Sabato 15 novembre | Ore 21:00 |
Domenica 16 novembre | Ore 16:00 e 21:00 |
Julie vive in una graziosa cittadina nel Sud della Francia e soffre di depressione. Suo marito Philippe, funzionario delle poste, per farla contenta, cerca di ottenere il trasferimento in Costa Azzurra, ma viene mandato in un villaggio al nord, Bergues, dove è costretto a confrontarsi con le tradizioni locali. Il Nord nell'immaginario collettivo dei sudisti è l'inferno... Ma sarà davvero così?
Da questo film sono tratti i due film con Claudio Bisio e Alessandro Siani Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord.
Regia | Dany Boon |
Sceneggiatura | Dany Boon |
Alexandre Charlot | |
Franck Magnier | |
Fotografia | Pierre Aïm |
Montaggio | Luc Barnier |
Musiche | Philippe Rombi |
Titolo originale | Bienvenue chez les ch'tis |
Kad Merad | Dany Boon |
Zoé Felix | Lorenzo Ausilia-Foret |
Anne Marivin | Philippe Duquesne |
Guy Lecluyse | Line Renaud |
Alexandre Carrière | Patrick Bosso |
Zinedine Soualem | Michel Galabru |
Stéphane Freiss | Jérôme Commandeur |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Accettabile, brillante
Tematiche: Famiglia - genitori figli; Lavoro; Matrimonio - coppia; Rapporto tra culture
E' divertente, spigliata, simpatica questa commedia, campione d'incassi in Francia. Certo fuori dai contesti naturali, si fatica ad apprezzare esattamente i motivi di frizione, gli equivoci, le beffe. Se il ritmo tiene, e si resta coinvolti, è perché oltre alla comicità ci sono intelligenza e buon gusto, capacità di osservare problemi e difficoltà con occhio arguto e misurato. Un bel film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, e nell'insieme brillante.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in altre circostanze come occasione di intrattenimento valido e ben riuscito.
Campione di incassi di ogni tempo in Francia, è la commedia di Dany Boon: gradevole, pulita, ma poco esportabile
Campione di incassi di tutti i tempi in Francia con 140 milioni di euro - a fronte di 11 milioni di budget - e oltre 21 milioni di spettatori, Giù al Nord (Bienvenue chez les Ch'tis) è ideato, scritto, diretto e interpretato da Dany Boon, comico poliedrico (teatro, tv, cinema) famosissimo in patria, e quasi sconosciuto da noi – a parte il duetto con Daniel Auteuil per Il mio migliore amico di Patrice Leconte.
Caso al botteghino e ancor più fenomeno sociale, Giù al Nord mette alla berlina i pregiudizi dei francesi del sud verso quelli del nord attraverso le avventure di Philippe Abrams (Kad Merad, ottimo), un funzionario della posta originario della Provenza, che per punizione viene trasferito al nord, nella cittadina di Bergues: scoprirà una popolazione accogliente e solare, e un dialetto complicato, lo Ch'ti.
Il doppiaggio italiano ha scelto condivisibilmente una "non lingua" anziché un dialetto nostrano, ma comunque si perde qualcosa. Rimane una commedia gradevole e pulita, ben scritta e interpretata, inedita in Francia ma vecchia per il nostro palato, almeno da Totò, Peppino e… la malafemmina del ’56. Arriverà, targato Medusa, anche un remake tricolore, ma non è detto sia una buona notizia. (Federico Pontiggia)
"A due anni dal furore che ha provocato in Francia, arriva anche sui nostri schermi 'Chez les Ch'tis' titolo correttamente - anche se non filologicamente - tradotto in italiano con 'Giù al nord'. (...) A guardare 'Chez les Ch'tis' i francesi si devono essere divertiti come gli italiani di fronte a Totò e Peppino (e la malafemmina...) che sbarcano a Milano col colbacco e la pelliccia di astrakan chiedendo al vigile: 'noio vulevan savuar l'indiris...'. L'effetto è lo stesso, almeno per i francesi. Per gli italiani sarà tutta una questione di doppiaggio, per il quale i curatori hanno scelto, non un dialetto già esistente, ma una sorta di "non lingua" inventata ex novo. Ispiratosi a Jacques Tati e a Dino Risi, il regista Dany Boon mette davanti all'obiettivo alcuni tra i migliori caratteristi d'oltralpe, capitanati da lui stesso, tra i comici cine-televisivi più amati in Francia. Tra i più felici del successo della pellicola, gli abitanti della zona protagonista, di solito ispiratori di storie tristissime di lavoro, miniere e suicidi. Finalmente anche loro potranno ridere dei cliché che sinora li hanno penalizzati. E intanto godersi dell'incremento di turismo (del 20 per cento) che ha felicemente colpito l'intera regione." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 24 ottobre 2008)
"Peccato che il doppiaggio non riesca a rendere i bisticci dell'originale (troppa grazia qualche copia sottotitolata?), e che il massimo campione d'incassi francese di sempre, in italiano resti una commediola. A riscoprire in chiave comico-sentimentale le piccole patrie, nella Francia si scoperchia il vaso di Pandora. Ma nel paese dei campanili è come sfondare una porta aperta." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 novembre 2008)