Sabato 9 marzo - Ore 21:00
Domenica 10 marzo - Ore 16:00 e 21:00
Antonio (Alessandro Siani), uno squattrinato cronico che lavora come cavia volontaria per i test di case farmaceutiche, si ritrova al cospetto di Letizia (Sarah Felberbaum), una principessa viziata in cerca di popolarità, di cui inevitabilmente si innamora. In un mondo in cui i pregiudizi dei ricchi nei confronti dei poveri sono radicati e difficili da estirpare, per il giovane povero l'unica possibilità per stare a corte è quella di seguire i consigli del ciambellano di corte Anastasio (Christian De Sica). I ruoli tra mentore e allievo sono però destinati a rovesciarsi quando Anastasio, innamorandosi della fruttivendola Jessica (Serena Autieri), avrà bisogno di suggerimenti per mischiarsi al popolo. Parte così un doppio apprendistato, con esiti imprevedibili.
Regia: Alessandro Siani
Interpreti: Alessandro Siani, Sarah Felberbaum, Christian De Sica, Serena Autieri, Marco Messeri, Salvatore Misticone, Nello Iorio, Lello Musella, Alan Cappelli Goetz
Sceneggiatura: Alessandro Siani, Fabio Bonifacci
Fotografia: Paolo Carnera
Montaggio: Valentina Mariani
Musiche: Umberto Scipione
Durata: 1 ora e 37 minuti
Non ci resta che piangere: romance stinto, risate estinte, il debutto alla regia di Alessandro Siani è da dimenticare
In un regno lontano Bolzano, la principessa Letizia (Sarah Felberbaum) è frustrata perché i sudditi e i rotocalchi – sì, i rotocalchi… - la trattano con indifferenza: che fare? Mentre il re si dà alle escort, la figlia segue il consiglio del ciambellano (Christian De Sica) e finge di innamorarsi del disoccupato napoletano Antonio (Siani), onde creare scandalo e attirare attenzione mediatica scopo beneficienza. E così il poveretto lascia un impiego part-time da cavia umana e si trasferisce a castello, dove lo raggiungeranno due amici improbabili e la verace cugina (Serena Autieri): problema, è vero amore?
Dopo i due Benvenuti al Sud e al Nord, Siani esordisce alla regia, scrivendo a quattro mani con Fabio Bonifacci: non l’avesse mai fatto. Non si ride, in 97 minuti le battute a segno stanno sulle dita di un moncherino, il romance è rosa stinto, tutto è trito che più trito non si può, e scomodare My Fair Lady e Il conte Max non fa che stigmatizzare il problema.
“Volevo parlare di ricchezza e povertà”, dice il neoregista, ma bisogna interpretarlo: la ricchezza deve stare nel budget e nel numero di copie (quasi 550) messi a disposizione da Cattleya e Rai Cinema, la povertà va rintracciata negli esiti “artistici”.
Non bastasse, il non ci resta che piangere riguarda pure gli attori: Siani e la Autieri si litigano storpiature del calibro di ciambellone/ciambellano; De Sica, per rimanere in tema, conferma che non tutti i ciambellani escono col buco; la Felberbaum dimostra una singolare coazione a ripetere: sorriso, la testa che s’inclina, gli occhi che s’abbassano. Pudicizia al potere? Repetita iuvant? Chissà, per ora rimane in piedi una certezza: questo è abusivismo cinematografico. (Federico Pontiggia)
"Prima regia del bravo e simpatico Alessandro Siani che si esibisce in una
fiaba da Benvenuti in Sud Tirolo e racconta la solita doppia metamorfosi del
poveraccio in elegantone e del ciambellano (ciambellone, pardon) in trash.
