Sabato 24 novembre 2001 | Ore 20:30 e 22:45 |
Domenica 25 novembre 2001 | Ore 15:00, 17:30 e 21:00 |
La poco più che trentenne Bridget Jones, lavora in una società editrice e teme di restare zitella per tutta la vita. Per dimenticare i problemi amorosi eccede a volte nell'alcool e a volte nei cibi. Quando inizia una storia con il suo affascinante capo ufficio crede che la vita abbia preso una svolta, ma dopo averlo pizzicato a letto con una giovane americana si vede crollare il mondo addosso. Decide quindi di tenere un diario in cui racchiudere tutti i suoi segreti e di passare più tempo con i suoi tre amici di sempre.
Renée Zellweger | Bridget Jones | Regia | Sharon Maguire |
Hugh Grant | Daniel Cleaver | Musiche | Patrick Doyle |
Gemma Jones | Mamma | Costumi | Rachael Fleming |
Colin Firth | Mark Darcy | Sceneggiatura | Helen Fielding |
Jim Broadbent | Papà di Bridget | Fotografia | Gemma Jackson |
Embeth Davidtz | Natasha | Stuart Dryburgh | |
Durata | 1h e 37' | Montaggio | Martin Walsh |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: accettabile - riserve - brillante
Tematiche: Donna; Letteratura; Matrimonio - coppia
Il romanzo di Helene Fielding é stato un grosso successo editoriale: pubblicato in 30 paesi e venduto in 4 milioni di copie. La versione cinematografica ne appare un inevitabile completamento. Lasciando ai lettori l'eventuale confronto tra pagina scritta e immagini, va detto che la sceneggiatura é stata scritta tenendo presenti le caratteristiche peculiari e tipiche della commedia brillante-sentimentale, a partire dagli anni Trenta. Il copione prevede dunque di far capire quasi fin dall'inizio 'come andrà a finire',e tuttavia di mettere sulla strada del lieto fine una serie di inciampi, equivoci, contrattempi, malintesi, e via inventando. Questi momenti si collocano dentro situazioni, ambienti, locali tipici del luogo e del tempo in cui la vicenda è ambientata. Nel caso di Bridget Jones, una 'single' del 2000 é timida ma quando vuole sfrontata, impacciata ma all'occorrenza aggressiva e in qualche caso trasgressiva. Qualche dialogo e qualche passaggio sono quindi un po' sopra le righe, ma a prevalere é il tono spigliato della vicenda, il brio che la caratterizza e il percorso che é quello della favola moderna: forse non sempre va a finire così ma il cinema ci aiuta a crederlo. Dal punto di vista pastorale, il film é dunque da valutare positivamente, con riserve per i passaggi meno controllati cui si accennava prima, e nell'insieme sempre brillante.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, come spettacolo efficace e divertente. Con lo stesso atteggiamento è da seguire in futuri passaggi televisivi.
"Tratto dal best seller di Helen Fielding, il film di Sharon Maguire è una commedia sentimentale a formula. Quel tipo di formula, però, in cui si è specializzato il cinema britannico e che ha l'astuzia di sembrare controcorrente: personaggi quotidiani, una certa disinvoltura sessuale, una dose non aggressiva di femminismo. A scarnificarlo, resta l'ennesima declinazione della fiaba del brutto anatroccolo che, alla fine, trova l'amore vero (...)". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 giugno 2001)
"Il film dell'esordiente Sharon Maguire risulta curiosamente bifronte rispetto a 'Quattro matrimoni e un funerale' e a 'Notting Hill', scritti e prodotti dalla stessa squadra. Ovvero cauto e originale, spontaneo e controllato, divertente e prevedibile. Troppo professionale per essere personale, insomma, e viceversa". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 ottobre 2001)
"Brillante e vivace con un tocco di acidità, diretto da una regista inglese debuttante, il film è limitato ma piacevole". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 ottobre 2001)
"Le fan del libro non possono gioire fino in fondo: dopo l'attacco spiritoso e tonico il tutto va spegnendosi e il torpore è aiutato dall'eccessiva gamma di smorfie buffe della protagonista, capaci di stremare lo spettatore più buonista. Hugh Grant sta fisso al bello e non muta nel repertorio: interpreta il ruolo del bastardo come vivesse ancora nel candido stupore british di 'Quattro matrimoni e un funerale' o 'Notting Hill'. Peccato anche che gli amici di Bridget abitino solo lo sfondo, senza fare coro". (Piera Detassis, 'Panorama', 25 ottobre 2001)