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La giovane Sheeta è tenuta prigioniera dal cinico colonnello Muska a bordo di un'aeronave diretta verso la fortezza Tedis. Durante il volo, in una notte rischiarata dalla luna, l'aeronave viene attaccata da una banda di pirati guidata dall'intrepida Ma Dola, che vuole impossessarsi del ciondolo che la ragazzina porta al collo. Questo ha un valore inestimabile: permette di vincere la forza di gravità e localizzare la leggendaria isola fluttuante di Laputa, dove - si racconta - sono custoditi immensi tesori e un potere inimmaginabile. Sheeta riesce però a fuggire, finendo tra le braccia di un giovane minatore di nome Pazu che, da quel momento, decide di proteggerla unendosi a lei nella ricerca dell'isola e dei suoi misteri.
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Montaggio: Yoshihiro Kasahara, Takeshi Seyama, Hayao Miyazaki
Musiche: Joe Hisaishi
Durata: due ore e quattro minuti
In Italia con oltre 25 anni di ritardo la Laputa del maestro nipponico. Per risvegliare il senso di meraviglia
Laputa, l’isola capace di fluttuare nell’aria grazie
alla forza di un gigantesco magnete, è il paese visitato da Gulliver nel
corso del suo terzo viaggio. Solo una creazione letteraria di Jonathan Swift?
Il piccolo minatore Pazu è convinto del contrario: suo padre ha visto quella
terra leggendaria e un giorno anche lui la troverà. Quando dal cielo gli
cade fra le braccia una ragazzina di nome Sheeta, custode di una pietra
luminosa che fa gola sia ai pirati che all’esercito, Pazu capisce che la
ricerca della vera Laputa è appena cominciata.
Nel suo terzo
lungometraggio (il film è del 1986), il primo prodotto con lo Studio Ghibli,
Hayao Miyazaki mette in tavola tutti gli elementi che andranno a
contraddistinguerlo in futuro: la saggezza innocente dei bambini
contrapposta all’opportunismo degli adulti, la forza antica della natura, il
gusto per le sequenze aeree, le macchine steampunk e il duplice volto della
tecnologia, buona o cattiva a seconda di come la si usa. Tuttavia, al
contrario del film precedente (Nausicaä della Valle del Vento) e delle opere
successive, sceglie di rinunciare a quel fondo di malinconia, divenuto una
sua inconfondibile impronta autoriale, e di concentrarsi esclusivamente sul
senso di meraviglia capace di risvegliare il “fanciullino” nello spettatore.
Pazu e Sheeta (che il regista tratteggia come Conan e Lana, i protagonisti
di Conan, il ragazzo del futuro, la seconda serie tv alla quale lavorò, dopo
Lupin III) sono due orfani soli al mondo e non hanno avuto vita facile: ora
meritano l’avventura dei loro sogni.
Nella speranza che la Lucky Red mantenga la promessa di riportare al cinema tutti i titoli dello Studio Ghibli e che tocchi presto ai due personaggi femminili più belli dell’intero universo miyazakiano (Nausicaä e San di Princess Mononoke),godiamoci Il castello nel cielo come una ventata d’aria fresca.
Swift faceva terminare il viaggio di Gulliver in Giappone, la strada per La città incantata e Il castello errante di Howl, invece, inizia proprio da Laputa. (Angela Bosetto)
"(...) un'avventura fantastica con segreti, inseguimenti, aeronavi, pirati, battaglie nei cieli e sotto la terra, robot assassini e robot giardinieri, in cui si mescolano per la nostra meraviglia e il nostro divertimento gli echi più disparati. Da 'L'isola del tesoro' ai 'Viaggi di Gulliver', dalle macchine volanti di Leonardo alle avventure di Jules Verne e H.G. Wells, con il ritmo indiavolato del miglior cinema d'azione e il sottotesto filosofico che è da sempre il vero segreto di Hayao Miyazaki, il geniale creatore di 'Mononoke' e 'Porco rosso', 'Totoro' e 'Ponyo sulla scogliera'. Così moderno nel reinventare epoche e culture che si può portare in sala senza timori un film del 1986 come questo 'Laputa - Il castello nel cielo'. Non solo perché il grande cinema d'animazione non invecchia, o invecchia molto più lentamente di quello dal vero, ma perché la compresenza di elementi tratti da mondi lontani nello spazio e nel tempo è il cuore stesso della poetica di Miyazaki e del suo fascino su spettatori di tutte le età." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 27 aprile 2012)
"Vale la pena di recuperare un cartone animato del 1986 se porta la firma di Hayao Miyazaki. Infatti in 'Il castello nel cielo', prima pellicola da lui prodotta in proprio sotto il marchio Ghibli, le tematiche del maestro giapponese sono già ben evidenti; e la favola possiede quelle qualità di fantasia e poesia che hanno reso incantevoli le sue opere più mature, da 'Mononoke' a 'Ponyo'. (...) L'elemento avventuroso e magico, la concezione molto orientale dell'uomo come un tutt'uno con la natura, i riferimenti alla letteratura occidentale e alle sue tante «isole che non ci sono», l'attrazione per gli oggetti aerei e la modernità, il senso dei valori e della tradizione, la centralità del mondo affettivo, la condanna del potere e della violenza, l'umorismo, la suggestiva bellezza dei paesaggi: seppur non ancora messa perfettamente a punto, la ricetta della fiaba è inconfondibile e il risultato delizioso." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 27 aprile 2012)
"'Il castello nel cielo', firmato da Hayao Miyazaki ben 26 anni fa, anticipa temi e visioni ricorrenti nelle successive opere del maestro giapponese, come l'antimilitarismo, la condanna della tecnologia che soffoca l'uomo, l'ambientalismo, la necessità di far convivere modernità e tradizione. Protagonisti di questa avventura per adulti e piccini sono due ragazzini, Sheeta, letteralmente piovuta dal cielo, e Pazu, un orfanello minatore." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 27 aprile 2012)
"C'è già tutta la magia di Hayao Miyazaki in quella che nel 1986 fu la sua terza regia cinematografica, nonché la prima prodotta dal mitico Studio Ghibli. Grazie al coraggio distributivo di Lucky Red oggi 'II castello nel cielo' arriva - inedito e ridoppiato - sui grandi schermi d'Italia, dopo una diffusione homevideo nel 2004 per Buena Vista. Una storia avventurosa e poetica sospesa tra il passato e il futuro con al centro due tredicenni e Laputa, un'isola-regno 'formato albero' che fluttua nell'aere. Da salvare dall'appropriazione indebita e malvagia. Attorno, un universo di creature piratesche e fanta-meccaniche calate tra miniere, navicelle volanti e costruzioni degne di una Metropolis a portata di bambino. La mescolanza rievoca Swift, Verne, Star Wars e Superman, intuendo personaggi che Hollywood non tarderà a rendere cult." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 26 aprile 2012)