Sabato 8 ottobre - Ore 21:00
Domenica 9 ottobre - Ore 16:00 e 21:00
Rimasto a lungo isolato dalla sua famiglia, Wonka lancia un concorso mondiale per selezionare l'erede del suo impero di cioccolato. Cinque ragazzi fortunati tra cui Charlie trovano i Golden Ticket nelle barrette di cioccolato di Wonka e vincono un visita guidata nella sua leggendaria fabbrica, in cui nessuno è più entrato da ben 15 anni. Charlie, affascinato e sbalordito, viene così catapultato nel fantastico mondo di Wonka, in questa meravigliosa e incredibile storia.
Regia | Tim Burton |
Sceneggiatura | John August dal romanzo di Roald Dahl |
Fotografia | Philippe Rousselot |
Scenografia | Alex McDowell |
Montaggio | Chris Lebenzon |
Costumi | Gabriella Pescucci |
Effetti visivi | Nick Davis |
Musiche | Danny Elfman |
Johnny Depp | Freddie Highmore |
David Kelly | Helena Bonham Carter |
Noah Taylor | Missi Pyle |
Christopher Lee | Deep Roy |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)
Giudizio: raccomandabile, poetico
Il romanzo "Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato" è stato scritto da Roald Dahl nel 1964. La prima versione cinematografica, diretta da Mel Stuart con Gene Wilder nel ruolo del protagonista, é del 1971. Adesso é la volta di Tim Burton. Il regista di "Edward mani di forbice", "Il mistero di Sleepy Hollow", "Nightmare before Christmas", "Big fish" e (dopo) di "La sposa cadavere" incontra un soggetto che é indubbiamente nelle sue corde. Ne deriva infatti una fiaba fantasmagorica, fuori dal tempo, ancora una volta incentrata sul tema del cammino come scoperta di sé e del mondo circostante. Quella certa rigidità prevista dalla struttura viene dal regista ammorbidita e modellata sulle imprevedibili increspature del mondo dell'immaginazione. Il contrasto tra l'adulto Wonka, disulluso ma ancora in cerca del padre e di un rapporto chiarificatore con lui, e il bambino Charlie, desideroso di conoscenza ma non di avventurismo fine a se stesso, sorregge un'ispirazione narrativa docile e insieme robusta che Burton ricama nel segno di un cromatismo raffinato e dolcissimo. Non esiste poi favola senza una morale: che è qui quella della rivalutazione delle cose semplici, del valore della persona, degli affetti autentici. Una spruzzata di dichiarato didascalismo non inficia la bellezza dell'operazione, che conferma in Burton un visionario dedito ad occuparsi della realtà, con la lente deformata del sogno cinematografico. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come raccomandabile e senz'altro poetico.
Adattamento del romanzo di Roal Dahl con Johnny Depp nei panni di Wonka. Dirige un Tim Burton in stato di grazia
Ispirato al romanzo di Roald Dahl e - in un certo senso - remake dell’originale del 1971 con protagonista Gene Wilder, La fabbrica di cioccolato vede riunire per l'ennesima volta l'attore Johnny Depp e il regista Tim Burton. Un'accoppiata vincente che riesce a trasformare la storia di Dahl in una fiaba postmoderna e ipertecnologica sospesa tra black humour e tematiche più serie, come quelle legate alla riflessione sulla paternità e sul bisogno di identità. Ricco di citazioni cinematografiche come quelle ispirate da 2001 Odissea nello Spazio, La fabbrica di cioccolato è un film esilarante che sembra nascere dalla contaminazione tra il cinema per famiglie dalle suggestioni disneyane e l'innovazione narrativa portata avanti dalla saga di Harry Potter. La storia è quella di Charlie, un bambino che coltiva un unico grande desiderio: entrare - almeno una volta nella vita - nella grande fabbrica di cioccolato di proprietà dell'enigmatico e misterioso Willy Wonka. Una gigantesca costruzione avveniristica che domina la piccola cittadina inglese dove il ragazzino vive, insieme alla sua famiglia poverissima costituita dai quattro bisbetici nonni e dai due genitori, tutti stipati in una casupola scassatissima. Un bel giorno, però, arriva una grande notizia: cinque bambini provenienti da qualsiasi angolo del pianeta potranno fare un tour guidato dello stabilimento di cioccolata più buona del mondo, a patto di trovare un biglietto d’oro all’interno di una delle confezioni con il marchio Wonka. Il tanto sospirato incontro con lo sfuggente proprietario della fabbrica si rivelerà essere un test in un luogo magico, popolato da misteriosi ed eccentrici personaggi che lavorano come operai nella fabbrica insieme a creature altrettanto misteriose, dotate - talora - di un brutto caratteraccio. Un gioco spettacolare e politicamente scorretto di immagini seducenti che grazie al potere immaginifico del cinema e del talento di Tim Burton diventa una celebrazione visiva della passione e della capacità di sognare. Non solo: anche un film tutt'altro che retorico sull'importanza della famiglia e sulla necessità di affrontare i propri fantasmi personali. Anche se questi hanno l’inquietante aspetto di un Christopher Lee truccato come un severo dentista, padre di Wonka, da cui quest'ultimo era scappato da ragazzino. Un altro sogno straordinario generato dall'incommensurabile talento di un Tim Burton in stato di grazia (Marco Spagnoli)