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Il giovane artista Jerry Falk ha un problema: non riesce a lasciare nessuno! Così, continua le sue sedute presso un analista che non gli è di nessun aiuto, seguita a farsi sfruttare da un agente incapace e parassita e non ha il coraggio di lasciare la donna con cui vive, anche dopo essersi innamorato di Amanda, con la quale è inizialmente costretto ad intrecciare una relazione nascosta.
Unica luce nella sua vita sembrano essere le chiacchierate nel parco con un navigatissimo collega di mezzo secolo più vecchio di lui, saggio al punto giusto, fino a che anche lui non inizia ad eccedere con le sue stranezze..
Woody Allen | David Dobel |
Christina Ricci | Amanda |
Adrian Grenier | Ray Polito |
Jason Biggs | Jerry Falk |
Stockard Channing | Paula |
Danny DeVito | Harvey |
Nicolas Pernisco | Portiere |
Jimmy Fallon | Bob Styles |
Joseph Taylor | Bill |
Regia | Woody Allen |
Prodotto da | Letty Aronson |
Costumi | Laura Jean Shannon |
Sceneggiatura | Woody Allen |
Fotografia | Darius Khondji |
Trucco | Peggy Schierholz |
Scenografia | Santo Loquasto |
Montaggio | Alisa Lepselter |
"Allora niente sotto il sole di Allen? Niente affatto perché Woody, in silenzio, porta a compimento una rivoluzione copernicana del suo universo, solo in parte annunciata. Abbandona il ruolo centrale della storia. La voce narrante dell'eterno protagonista dei suoi film è qui quella del giovane Jerry che ammicca allo spettatore, riassume, moraleggia, come ha fatto Woody fin dall'inizio della sua carriera". (Andrea Martini, 'Il Resto del Carlino', 28 agosto 2003)
"Allen ha recitato per altri registi, ma mai ha diretto film scritti non da lui. Dovrebbe cominciare, prima che gli incassi in declino e Steven Spielberg, il suo produttore glielo impongano, come gli hanno imposto di fare una tournée propagandistica in Europa, dove Allen ha gran parte del suo pubblico. Ma non ci si auguri che Allen si ritiri: assicura infatti alcuni dei rari momenti di buon cinema in un festival". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 28 agosto 2003)
"A un cane vecchio è inutile insegnare giochi nuovi. La strategia della DreamWorks per rilanciare Woody Allen non ha funzionato. Non è bastato a salvare 'Anything Else' il suggerimento di prendere un protagonista giovane, Jason Biggs, presente in contemporanea con 'American Pie - Il matrimonio'. Non è servito indurre l'autore ad accompagnare il film alla Mostra di Venezia, con obbligo di conferenza stampa; e neppure è valso occultare la presenza di Woody come attore nel film eliminandone il nome e la figura dalla pubblicità. Il verdetto del botteghino è stato inesorabile: solo due milioni e mezzo di dollari, come dire niente, nei primi quindici giorni di uscita. Ma che ce ne importa dell'America? Da tempo Woody Allen ha scelto il pubblico europeo come il suo interlocutore ideale e si può sperare che sul Vecchio Continente l'accoglienza al film sarà ben diversa. (...) Sono sbagliati i dosaggi delle due storie parallele, quella dei ragazzi e quella del vecchio e del giovane; e quando Woody non è in scena, il tono cala e non si ride più. Però si sorride sempre, magari a copertura di una persistente inquietudine". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 4 ottobre 2003)
"E Woody prese il fucile. Succede in 'Anything Else', non il solito Allen ma qualcosa di assai diverso. Perché Manhattan non è mai stata così bella e struggente (dev'essere l'età, o forse il dopo - 11 settembre). Perché anche se si ride è una commedia sentimentale, anzi un'educazione sentimentale. E per la prima volta Allen, 68 anni, fa (quasi) da padre a un collega più giovane: il Jason Biggs di 'American Pie', che qui si rivela timido, vulnerabile, umbratile, perfetto alter ego dell'autore da giovane. Naturalmente c'è di mezzo una ragazza, Christina Ricci, broncio da monella e forme da pin-up, donna-bambina buffa e irresistibile. Ma 'Anything Else' non è 'Io e Annie' 25 anni dopo". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 ottobre 2003)