Martedì 24 aprile | Ore 21:00 |
Mercoledì 25 aprile | Ore 16:00 e 21:00 |
Un film corale che racconta le storie di otto personaggi i quali intrecciano le loro vite in un ritmato e parallelo rincorrersi di passioni. Hanno età diverse: Francesca ha diciott'anni e si innamora di Carlo che, come i suoi amici, ha trent'anni e si sta per sposare con Giulia, ventisette anni, romantica e idealista. I due aspettano un bambino. Anna, mamma di Giulia, cinquant'anni e ventinove di matrimonio alle spalle con la paura di invecchiare e di rassegnarsi al fatto che la sua giovinezza sia finita per sempre.
Stefano Accorsi | Carlo | Regia | Gabriele Muccino |
Giovanna Mezzogiorno | Giulia | Sceneggiatura | Gabriele Muccino |
Regina Orioli | Arianna | Costumi | Nicoletta Ercole |
Stefania Sandrelli | Anna | Prodotto da | Domenico Procacci |
Martina Stella | Francesca | Musiche | Paolo Buonvino |
Sabrina Impacciatore | Livia | Fotografia | Marcello Montarsi |
Marco Cocci | Alberto | Montaggio | Claudio Di Mauro |
Luigi Diliberti | Emilio | Scenografia | Eugenia F. di Napoli |
Pierfrancesco Favino | Marco |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Accettabile, riserve, realistico
Tematiche: Amicizia; Famiglia; Famiglia - genitori figli; Giovani; Matrimonio - coppia; Solidarietà-Amore
C'é un argomento che ritorna costante nei (finora) tre film di Muccino ed è per lui una specie di ossessione: quello dei bilanci da preparare, dei giudizi da dare su se stessi, delle conclusioni da trarre su quello che si è realizzato. Al pari di "Ecco fatto" e di "Come te nessuno mai", anche qui un gruppo di personaggi si mescola, si confonde, si evidenzia: le singole individualità vanno a costituire il quadro più generale, a disegnare l'affresco generazionale. I trentenni, soprattutto: attraversano la loro crisi (come l'hanno attraversata quelli dei decenni precedenti), ma i punti di riferimento non esistono più. Non c'é ribellione ad un sistema, non ci sono ideologie da inseguire, non ci sono sistemi sociali da imitare. C'è invece, ed è forte, la paura del vuoto, della solitudine, del non sapere 'cosa fare'. Alla fine sono i rapporti sentimentali a dettare i tempi della giornata, a condizionare lo sviluppo di emozioni e reazioni. Intorno al nucleo principale (il rapporto Carlo/Giulia), il copione sviluppa come in cerchi concentrici tutte le altre situazioni. E Muccino ha mano sicuramente felice sia nello scrivere dialoghi svelti ed efficaci sia nel dirigere alla maniera delle commedie italiane di un tempo: senza pause, senza tempi morti, con una saggia direzione degli attori. Così dai trentenni il quadro si allarga ai loro genitori (quindi il 'prima') e ai 18enni (quindi il 'dopo'). Traspare amarezza dalle vicende, e certo Muccino ha più dubbi che sicurezze sull'amore, sulla famiglia, sulla durata degli equilibri: e li mette in campo, li denuncia, li offre allo spettatore. Si resta coinvolti e si è indotti a riflettere. Per questo, dal punto di vista pastorale, il film è da valutare sostanzialmente come accettabile, esprimendo qualche riserva per alcuni passaggi meno controllati, ma sottolineandone il convincente tono realistico.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare come esempio di cinema che riflette ansie, paure e speranze dell'Italia alle soglie del terzo millennio. Qualche attenzione per i più piccoli in occasione di passaggi televisivi.