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George Dryer, ex campione di calcio scozzese, negli anni del successo, ancora profondamente immaturo, ha tradito la moglie Stacie seppur amandola, finendo per perdere sia lei che il figlio Lewis di 6 anni. Dopo il divorzio, George ha cercato fortuna lontano dalla famiglia: si è trasferito in Canada, dove ha aperto un bar sportivo e investito in proprietà immobiliari, ma purtroppo è finito in bancarotta. Decide quindi di tornare a vivere vicino a suo figlio in una piccola comunità della provincia americana e, in cerca di riscatto agli occhi del bambino, accetta l'incarico di allenatore della squadra di calcio in cui gioca Lewis. Ben presto, però, si trova suo malgrado al centro delle chiacchiere e soprattutto dell'interesse di alcune mamme che tentano di sedurlo. Questa volta, però, George è davvero cambiato e farà di tutto per dimostrarlo a Stacie e Lewis...
Regia: Gabriele Muccino
Interpreti: Gerard Butler, Jessica Biel, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid, Sean O'Bryan, Ritchie Montgomery, Nicky Buggs, James Tupper, Judy Greer
Sceneggiatura: Robbie Fox
Fotografia: Peter Menzies Jr.
Montaggio: Padraic McKinley
Musiche: Andrea Guerra
Durata: 1 ora e 40 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: consigliabile, semplice
Tematiche: Famiglia - genitori figli; Lavoro; Matrimonio - coppia; Sport
Cominciata nel 2006 con "La ricerca della felicità" e proseguita con "Sette anime" (2009), la carriera americana di Gabriele Muccino affronta la prima prova senza il supporto di Will Smith, un nome garanzia per gli studios hollywoodiani. Il paradosso è che, per un 'divo' che esce, ne entrano almeno cinque (Jessica Biel, Gerard Butler, Dennis Quaid, Uma Thurman, Catherine Zeta Jones), ma il risultato non migliora in proporzione. Modificato nel finale per intervento dei produttori (Muccino ha dovuto girare di nuovo), il copione si muove con dolce prepotenza lungo la strada che comincia da situazioni difficili e tristi, attraversa sbalzi emotivi tra delusioni e speranze, corre spedito verso un finale esemplare ricco di affetti riconquistati. Alle prese con snodi narrativi spiccatamente americani (unico elemento estraneo: il calcio), il regista italiano prova a fare il Frank Capra (per la serie: quante difficoltà ma la vita è meravigliosa) e bisogna dire che, fatte le debite proporzioni, ci riesce. Punteggiata da lacrime, commozione, accenti da melodramma, la storia è tuttavia bella, costruttiva, forse poco realistica ma recepibile come favola e invito a non perdere di vista di valori che contano. Film dunque positivo che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come proposta di spettacolo ben realizzato e di imediata fruizione.
Muccino torna a Hollywood con una commedia sentimentale all-star. Prevedibile ma senza sbavature
George Dryer (Gerard Butler) ha fallito più occasioni nella vita che in aria di rigore. Vecchia gloria del calcio caduta in disuso, marca stretto il figlio di 9 anni (Noah Lomax) e l’ex moglie (Jessica Biel), nel tentativo di riconquistarli entrambi. Ma se il bambino diffida, la seconda medita già di convolare a nozze con un altro. Missione impervia, con George costretto a “passare” pure dalle forche caudine di un esercito di milf in fregola (Catherine Zeta-Jones, Uma Thurman e Judy Greer).
E’ Quello che so sull’amore, terza prova americana di Gabriele Muccino, stavolta orfano di Will Smith.
Voglia di leggerezza e desiderio di tornare a Hollywood suggeriscono al nostro una commediola sentimentale All-Star, che gioca un primo tempo d’attesa e un secondo in difesa. Muccino non rischia e lascia in panchina cuore e personalità – pure se il tema dell’adulto bambino è suo - per affidarsi all’estro dei solisti (il migliore risulterà Dennis Quaid, marito geloso della Thurman) e agli schemi collaudati del cinema mainstream.
