Girolamo Angione da Shakespeare - Regia di Enrico Fasella
Giovedì 18 marzo 2010 - Ore 21:00
Ingresso: 18.00 € - Giovani fino a 26 anni: 12.00 €
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Durante l'apertura dell'auditorium per
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Venerdì 12 marzo dalle ore 21:00 alle ore 22:00
Sabato
13 marzo dalle ore 10:00 alle ore 12:00
Domenica 14 marzo dalle ore 17:00 alle ore 18:00
I posti sono numerati
L’amore di Romeo e Giulietta è qualcosa di più che non un semplice sentimento privato, o una banale e insana passione. L’amore, nell’opera shakespeariana, ha una forte carica eversiva e profondamente carnevalesca: infatti, come il carnevale rovescia i rapporti sociali, così l’amore di Romeo e Giulietta non si cura delle convenzioni, degli usi e dei costumi, e sfida istituzioni secolari e fazioni e famiglie d’appartenenza. L’amore, quell’Amore (ma ve ne possono essere altri?) è scandaloso. Perché scandaloso? Perché genera confusione, perché è per propria natura anarchico; è perciò qualcosa che le autorità e la società stessa non riescono mai a imbrigliare del tutto: nonostante l’istituto del matrimonio.
Nel Romeo e Giulietta l’amore è carnevale, ribaltamento, commedia e quindi “Vero Amore”. Tutto è maschera, sensualità, beffa del destino, scherzo della divinità che si diverte a prendere in giro due bambini (perché Giulietta, ricordiamolo sempre, ha solo tredici anni), fino a condurli fatalmente alla tragedia finale. Quello che ci colpisce di Giulietta è però il suo profondo, radicale, rapidissimo, mutamento psicologico: da bambina senza volontà disposta a sposare chiunque (Paride, per la precisione), a ragazza tenace e determinata capace di sfidare tutti: padre, madre, promesso sposo e clan, pur di realizzare il suo sogno e cioè la sua volontà. L’amore che rende adulti, insomma. E la trasformazione è così repentina (Shakespeare comprime gli avvenimenti proprio per rendere più efficace l’effetto scenico) che alla fine proviamo pietà persino per gli ottusi genitori: non hanno mai conosciuto davvero la propria figlia! Davvero non sanno chi sia, e cosa sia stata in realtà Giulietta! E cosa può esservi di più triste per un padre e per una madre? Un privilegio questa conoscenza, che il bardo inglese riserva invece e ovviamente, ma anche con un certo qual gusto del paradosso, al pubblico del teatro. Ma si diceva “il carnevale” nella tragedia. Infatti, se non è proprio una festa di carnevale quella in cui Romeo incontra per la prima volta Giulietta poco ci manca. E’ un ballo in maschera ed è grazie al mimetismo della maschera e dei costumi che falsificano la realtà e quindi la ribaltano e quindi la rendono più vera, che il nostro innamorato (fino a quel momento di un’altra) può, del tutto inaspettatamente, rivolgerle la parola.
E’ il destino che li fa incontrare; ma è sempre il destino che li divide.
Un ringraziamento a chi ha reso possibile la stagione teatrale 2009/2010
Un ringraziamento particolare a Floricoltura fratelli Colombo di Casatenovo e Pasticceria Comi di Missaglia
Della stessa compagnia: L'avaro - di Carlo Goldoni - Trappola per topi