Mercoledì 22 febbraio - Ore 21:00
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Jean Gabriel, sposato e padre di tre bambini, non lavora e passa il tempo nell'agenzia ippica vicino casa. Un giorno, un po' provocato dalla piccola Manon, promette che porterà tutta la famiglia in vacanza sulla neve. Con mille espedienti per raccogliere i soldi necessari, infine Jean Gabriel riesce a partire. Con lui ci sono i tre figli e la nonna, sua madre Bonne, ma non la moglie Suzy, in polemica con il marito. Nella località alpina il gruppo vive tutte le inevitabili difficoltà legate alla presenza di un gruppo di colore, tra ironia e diffidenza. Tuttavia alla fine Jean Gabriel riesce a farsi benvolere, e anche la moglie arriva a riunire interamente la famiglia.
Regia: Lucien Jean-Baptiste
Interpreti: Firmine Richard, Lucien Jean-Baptiste, Anne Consigny, Jimmy Woha-Woha
Sceneggiatura: Marie-Castille Mention-Schaar, Lucien Jean-Baptiste
Fotografia: Myriam Vinocour
Montaggio: Hugues Darmois (Hachdé)
Musiche: Erwann Kermorvant
Durata: 1 ora e 30 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: Consigliabile, semplice
Tematiche: Famiglia; Razzismo; Solidarietà-Amore
Da un lato c'è un padre che, stanco di sentirsi un nullafacente, prova a fare qualcosa per la propria famiglia. Dall'altro la 'novità' che si tratta di un nucleo familiare misto, lui di colore, lei bionda, i figli a metà. Su questi due fronti la commedia gioca tutte le carte di un racconto di disavventure, imprevisti, equivoci, secondo la tradizione più tipica del genere. Il tono scherzoso predominante toglie problematicità agli argomenti trattati a favore di un approccio ironico, disincantato, divertito. Fermo restando l'intento di mettere alla berlina i rigurgiti di razzismo purtroppo sempre presenti. Da punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto in grado di affrontare con un sorrisi argomenti seri e attuali.
"Sorpresa: una commedia autobiografica sull'integrazione razziale senza pesantezze ma lieve, divertente, ottimista, piena di gag antiche e infallibili servite con occhio affettuoso ma irriverente (...). Una piccola scoperta." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 marzo 2010)
"'La premiere Etoile' è una commediola davvero allegra, diretta, interpretata e scritta (assieme a Marie Catille Mention Schaar) da Lucien Jean-Baptiste (esordio alla regia) ha avuto un ottimo successo in Francia (...). Un buon cast e una scrittura leggera dovrebbero assicurare una giusta accoglienza anche a casa nostra, permettendo così ad un film all-black o semi-black di raggiungere finalmente anche il grande pubblico bianco. Nonostante le chiacchiere, i prodotti black in realtà sino ad oggi hanno avuto molte porte chiuse. Speriamo che la commedia, ancora una volta, serva da apripista. Del resto Jean-Baptiste è già alla scrittura del sequel, e questa volta a finanziarlo saranno anche gli americani che hanno acquistato i diritti sulla carta. Il miracolo si è dunque già compiuto." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 26 marzo 2010)
"Non sappiamo se il cinema francese ha fatto molte trasferte in 'settimana bianca' quante ne ha fatte la commedia italiana. Da noi, infatti, la settimana bianca ha un posto molto preciso nell'immaginario cinematografico, grazie soprattutto a una raffica micidiale di film vacanzieri messi a punto dai fratelli Vanzina. (...) L'idea dell'esordiente Jean-Baptiste è tanto semplice quanto apparentemente efficace. (...) Con grazia parte tutta una serie di luoghi comuni capovolti, messa in moto da un escamotage narrativo davvero semplice, ma timidamente efficace nel suo applicarsi alla materia. I vari nodi razziali pian piano si sciolgono, e così il padre come i figli, dapprima derisi dagli wasp francesi, vengono a trovare, non senza difficoltà, dei punti di contatto e di mediazione, ognuno a modo suo. La Francia continua a interrogarsi (e in vari modi, basti pensare al recente 'Welcome') sul progetto multiculturale del loro paese, e qui lo fa con un commedia semplice ma ancora onesta che ambisce di parlare del razzismo, e della sua risorgenza, attraverso i modi di una commedia familiare un po' meccanica, ma a suo modo istruttiva. Un aggiornamento politically correct delle 'Vacanze di Natale' dei Vanzina? Qualcosa di più, se non altro siamo in Francia." (Dario Zonta, 'Liberazione', 26 marzo 2010)
"Successo parigino con messaggino progressista nella bottiglia e famiglia franco-antillana che senza soldi va in settimana bianca con pargoli, suocera. Curioso, sulle Alpi non si porta il nero della pelle. Succede di tutto, di più, troppo; il padre imbranato sembra De Funes, in un film dove Lucien Jean-Baptiste autore attore, sfortunato più di Paperino, svende scampoli antirazzisti abbracciando nell'happy end la famiglia e la società. Ma la neve è nazi?" ('Corriere della Sera', 26 marzo 2010)
"Dopo il successo in patria di 'Giù al nord', il cinema francese applica lo stesso schema - puntare sull'attrito geografico e sociale per far ridere - a 'La prèmiere étoile' di Lucien Jean-Baptiste, che aggiunge alla ricetta l'attrito razziale. (...) Il nero della pelle spicca sul bianco della neve, specie nelle cadute... La prima stella è quella ambita dalla bambina in un concorso di canto. Se siete ben disposti, sorriderete." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 26 marzo 2010)
"Neri sulla neve, nel primo film di Lucien Jean-Baptiste regista e protagonista. (...) Certo non un capolavoro, il film ha una semplicità, una freschezza e un'allegria che ricordano 'Un incendio visto da lontano' di losseliani." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 26 marzo 2010)