Confezione impeccabile, poche sbavature e nessun autentico segnale di vita. Sarebbe l’ideale per una domenica pomeriggio in famiglia, ma alligna un pizzico di misoginia. (Gianluca Arnone)
"Torna con Gabriele Muccino il rapporto tra padre e figlio, ma al posto di Will Smith, c'è un anti eroe, l'arruffato Gerard Butler, asso del calcio in disarmo con un urgente bisogno di riconquistare la moglie (e di uno shampoo). ll tutto s'aggiusta dopo 105' di prevedibili qui pro quo con le mamme dei piccini sedotte da Butler allenatore. Panorama di belle mogli, un Quaid intrallazzone e l'avanti indietro affettivo classico con la famiglia in attesa col pallone in giardino. Fa il verso alle commedie americane, ma a vuoto." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 10 gennaio 2013)
"Che cosa è quella scia di dolore, quella piega amara che percorre il nuovo film di Gabriele Muccino 'Quello che so sull'amore'? In vistoso contrasto con l'anonima convenzionalità del suo impianto? È ciò che, malgrado il risultato mediocre, lo salva; e che a dispetto del diluvio di critiche negative americane, ci fa ripetere che questo nostro regista merita rispetto. A riscattare l'esito non brillante è proprio l'inclinazione un po' egocentrica di Gabriele che dall'esperienza americana si è sentito tradito reagendo forse con un eccesso di manie persecutorie. La densità di questa storia dimenticabile e approssimativa e approssimativamente recitata di un campione sportivo bellimbusto che si fa largo tra tentazioni femminili e prove che lo chiamano a dimostrare di non essere un incorreggibile immaturo, assorbe con una certa faccia tosta - quella del miglior Muccino, il più audace e spericolato - un sentimento di rispecchiamento autobiografico. Unico ingrediente forte e autentico del film. Un sincero augurio a Gabriele: che da cervello in fuga torni ad essere una nostra risorsa." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 10 gennaio 2013)
"Lo spunto non è dei più originali, d'accordo, ma il vero problema è che la storiellina è sviluppata in maniera inerte e che i personaggi di contorno, pur affidati ad attori di nome quali Thurman, Quaid e Zeta-Jones, non hanno un minimo di consistenza. Di chi la colpa? Di uno sceneggiatore (Robbie Fox) non all'altezza? Oppure del braccio di ferro fra una produzione che puntava alla classica commedia romantica e un cineasta, il nostro Muccino, che aspirava a conferirle uno spessore più drammatico? Non sappiamo, tuttavia se 12 milioni di dollari di incasso sul mercato Usa restano pochini, è indiscutibile che la regia è uno dei valori sicuri del film: fluida, con i ritmi giusti e la capacità di tirar fuori un inatteso potenziale di interprete dall'accattivante Butler, l'eroe di '300'. Muccino può benissimo rimanere a Hollywood, deve solo scegliere meglio il prossimo copione e ricordare che si possono accettare le regole del cinema di genere e diventare Spielberg." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 10 gennaio 2013)
"Un invito a vivere con più serietà e senso di responsabilità il ruolo di padre arriva da 'Quello che so sull'amore', il nuovo film americano di Gabriele Muccino che se da una parte suggerisce il ruolo fondamentale della famiglia nella vita delle persone, dall'altra però orchestra un film piuttosto fiacco e prevedibile su un tema che avrebbe meritato una marcia in più." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 10 gennaio 2013)
"(...) bocciata al box office stelle & strisce, una commedia romantica (almeno per gli standard europei) senza troppa infamia, ma nessuna Iode. Questo Amore è già stato cantato mille volte e, non bastasse, il Muccino orfano di Will Smith vola basso anche in regia. E' solo colpa degli yankee?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 10 gennaio 2013)
"Terrificante commedia rosa (pallido) made in Usa dal recidivo Gabriele Muccino. È la melensa storiella dell'ex asso del pallone Gerard Butler, ancora cotto della moglie separata Jessica Biel. Diventerà l'allenatore della squadra del loro bambino. Sportivamente c'è davvero da scompisciarsi: il sottotitolo giusto sarebbe «...e non so sul calcio»." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 10 gennaio 2013)
"Piacerà ai fans della commedia sentimentale americana. Molte gag e moltissimi buoni sentimenti. E un notevole contorno di prime donne (Thurman, Zeta-Jones e Jessica Biel). Certo, chi s'aspettava un «gran Muccino d'America» non si ritroverà un prodotto all'altezza dei primi due girati per Will Smith. 'Quello che so sull'amore' è una commediola che tanti praticoni hollywoodiani di buona mano avrebbero potuto firmare." (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 gennaio 2013)
"E bravo Gabriele Muccino, campione d'incassi. Pazienza se la sua commedia è una banalissima zuppetta sentimentale." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 17 gennaio 2013)