Auditorium di Casatenovo. Oltre 50 anni di cinema e teatro

Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello

Tutto ebbe inizio con la forgiatura degli anelli, nei quali era sigillata la forza. Ne venne però creato uno in più, l'Anello Assoluto, che andò smarrito nei secoli. Passano 2500 anni...

Ian McKellen Gandalf
Viggo Mortensen Aragorn
Elijah Wood Frodo Baggins
Liv Tyler Arwen Undomiel
Cate Blanchett Galadriel
Sean Astin Samwise (Sam) Gamgee
Christopher Lee Saruman
Ian Holm Bilbo Baggins
Sean Bean Boromir

Musiche Eithne Ni' Bhraonain
Sceneggiatura Peter Jackson
Philippa Boyens
Fotografia Andrew Lesnie
Montaggio John Gilbert
D. Michael Horton
Jamie Selkirk

Sabato 19 gennaio Ore 21:00
Domenica 20 gennaio Ore 15:00 e 21:00
Venerdì 25 gennaio Ore 21:00
Sabato 26 gennaio Ore 21:00
Domenica 27 gennaio Ore 15:00 e 21:00
Sabato 2 febbraio Ore 21:00
Domenica 3 febbraio Ore 15:00 e 21:00

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Migliore fotografia a Andrew Lesnie
Miglior trucco a Peter Owen e Richard Taylor
Miglior colonna sonora a Howard Shore
Migliori effetti speciali a Jim Rigyel, Randall William Cook, Richard Taylor e Mark Stetson

Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)

Giudizio: accettabile, problematico **

Tematiche: adolescenza, amicizia, letteratura, male, Tematiche religiose

John Ronald Reuen Tolkien, nato in Sud Africa nel 1892 e morto a Bournemouth in Gran Bretagna nel 1973, ha lavorato per quattordici anni, prima di pubblicare nel 1954 i primi due capitoli de "Il Signore degli Anelli" (ossia 'La Compagnia dell'anello' e 'Le due Torri') e l'anno successivo (1955) il capitolo finale 'Il ritorno del Re). In precedenza, nel 1936, aveva pubblicato "Lo Hobbit", favola concepita per il fine giornata dei tre figli. Filologo acuto e insigne (docente per venti anni a Oxford), Tolkien ha riversato nei libri una profonda passione per le saghe celtiche, germaniche e più ampiamente nordeuropee. Esperto cartografo, ha organizzato la narrazione all'interno di una vera e propria dimensione geografica, con luoghi, località, indirizzi. Impresa quasi impossibile quella di tradurre in immagini un'opera così ponderosa. Peter Jackson, neozelandese bizzarro e incosciente, ha accettato la sfida e ha già realizzato i tre film, dei quali questo è il primo appuntamento. E' normale che l'approccio si divida in due schiere nette. Chi ha letto i libri (ed è rimasto legato all'universo tolkeniano) giudicherà in un modo, forse avendo qualcosa da eccepire sul succedersi dei fatti, abbastanza manipolati. Chi incontra i personaggi per la prima volta, giudicherà in un altro. Certo la materia é tanta, corposa, dilatata, diluita tra misteri, richiami, simboli. Quello del giovane Frodo può essere visto come un viaggio iniziatico alla conquista del significato del proprio crescere nella vita futura: un viaggio che passa attraverso la tentazione, lo scontro con gli angeli ribelli, la visione della morte, il recupero della luce.Se è lecito dunque evidenziare la presenza di alcuni rimandi ad un cristianesimo cui Tolkien non era estraneo, certo la nota dominante del fluviale racconto é quella di mantenere costante un'atmosfera che sa di panteismo mitologico germanico, che costruisce umori, atteggiamenti, azioni tipici del repertorio delle leggende e delle saghe nordiche. Interpretare singolarmente ogni personaggi, ogni azione, ogni luogo diventa un gioco che da quasi cinquant'anni appassiona prima i lettori e ora i consumatori di immagini. Una delle ultime frasi di Frodo è: "Vorrei che non fosse accaduto nulla. Possiamo solo decidere cosa fare del tempo che ci viene concesso". Dal punto di vista pastorale, fatte salve interpretazioni più minuziose ma non sempre pertinenti, il film è da valutare come accettabile, nel suo proporsi comunque come recupero a pieno titolo di un mondo fantastico che diventa ricchezza e stimolo a capire meglio i valori della vita. Problematico é lo sviluppo della trama, che può non essere di immediata comprensione.

Utilizzazione: nell'ottica di un prodotto altamente spettacolare d'avventura, il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Non sembra adatto ai più piccoli, ma a giovani dall'adolescenza in su.

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