Sabato 13 marzo 2004 | Ore 21:00 |
Domenica 14 marzo 2004 | Ore 21:00 |
Il soldato confederato Inman dopo essere stato ferito in battaglia, lotta per tornare a casa dalla donna che ama, attraversando una nazione in guerra con se stessa. Nel viaggio di ritorno dalla sua amata Ada, Inman incontra schiavi e ribelli, deve difendersi da soldati e cacciatori di taglie, trova amici inaspettati e pericolosi nemici. In un viaggio parallelo fatto di fede e di coraggio, il cammino di Ada non è meno difficoltoso: una donna ben educata e fino ad allora vissuta nella bambagia si ritrova a dover affrontare, da sola, un mondo pieno di pericoli e a difendere la fattoria di suo padre dalla rovina. La salvezza le giunge inaspettata sotto l'improbabile forma di un'esuberante vagabonda di nome Ruby...
Jude Law | Nicole Kidman |
Renée Zellweger | Donald Sutherland |
Ray Winstone | Brendan Gleeson |
Philip Seymour Hoffman | |
Regia e sceneggiatura |
Anthony Minghella |
Domenica pomeriggio: Koda, Fratello Orso
Giudizio: Accettabile, riserve, realistico
Tematiche: Avventura; Famiglia; Guerra; Solidarietà-Amore; Storia
Un romanzo collocato sullo sfondo della guerra civile americana fra gli Stati del Nord e quelli del Sud e incentrato su una forte e irrisolta storia d'amore è nelle corde tipiche di Anthony Minghella, già regista de "Il paziente inglese". L'abbandono dei luoghi abituali, lo stravolgimento della vita quotidiana, la devastazione degli affetti, la rinuncia ai sentimenti, l'attesa: le cadenze del romanzo storico ritornano in un racconto che appartiene al cinema alla maniera 'antica'. Dolori, speranze, attaccamento alla terra, voglia di credere in quei valori che aiutano a superare il dramma della guerra e a far pensare ancora ad un possibile domani. Il ritmo da affresco della regia fa scivolare il dramma nel melodramma, non mancano passaggi calligrafici che tolgono asciuttezza al copione, ma il quadro generale resta robusto e credibile, arrivando ad una bella fusione tra i panorami selvaggi e la brutalità del conflitto tra gli uomini. Segnalate dunque riserve per le crude immagini della battaglia e per qualche altra sequenza di forte tensione, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile e nell'insieme realistico.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Stessa cautela é da tenere in previsione di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.
"Innamorato del grande cinema epico di una volta, Minghella posa a nuovo David Lean. Ma il regista di 'Lawrence d'Arabia' e del 'Dottor Zivago' non avrebbe mai usato mezzi tanto facili. E avrebbe suggerito al suo protagonista un paio d'espressioni in più oltre l'occhio smarrito di chi ne ha viste e fatte troppe. Tanto più che in 155 minuti si guarda spesso l'orologio, malgrado comprimari di lusso come Donald Sutherland, Philip Seymour Hoffman, prete lascivo. E Brendan Gleeson, genitore pusillanime di Ruby riscattato da una tardiva vocazione musicale. Forse il personaggio più riuscito di questa epopea tratta dal romanzo omonimo di Charles Frazier. In cui tutti sono sempre troppo belli e troppo sani per crederci (che denti bianchi, a Cold Mountain...). Anche se curiosamente il regista dice di aver proposto alla troupe un solo modello: 'L'albero degli zoccoli' di Ermanno Olmi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 febbraio 2004)
"Fin dall'apparizione del best seller di Charles Frazier questa saga della Guerra Civile è stata accostata a 'Via col vento', ma è una cosa ben diversa. (...) Nell'adattare un romanzo di 500 pagine in cui un incontrollato fiume di parole intorbida l' ispirazione, Minghella ha realizzato un film stringato e nitido appena contaminato da un vago manierismo. Fra i protagonisti spiccano il tormentato Jude Law e la bizzarra Renée Zellweger come serva pragmatica, mentre Nicole Kidman soffre di un personaggio sfocato. A causa però di talune violenze atroci, che coinvolgono i bambini, il film non riesce a farsi amare; ed è perciò che un successo di stima non si è trasformato in successo di massa." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 6 febbraio 2004)
Una volta capitalizzata quella che è destinata a diventare una sequenza da antologia, 'Ritorno a Cold Mountain' non offre molto di più, quasi avesse esaurito tutta l'energia nello sforzo iniziale. (...) Quanto la sequenza di guerra è folgorante, altrettanto languenti e ripetitive risultano le altre; sia nella variante romantica dell'idillio, sia nelle situazioni di ferocia, qualche volta gratuite, che si dipanano lungo le due ore e mezza abbondanti del film. Il tutto sullo sfondo di un pacifismo generico che vorrebbe rinfrescare il colore a un melodramma vecchia-maniera dove due star su tre (Law e Kidman), si prendono troppo sul serio, la terza (Zellweger) non abbastanza." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 febbraio 2004)