Nei panni di una pseudo princess Grace con castello avito e padre da escort,
la Felberbaum, guarda tutti esterrefatta fino al prenotato happy end. Una
storiella prevedibile: si procede con imbarazzanti giochi di parole; si è
citato 'Una poltrona per due' di Landis: magari! Siamo al cinepanettone di
Carnevale (forte somiglianza col secondo sketch di 'Colpi di fulmine'). De
Sica cerca di mantenere a colpi d'espressionismo grottesco l'onore di
famiglia e si mette con la verace Serena Autieri. Speriamo che Siani torni a
far l'attore e senza voler imitare troppo Troisi." (Maurizio Porro, 'Il
Corriere della Sera', 14 febbraio 2013)
"Dato che, in Italia, quando
uno ha un certo successo vuol fare subito il 'suo' film, ecco che arriva
quello di Alessandro Siani, che con 'Benvenuti al Sud' e 'Benvenuti al Nord'
si è guadagnato una popolarità notevole. Questa volta Siani prende tutta la
scena per sé; pur affidando un ruolo da 'spalla' abbastanza ampio a
Christian De Sica (cui tocca anche un 'numero' da musical non strettamente
necessario). E, col tono della storiella e le faccine da innamorato timido,
in più di un momento ricorda il Pieraccioni prima maniera." (Roberto Nepoti,
'La Repubblica', 14 febbraio 2013)
"Sulla scia del successo dei 'Benvenuti al Sud' e al Nord, grazie a un calcolo più produttivo che artistico, il comico Siani approda alla regia di 'Principe abusivo' di cui è anche sceneggiatore, dopo i due fiacchi tentativi come sceneggiatore per Ranieri Martinetti, con il quale ha esordito." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 14 febbraio 2013)
"Perché Alessandro Siani mastica di continuo una cicca? E soprattutto perché non tace mai? Fa venire l'orticaria con il personaggio del povero diavolo reclutato dal ciambellano Christian De Sica per far sorridere la principessa triste Sarah Felberbaum. «Ti piace l'Ariosto?», «Al forno con le patate è ottimo». Questa è forse la battuta migliore. Figuratevi le altre." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 febbraio 2013)
"Spiacerà a chi, come noi, finora non ha trovato troppi motivi per entusiasmarsi alla comicità di Siani (nei vari 'Benvenuti al Sud' era Bisio a tirargli la volata). Né ha mai compreso la velocità con cui a un comico venga così frequentemente affidato il bastone di comando della regia. Ma può darsi che il pubblico in affannosa fuga della realtà finisca per gradire questa colorata cineoperetta (perché il tono è da 'Vedova allegra' con un Christian De Sica incredibilmente in parte)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 14 febbraio 2013)
"Ancora un attore che diventa regista: Alessandro Siani. Dopo aver visto da tempo apprezzata la sua recitazione non solo al cinema ma anche in teatro e in TV. (...) All'inizio la descrizione dello stratagemma del Ciambellano per mettere la Principessa al centro di scandali provocati ad arte si fa piacevolmente seguire, specie quando Antonio scopre l'inganno in cui è stato coinvolto e comincia a soffrire per amore facendo di conseguenza soffrire anche la Principessa presto innamorata di lui. E altrettanto piacevolmente si seguono la trasformazione di Antonio in un dandy e, di fronte a lui, quella opposta del Ciambellano in un quasi 'coatto'. C'è sempre intorno un'aria allegra senza mai però che, pur riferendole, si insista troppo sulle volgarità, in climi anzi di una certa gentilezza provocati soprattutto dalla presenza di interpreti ciascuno per proprio conto intenti, ma sempre con garbo, a colorire i propri personaggi. Non solo Alessandro Siani, per nulla imbarazzato di stare anche dietro la macchina da presa e sempre in grado di tenersi in equilibrio fra i due opposti chiamato a rappresentarci, ma anche Christian De Sica che spesso, con i capelli grigi e certi atteggiamenti dignitosi, ricorda molto da vicino il suo grande Papà Vittorio. Alle figure femminili danno evidenze precise, Serena Autieri, una napoletanissima pescivendola, e Sarah Felberbaum, la fragile Principessa." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 14 febbraio 2013)