riportare il cucciolo d'uomo che si è smarrito alla sua famiglia.
Regia di Chris Wedge
Sceneggiatura di Michael Wilson, Michael Berg e Peter Ackerman
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Raccomandabile, poetico
Tematiche: Amicizia; Animali; Ecologia; Film per ragazzi
Si può ormai dire che il cartone animato in stile 'Walt Disney' appartiene al passato, alla storia di questo genere cinematografico. La definizione corretta è ora "pellicola d'animazione digitale', ossia realizzata con tutti quei sistemi individuabili come nuove tecnologie, dal computer alla rielaborazioni tridimensionali. Uguale resta però la scommessa: quella di dare alle infinite possibilità del mezzo un contenuto motivato e coinvolgente. Come già in Disney, anche qui gli animali parlano, ma la novità è che parlano solo loro: i pochi umani che incontrano non hanno ancora raggiunto una stadio tale di evoluzione che permetta loro l'uso della parola. Risalta subito quindi il tema della comunicazione, ed è solo una delle molte suggestioni che il copione riserva, a conferma di una stimolante ricchezza di tematiche. E' una favola, il viaggio dei protagonisti: lungo la quale però si snodano fatti e azioni che li interpellano, li mettono di fronte a scelte, a decisioni da prendere. E insieme a loro anche lo spettatore partecipa al dipanarsi di un composito scacchiere esistenziale: dalla solitudine di Sid (l'emarginazione di tante solitudini) alla 'diversità' che si crea in un gruppo, dal superamento delle 'differenze' alla convinzione che è possibile vivere senza essere belve, dal rispetto reciproco all'invito a non alterare gli equilibri naturali del territorio. Un viaggio nella natura dunque, ma anche dentro una storia evolutiva che non é stata affatto indolore e che ha visto animali in forme più avanzate cedere il passo alla crescita dell'essere umano. Un grande rispetto traspare alla fine sia per il mondo animale che per la specie umana, per le fatiche sopportare da entrambi, e per un'età infantile fatta di entusiasmi al contrario di quella adulta segnata da non poche diffidenze. Densa di spunti la storia, delicati e di pregevole fattura il disegno, le musiche, la realizzazione. Esplorando un'ampia gamma di sentimenti, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile,e poetico nella sua dimensione più immediata.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con coinvolgimento di piccoli e grandi. Da recuperare sotto il profilo pedagogico, in occasioni scolastiche, educative ma anche di pregevole passatempo.
"E' divertente 'L'era glaciale' di Chris Wedge, risposta della Fox alle mirabilia digitali della Dreamworks. Il tratto e la tecnica sono meno sofisticati, ma il film resuscita la comicità fisica e primaria dei vecchi cartoons con qualche strizzata d'occhio agli adulti. E si vede con piacere a ogni età". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 aprile 2002)
"Gagliardo, tenace, tradizionale e commovente il trio, ma è educativa e sorprendente la figura della tigre che, come un palestinese o un israeliano conciliati, si trova a scoprire l'etica della condivisione nello spietato tempo dei primati." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 26 aprile 2002)
"A parte l'ultimo, abbastanza vicino all'estetica Disney, la scelta dei personaggi non manca di originalità, con una menzione speciale per il brutto, patetico e simpaticissimo Sid. Risultato di strumenti d'ultimissima generazione, le immagini sono eccezionali per l'illusione di tridimensionalità che trasmettono: anche grazie agli effetti d'illuminazione, dovuti a un particolare software, che conferiscono ulteriore volume ai corpi immateriali. Quel che conta di più, però, è come 'L'era glaciale' riesca a coniugare tecnica e divertimento con una morale che riscalda il cuore. Geniale il doppiaggio di Leo Gullotta, Claudio Bisio, Pino Insegno".(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 28 aprile 2002)
"Dopo le corazzate animate di 'Shrek' e 'Monsters & Co.', approda con successo nelle sale anche 'L'era glaciale', un film meno strombazzato dei suoi confratelli e ai quali ruba più di un'idea, ma che dimostra una brillantezza certamente non inferiore a quella dei suoi illustri colleghi. (...) Divertente, malinconico, suggestivo, questo viaggio nella preistoria si rivela una piacevole sorpresa. Sempre pronta a stupire e divertire è anche l'edizione italiana, con le voci di Leo Gullotta, Pino Insegno e del 'bleso' Claudio Bisio". (Fabrizio Liberti, 'Film Tv', 9 maggio 2002)
"Massimo uso del digitale, buoni sentimenti e dialoghi ridanciani, niente di speciale tra i ghiacci della 'era glaciale', termine improprio usato a volte per indicare il fenomeno delle glaciazioni verificatosi nell'era quaternaria". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 3 maggio 2002)